Mercati energetici in bilico: gas stabile, petrolio guidato da segnali macro, carbone sotto pressione nonostante i tagli all’offerta

Andamento settimanale delle commodity energetiche

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Energetici Indicatori Congiunturali Analisi settimanale energetici

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Gas Naturale

Di seguito vengono illustrate le variazioni delle quotazioni di venerdì 16 maggio sul mercato del gas naturale, rispetto al venerdì precedente:

  • TTF Olanda 35.2 €/MWh (+0.6 €/MWh)
  • HenryHub USA 10.2 €/MWh (-1.3 €/MWh)
  • JKM Asia 35.0 €/MWh (+0.2 €/MWh)

Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari

La scorsa settimana il mercato del gas ha registrato bassa volatilità e scarsi stimoli esogeni, proseguendo in una fase di consolidamento laterale. Le temperature estive hanno contenuto la domanda sul continente europeo, favorendo un incremento delle iniezioni negli stoccaggi del Nord-Ovest Europa, nonostante l’interruzione delle esportazioni di GNL dalla Francia per manutenzione fino al 24 maggio.
Le previsioni meteo indicano un calo delle temperature per fine mese, ma con la domanda di riscaldamento ormai ai minimi stagionali, l’effetto atteso sul mercato appare limitato.

Un elemento di rilievo atteso è la manutenzione programmata per il 21 maggio sugli impianti norvegesi di Troll e Kollsnes, che comporterà una riduzione sostanziale dei flussi verso l’Europa. Contestualmente, la capacità d’ingresso ai terminali di Dunkerque ed Emden sarà dimezzata, accentuando temporaneamente la tensione lato offerta. È previsto un supporto ai prezzi sul breve termine, soprattutto sui contratti prompt, sebbene in parte già prezzato. Nella mattinata di oggi, il TTF front-month ha segnato un moderato rialzo, attestandosi a 35.40 €/MWh. Le esportazioni norvegesi sono diminuite di 18 mcm/giorno, mentre le spedizioni di GNL potrebbero contrarsi di circa 150 GWh/giorno. Gli stoccaggi europei risultano attualmente al 44.47% della capacità. Continuano a essere monitorati con attenzione gli sviluppi sui colloqui di pace in Ucraina.

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Petrolio

Venerdì 16 maggio i futures sul Brent hanno chiuso a 65.4 $/barile, in rialzo di 1.5 $/bbl rispetto ai prezzi del venerdì della settimana precedente. Anche il WTI ha registrato una crescita di 1.5 $/bbl, chiudendo le quotazioni a 62.5 $/bb.

Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio

I prezzi del petrolio sono scesi lunedì mattina, appesantiti dal downgrade del rating sovrano statunitense da parte di Moody’s e dai dati macroeconomici cinesi che hanno mostrato un rallentamento della produzione industriale e delle vendite al dettaglio. Entrambi i fattori hanno alimentato timori sulle prospettive economiche delle due maggiori economie e principali consumatrici di petrolio al mondo, dopo il recente accordo tra Pechino e Washington per ridurre i dazi.
A pesare sul sentiment anche le dichiarazioni del segretario al Tesoro USA Scott Bessent, che ha ribadito l’intenzione del presidente Trump di applicare dazi ai partner commerciali che non negoziano "in buona fede".
Infine, gli operatori monitorano i colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran. L’inviato USA Witkoff ha posto come condizione la rinuncia iraniana all’arricchimento dell’uranio, attirando critiche da Teheran. Secondo John Evans (PVM), i negoziati restano incerti e potrebbero protrarsi per mesi.

Carbone Termico

Venerdì 16 maggio 2025 il prezzo del carbone termico Europa API2 ha chiuso a 94.9 $/ton, in calo di 1.1 $/ton rispetto al venerdì della settimana precedente.
I futures del Carbone termico Australia sono rimasti stabili con una cresita di 0.1 $/ton, chiudendo a 99.0 $/ton.

Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa

I prezzi spot in Cina (Qinhuangdao) non sono stati aggiornati per via delle festività, ma le scorte nei principali porti del Bohai Rim sono scese dell’1.3% settimanale (ma +30.5% annuo). Il carbone indonesiano a basso contenuto energetico ha registrato un calo marginale dello 0.1%.
Nel mercato del carbone metallurgico, i prezzi FOB Queensland sono rimasti stabili a 187.00 $/ton. Previsioni meteo con venti deboli sostengono i prezzi del carbone in Europa, ma la maggiore generazione solare attesa ne mitiga l’effetto.
L’aumento stagionale delle rinnovabili mette ulteriore pressione sull’API2. I tagli all’offerta, pur presenti (es. Glencore, Drummond), non sono ancora sufficienti a compensare la domanda debole.
Le incertezze macroeconomiche, in particolare sui dazi USA-Cina, continuano a pesare negativamente sulle prospettive della domanda di carbone.