Prezzi delle commodity: superata l'anomalia di giugno
Energetici in calo per la de-escalation mediorientale; metalli ferrosi e non ferrosi su trend divergenti
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Indicatori Congiunturali Settimana Finanziaria Materie Prime Lo scorso fine settimana, a seguito dell'attacco degli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani, il parlamento dell'Iran ha approvato una mozione a favore della chiusura dello Stretto di Hormuz, snodo strategico per il transito marittimo del petrolio greggio proveniente dal Golfo Persico. Tale notizia ha spinto molti analisti a ipotizzare un nuovo rialzo dei prezzi energetici, alimentato dai timori di uno shock negativo sull’offerta, considerando che dallo Stretto di Hormuz transita oltre il 20% del petrolio trasportato via mare e oltre il 30% del gas naturale liquefatto a livello mondiale.
Tuttavia, contrariamente alle aspettative, l’inizio della settimana ha registrato un calo dei prezzi energetici, specialmente per quelli del petrolio: i prezzi del Brent sono scesi di oltre il 7% nella sola giornata di lunedì.
La reazione dei mercati ha riflesso una valutazione di de-escalation di quanto accaduto nel fine settimana: nessun sito energetico è stato colpito, non si sono registrate vittime e le dichiarazioni ufficiali hanno escluso una reale intenzione di Teheran nel procedere al blocco dello Stretto. La chiusura di questo passaggio sarebbe, infatti, un duro colpo per l'economia iraniana perchè metterebbe a rischio le proprie esportazioni petrolifere, la principale fonte di entrata del Paese.
Alcuni analisti hanno ipotizzato che la discesa dei prezzi del petrolio sia stata causata da operatori finanziari che disponessero di informazioni privilegiate, che avrebbero permesso loro di anticipare l'allentamento effettivo delle tensioni in Medio Oriente. Al momento della discesa dei prezzi, infatti, non era ancora stata resa nota la proposta di pace presentata poco dopo dal presidente Trump tra Iran e Israele. Successivamente, in seguito a questa proposta, le quotazioni del Brent hanno registrato un’ulteriore contrazione del 6%, nella giornata di martedì, per poi stabilizzarsi intorno ai 67 dollari al barile.
I prezzi del gas naturale europeo TTF Olanda hanno anch’essi seguito una forte discesa dei prezzi nell’arco della settimana. Dopo un primo calo già lunedì, i prezzi sono crollati definitivamente martedì, con una discesa del 12% a seguito della proposta di pace, proseguendo poi il trend ribassista per il resto della settimana.
Diversamente, i prezzi dei metalli industriali, sia ferrosi che non ferrosi, sono rimasti relativamente immuni alle news provenienti dal Medio Oriente.
Tra i metalli di base, lo zinco è quello che ha registrato la variazione più significativa, con un aumento del 3%. Il rialzo è stato sostenuto dall’annuncio di uno sciopero presso la fonderia peruviana di Cajamarquilla, la più grande fonderia di zinco dell’America Latina, con una capacità produttiva annua di circa 345.000 tonnellate.
Nel comparto alimentare, cereali e oli hanno mostrato una inversione di tendenze rispetto alle dinamiche dei prezzi della scorsa settimana. In particolare, la flessione del prezzo del petrolio ha parzialmente neutralizzato i rialzi dell’olio di semi di soia segnalati nell’analisi della scorsa settimana: "Rischi geopolitici e sicurezza energetica: la valutazione dei mercati".
Le commodity tropicali hanno evidenziato oscillazioni contrastanti: mentre il cacao ha attenuato la discesa della settimana scorsa, il prezzo del caffè ha continuato a calare, riflettendo il miglioramento delle condizioni meteorologiche del Brasile.
Inflazione USA
Nel mese di maggio, l’inflazione PCE negli Stati Uniti è cresciuta dello 0.1% rispetto ad aprile, con un tasso annuo che raggiunge il 2.3%. L’inflazione core, che esclude i beni più volatili ovvero cibo ed energia, è cresciuta dello 0.2% su base mensile, arrivando al 2.7% su base annua.
Questi dati indicano una leggera pressione rialzista sui prezzi statunitensi, in linea con le aspettative degli analisti. Nel frattempo la Federal Reserve continua a mantenere un atteggiamento prudente, monitorando con attenzione l’evoluzione dell’inflazione, che è attesa in aumento a seguito delle politiche commerciali protezionistiche del presidente Trump.
Analisi Macroeconomica
PMI flash
Le nuove stime flash del Purchasing Managers Index (PMI) evidenziano una stagnazione per l’economia europea e un rallentamento della crescita negli Stati Uniti.
In Europa, tutti gli indici PMI flash di giugno sono rimasti invariati rispetto ai dati di maggio.
Il settore manifatturiero continua a rappresentare il punto più critico per l'eurozona, con valori che confermano una fase di contrazione e risultati inferiori alle aspettative degli analisti.
Negli Stati Uniti si registra un rallentamento della crescita del settore manifatturiero e una stabilità di quello dei servizi, sebbene entrambi i PMI rimangano comunque superiori alle previsioni degli analisti.
Questi dati confermano l'attuale resilienza dell’economia americana, che continua a crescere al di sopra delle aspettative.
Congiuntura Cina
In Cina, la crescita economica resta solida, trainata dal settore manifatturiero e dai consumi interni.
Nel primo trimestre, il PIL ha mantenuto un ritmo superiore al 5% su base annua, confermando un’espansione robusta. Tuttavia, nella seconda metà dell’anno è attesa una graduale moderazione, compensata dall’intensificazione delle misure di stimolo varate dalle autorità.
Attualmente, i principali punti di fragilità dell’economia cinese restano la pressione derivante dai dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti e la persistente debolezza del mercato immobiliare.
APPENDICE NUMERICA
ENERGIA
Dopo settimane di crescita dei prezzi, l'indice finanziario PricePedia dei prodotti energetici subisce una forte caduta settimanale provocata dall'allentamento delle tensioni in Medio Oriente.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia

La heatmap degli energetici si tinge di verde evidenziando forti cali dei prezzi del petrolio e del gas naturale.
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro

MATERIE PLASTICHE
L'indice finanziario cinese delle materie plastiche e degli elastomeri subisce una flessione dei prezzi a inizio settimana, per riprendersi parzialmente negli ultimi giorni.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche

La heatmap segnala una discesa generale dei prezzi cinesi delle termoplastiche e degli elastomeri.
HeatMap dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri in euro

FERROSI
L'indice dei metalli ferrosi Europa ha seguito una dinamica settimanale laterale, mentre quello cinese ha mostrato una lieve flessione.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi

La heatmap dei metalli ferrosi segnala riduzioni settimanali dei prezzi, seppur contenute.
HeatMap dei prezzi dei ferrosi in euro

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NON FERROSI INDUSTRIALI
Al netto delle oscillazioni, i due indici dei metalli non ferrosi registrano lievi aumenti dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali

Dall'analisi della heatmap emerge un aumento settimanale del prezzo dello zinco.
HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro

ALIMENTARI
L'analisi degli indici finanziari dei prezzi alimentari evidenzia un crollo dei cereali e degli oli, a fronte di oscillazioni per le commodity tropicali.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari

CEREALI
L'heatmap evidenzia una forte caduta dei prezzi dei cereali, specialmente per quelli del frumento.
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali

TROPICALI
La heatmap dei tropicali segnala una riduzione settimanale dei prezzi del caffè
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali

OLI
Dalla heatmap si evidenzia una discesa generale dei prezzi degli oli alimentari, specialmente per l'olio di canola e per l'olio di semi di soia.
HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari
