I mercati non ascoltano più Trump
Trump alza i dazi sull’UE al 30%: negoziati in bilico
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Indicatori Congiunturali Settimana Finanziaria Materie PrimeLo scorso fine settimana, il presidente Donald Trump ha annunciato l’introduzione di dazi del 30% su tutte le importazioni statunitensi provenienti dall’Unione Europea, con entrata in vigore prevista per il 1° agosto. In risposta, l’UE ha predisposto un pacchetto di contromisure del valore complessivo di 72 miliardi di euro, la cui applicazione è fissata per il 6 agosto. Bruxelles punta però a evitare un’escalation commerciale e mantiene aperta la via del negoziato, con l’obiettivo di ottenere una riduzione delle tariffe imposte da Washington. Un accordo su un dazio al 10%, come quello concesso al Regno Unito, appare ormai fuori portata e i negoziatori europei puntano ora a un compromesso attorno al 15%, consapevoli che, se il confronto dovesse irrigidirsi, l’aliquota potrebbe salire fino al 20%. La soglia del 30%, invece, rappresenta per Bruxelles una linea rossa: una misura giudicata eccessivamente punitiva e incompatibile con un regime di scambi equilibrato.
La reazione dei mercati finanziari a questo annuncio è stata finora pressoché nulla: gli indici azionari statunitensi hanno proseguito la loro crescita raggiungendo nuovi massimi storici. A sostenere il clima di fiducia ha contribuito anche il recente allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo che Washington ha autorizzato la ripresa delle esportazioni di chip AI verso Pechino, in cambio di una riduzione delle restrizioni cinesi sulle terre rare.
In questo contesto, come già evidenziato nell’articolo della scorsa settimana Mercati finanziari in attesa dell’entrata in vigore dei dazi USA, gli operatori continuano a mantenere un atteggiamento prudente, in attesa dell’effettiva entrata in vigore dei nuovi dazi, dal momento che le trattative restano ancora in corso.
Sintesi settimanale dei prezzi finanziari delle commodity
Questa settimana si è registrato un calo generalizzato sui mercati finanziari delle commodity, in parte sostenuto dal rafforzamento del dollaro USA.
Nel mercato degli energetici, i prezzi del petrolio e del gas naturale europeo TTF (Olanda) hanno segnato un ribasso su base settimanale. Il petrolio ha tuttavia segnato un parziale recupero giovedì, in seguito agli attacchi con droni da parte di ignoti contro impianti nel Kurdistan iracheno, che hanno causato un'interruzione alla produzione di quasi 200.000 barili al giorno.
Al contrario, le dichiarazioni di Donald Trump, che ha minacciato di imporre dazi del 100% sulle importazioni di petrolio russo qualora non si raggiungesse la pace entro 50 giorni, non hanno avuto effetti significativi sui prezzi. La minaccia è stata infatti ignorata dai mercati finanziari che l’hanno giudicata incoerente rispetto all’obiettivo, più volte ribadito da Trump, di contenere il costo del petrolio.
I metalli ferrosi hanno chiuso la settimana su livelli relativamente stabili rispetto a quella precedente, ma mostrando dinamiche eterogenee tra le diverse aree geografiche. In Europa, le variazioni giornaliere sono risultate negative ma contenute, mentre in Cina si sono registrati movimenti più ampi e di segno opposto. La variazione più significativa ha riguardato il minerale di ferro, che ha beneficiato di un rialzo sostenuto dalle aspettative di nuovi stimoli da parte del governo cinese, in seguito alla pubblicazione dei dati deludenti sul mercato immobiliare. A giugno, gli investimenti immobiliari hanno segnato una contrazione annua del 12.9%, alimentando le attese di misure a sostegno dell’edilizia e dell’industria dell’acciaio. Questo ha spinto al rialzo i prezzi dei minerali, rafforzati ulteriormente dal calo delle scorte portuali e dai segnali tecnici favorevoli sui mercati futures.
Nel comparto dei metalli non ferrosi si è osservata una flessione settimanale dei prezzi, sia in Europa che in Cina, leggermente più accentuata per il piombo.
Da segnalare questa settimana l’accelerazione della crescita dei prezzi del platino e del suo “cugino” palladio. Nel corso del 2024 e nei primi cinque mesi del 2025, le quotazioni di questi due metalli al London Metal Exchange – chimicamente affini e spesso sostituibili in molte applicazioni – erano rimaste sostanzialmente stabili. Dal 19 maggio, però, i prezzi hanno registrato un’impennata: +48% per il platino e +35% per il palladio. Alla base di questo rally ci sarebbero operazioni speculative, alimentate da notizie sull’aumento delle scorte nei magazzini statunitensi in vista di possibili nuovi dazi.
Prezzi in $ del platino e del palladio London Metal Exchange

