Commodity e volatilità: come misurare e gestire il rischio nei mercati globali

.

Analisi economica

Il rischio commodity e la volatilità dei prezzi

Il rischio commodity può essere definito come l’insieme delle minacce legate sia a fattori sistemici di mercato sia a elementi specifici d’impresa che incidono sull’offerta, sui costi e sulla disponibilità delle materie prime. Tali fattori hanno origini macroeconomiche, strategiche o ambientali.
Per questo motivo è fondamentale misurare il grado di esposizione al rischio che ogni operatore – in particolare chi si occupa dell’approvvigionamento – si trova ad affrontare. Tra i diversi elementi che compongono il rischio commodity, un ruolo centrale è svolto dalla volatilità dei prezzi, in quanto riflette l’incertezza che caratterizza i mercati e influisce direttamente sulle strategie di approvvigionamento.

La volatilità rappresenta la misura della variabilità dei prezzi nel tempo. In termini semplici, un’elevata volatilità segnala oscillazioni forti e imprevedibili, mentre una bassa volatilità indica una maggiore stabilità e prevedibilità dei prezzi.
È influenzata da una molteplicità di fattori, in prevalenza macroeconomici: eventi geopolitici (guerre, sanzioni), fluttuazioni nei tassi di cambio, nell’inflazione e nei tassi d’interesse, attività speculative sui mercati finanziari, nonché eventi ambientali o climatici. A questi si aggiungono shock di domanda o di offerta che possono generare movimenti improvvisi e marcati delle quotazioni.

Volatilità e ruolo degli operatori: speculatori e buyer a confronto

La volatilità dei prezzi non ha un significato univoco: il modo in cui viene interpretata dipende dal profilo dell’operatore.
Per uno speculatore, può rappresentare un’opportunità. Questi attori non sono preoccupati della direzione dei prezzi – che salgano o scendano – quanto piuttosto della loro capacità di anticiparne i movimenti, così da trarre profitto dalle variazioni. In questa prospettiva, la volatilità è neutrale: è la condizione che rende possibile generare guadagni.

Per un buyer, al contrario, la volatilità rappresenta una fonte d’incertezza e un potenziale rischio operativo. Un aumento dei prezzi può comportare un incremento dei costi degli input, comprimere i margini aziendali e compromettere strategie commerciali basate su prezzi fissi o contratti di lungo termine.
Anche una diminuzione dei prezzi, seppure inizialmente possa sembrare positiva (input meno costosi), deve essere valutata con cautela: può portare i fornitori a ritardare le consegne, rinegoziare i termini contrattuali, o segnalare una contrazione della domanda dovuta a un rallentamento economico – che a sua volta costituisce un ulteriore fattore di rischio.

A rendere ancora più complessa la gestione del rischio, vi è il fatto che nei mercati delle commodity, i prezzi fisici – cioè i prezzi effettivamente pagati per l'acquisto e la consegna delle materie prime – sono fortemente influenzati dai prezzi finanziari, determinati sui mercati globali attraverso strumenti derivati come i contratti future.

Un esempio emblematico è quello del rame: il prezzo finanziario non condiziona solo il valore della materia prima in sé, ma anche quello delle prime trasformazioni industriali, come fili e tubi in rame. Di conseguenza, la volatilità dei prezzi finanziari tende a trasmettersi anche ai prezzi fisici, generando incertezza e incrementando il livello di rischio per chi si occupa degli acquisti.

La volatilità dei prezzi finanziari delle commodity

Generalmente, la volatilità di un asset finanziario (ad esempio la quotazione di un future con sottostante il prezzo di una commodity) viene calcolata come coefficiente di variazione dei prezzi, ovvero il rapporto tra la deviazione standard e il prezzo medio in un determinato periodo. Tuttavia, poiché il comportamento di una serie temporale può essere descritto sia dalla sua variabilità interna che dalla sua variazione netta complessiva, è stata adottata una misura sintetica che integra entrambe queste componenti. Ciò consente una valutazione più completa dell’intensità dinamica del processo.
Resta però centrale la questione della scelta dell’orizzonte temporale su cui calcolare tali misure. Per un trader che opera con strategie intraday, l'orizzonte di riferimento può essere estremamente breve, fino a ridursi a un solo giorno. Al contrario, per un operatore economico interessato a valutare l’incertezza su orizzonti più lunghi, l’intervallo può estendersi su più mesi, fino a includere un intero anno.

Per tenere conto di queste diverse esigenze informative, abbiamo calcolato tre distinte misure di volatilità, basate sia sul coefficiente di variazione che sulla variazione percentuale assoluta, con cadenza settimanale, mensile e annuale, confrontando due periodi storici: il quinquennio pre-pandemico (2015–2020) e quello successivo (2020–2025). L’obiettivo è verificare se gli eventi straordinari degli ultimi anni abbiano modificato in modo strutturale il profilo di volatilità dei mercati.

La tabella seguente mostra la volatilità dei prezzi finanziari[1], calcolata per macro-categorie di commodity, confrontando i due periodi analizzati e evidenziando la differenza tra di essi.

Volatilità dei prezzi finanziari per macro-tipologie di commodity

Famiglie prodotti PricePedia Periodi Differenze tra i due periodi
gen.2015–dic.2019 gen.2020–dic.2024
Energetici10.1419.369.22
Legno e Carta5.959.273.31
Ferrosi7.949.201.25
Alimentari5.298.212.92
Chimici Organici6.137.861.73
Fibre Tessili5.127.792.67
Non Ferrosi6.217.501.29
Plastiche ed Elastomeri6.327.491.17
Preziosi5.517.011.50

L’analisi della volatilità dei prezzi finanziari per macro-tipologie di commodity evidenzia un aumento generalizzato nel periodo post-pandemico (2020–2024) rispetto al quinquennio precedente (2015–2019).
Tra le diverse categorie, gli Energetici registrano l’aumento più marcato, con un incremento medio di oltre 9 punti percentuali, seguiti da Legno e Carta, Ferrosi e Alimentari. Questo incremento riflette l’instabilità causata da pandemia, crisi energetica e tensioni geopolitiche, che hanno compromesso la regolarità delle catene globali del valore.

Al contrario, le categorie Preziosi, Plastiche ed Elastomeri e Non Ferrosi si collocano tra le meno volatili, pur registrando comunque un incremento nel periodo più recente.

Entrando più nel dettaglio, le tabelle seguenti riportano la volatilità e le variazioni tra i due periodi considerati, riferite ad alcuni prezzi finanziari delle singole commodity.

Prezzi finanziari delle commodity con volatilità più elevata

Famiglie prodotti PricePedia Singolo prodotto Periodi Differenze tra i due periodi
gen.2015–dic.2019 gen.2020–dic.2024
EnergeticiGas Naturale TTF (Olanda) (ICE), prezzo/MWh10.6139.0428.43
Energetici Gas Naturale NBP (UK) (ICE), prezzo/Therm11.1938.0826.89
Energetici Gas Naturale liquefatto JKM (Asia) (CME), prezzo/MMBtu12.4633.0420.58
Energetici WTI (CME), prezzo/barile9.7922.6812.89
Energetici Carbone termico Australia (ICE)8.3921.2212.83
Legno e Carta Carta riciclata OCC (NOREXECO)6.5519.5312.98
Energetici Gas Naturale Henry Hub (USA) (NYMEX), prezzo/MMBtu9.6118.038.42
Legno e Carta Legname di conifere USA (CME), prezzo/Thousand Board Feet8.8816.077.19
Ferrosi Coils a caldo USA (CME), prezzo/Short Ton8.4615.917.45
Energetici Propano liquefatto (CME), prezzo/Gallone12.7114.091.38

A livello di singole commodity, la maggiore volatilità si concentra chiaramente all’interno della famiglia degli Energetici. In cima alla classifica si trovano il Gas Naturale TTF, il Gas NBP britannico e il Gas naturale liquefatto JKM, tutti con incrementi di volatilità superiori ai 20 punti percentuali. Anche il Petrolio WTI ha mostrato una dinamica eccezionale, culminata nell’episodio storico di aprile 2020 in cui il prezzo è temporaneamente sceso sotto lo zero.


Prezzi finanziari delle commodity con volatilità meno elevata

Famiglie prodotti PricePedia Singolo prodotto Periodi Differenze tra i due periodi
gen.2015–dic.2019 gen.2020–dic.2024
Non ferrosiPiombo (SHFE)5.253.38-1.87
Alimentari Zucchero grezzo 16 (ICE), prezzo/Libbra2.693.991.30
Preziosi Oro (CME), prezzo/Oncia Troy3.244.521.28
Plastiche ed Elastomeri Polipropilene Cina (DCE)6.674.69-1.98
Plastiche ed Elastomeri LLDPE Cina (DCE)5.114.87-0.24
Alimentari Riso grezzo (CME), prezzo/Short Hundredweight5.725.56-0.16
Legno e Carta Pasta carta NBSK Europa (NOREXECO)3.825.631.81
Non Ferrosi Alluminio (SHFE)4.165.911.75
Non Ferrosi Rame (SHFE)5.316.100.79
Non Ferrosi Zinco (SHFE)6.726.19-0.52

Tra i prodotti meno volatili si segnalano invece metalli come Piombo, Alluminio, Rame e Zinco, alimentari come Riso e Zucchero, e plastiche come Polipropilene e LLDPE (entrambi quotati in Cina), i quali hanno mantenuto una volatilità contenuta nel tempo.

Degno di nota è anche l’Oro, che pur registrando un lieve aumento, conferma il suo ruolo di bene rifugio nei momenti di turbolenza, con una delle volatilità più basse tra tutte le commodity analizzate.

Particolarmente interessante è il caso del comparto Alimentari, che nel complesso ha registrato un aumento medio della volatilità, ma si presenta meno omogeneo rispetto ad altre famiglie. La presenza al suo interno di prodotti molto stabili, come Riso e Zucchero, bilancia l’elevata instabilità di materie prime come Cacao e Caffè, la cui volatilità è stata tra le più alte, pur non figurando tra i primi dieci prodotti più volatili in assoluto.

Conclusioni

Calcolato l'indicatore di volatilità dei prezzi finanziari delle commodity, si può procedere verso un’analisi più ampia. Come già accennato, la volatilità dei prezzi finanziari tende a trasmettersi o a influenzare quella dei prezzi fisici.
Pertanto, partendo da questo primo indicatore, è possibile sviluppare un ulteriore indicatore volto a misurare e interpretare la volatilità dei prezzi fisici delle commodity, offrendo così un quadro più completo dei rischi di prezzo fisico, relativo agli effettivi acquisti delle imprese di trasformazione.


[1] Un valore pari a 10 significa, ad esempio che il prezzo ha registrato un coefficiente di variazione e una variazione media assoluta settimanale, mensile, annuale, pari, in media, al 10%.