Nel settore alimentare, si segnala un calo pronunciato dei tropicali, trainato dalla contrazione dei prezzi del cacao. La diminuzione dei prezzi riflette un rallentamento della domanda industriale di macinazioni, determinato dai livelli di prezzo eccessivamente elevati. Secondo i dati della Cocoa Association of Asia e della National Confectioners Association, infatti, nel secondo trimestre del 2025 le macinazioni di cacao sono diminuite su base annua del 7.2% in Europa, del 16.3% in Asia e del 2.8% in Nord America.
Inflazione USA
Nel mese di giugno l’inflazione negli Stati Uniti è aumentata in linea con le attese degli analisti, con l’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) che ha registrato una crescita dello 0.3% su base mensile e del 2.7% su base annua, rispetto allo 0.1% m/m e al 2.4% a/a di maggio. L’inflazione core, che esclude le categorie più volatili come energia e alimentari, è invece rimasta maggiormente stabile, passando dal 2.8% al 2.9% su base annua.
A seguito della pubblicazione di questi dati, il presidente Trump ha invitato la Federal Reserve (FED) a ridurre i tassi di interesse di 3 punti percentuali, definendo bassa l’inflazione statunitense. Tuttavia, l’opinione degli analisti risulta divergente da quella del presidente: la FED dovrebbe procedere con cautela nel taglio dei tassi, tenendo conto dell’aumento dell’inflazione e della solidità dell’economia USA.
APPENDICE NUMERICA
ENERGIA
L’indice finanziario PricePedia dei prodotti energetici registra una iniziale flessione, per poi recuperare a causa della crescita dei prezzi del petrolio innescata dall’attacco con droni ai giacimenti nel Kurdistan iracheno.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia

La heatmap degli energetici mostra variazioni settimanali relativamente contenute, frutto di oscillazioni contrastanti registrate nel corso della settimana. I prodotti che hanno segnato l’incremento più significativo della media mobile settimanale sono i prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale, sia negli Stati Uniti che in Italia, mentre le maggiori flessioni riguardano il propano liquefatto e il carbone termico.
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro

MATERIE PLASTICHE
L'indice finanziario cinese delle materie plastiche e degli elastomeri presenta una relativa stabilità dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche

Dall'analisi dell'heatmap emerge un aumento settimanale della media mobile dei prezzi degli elastomeri.
HeatMap dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri in euro

FERROSI
L'indice dei metalli ferrosi in Europa continua la sua lenta flessione, mentre quello cinese presenta oscillazioni in direzione opposta.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi

La heatmap dei metalli ferrosi segnala un aumento dei prezzi dei minerali di ferro Cina, a fronte di una riduzione dei prezzi spot della vergella.
HeatMap dei prezzi dei ferrosi in euro

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NON FERROSI INDUSTRIALI
Entrambi gli indici dei metalli non ferrosi industriali mantengono una dinamica di riduzione dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali

Dall'analisi della heatmap emerge una flessione settimanale dei prezzi del piombo.
HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro

ALIMENTARI
L’analisi degli indici finanziari dei prezzi alimentari evidenzia un aumento degli oli alimentari, una contrazione delle commodity tropicali e una sostanziale stabilità dei cereali.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari

CEREALI
L'heatmap dei prezzi dei cereali segnala un aumento dei prezzi della soia e una riduzione di quelli dell'avena.
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali

TROPICALI
La heatmap dei tropicali mette in luce le forti divergenti tra i prezzi dei prodotti tropicali.
A fronte di una riduzione del prezzo del cacao, si rileva una crescita settimanale dei prezzi del caffè (soprattutto Arabica) e dello zucchero.
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali

OLI
La heatmap degli oli alimentari evidenzia una crescita generalizzata dei prezzi, fatta eccezione per l’olio di colza.
HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari
