Inflazione e prezzi delle commodity
L'inflazione cala, ma troppo lentamente per produrre effetti sui mercati delle commodity
Pubblicato da Luca Sazzini. .
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I nuovi dati sull'inflazione negli Stati Uniti hanno segnalato un rallentamento della crescita dei prezzi più forte di quello atteso dagli analisti.
L'Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) è salito del 3.2% su base annua, inferiore rispetto alle previsioni degli esperti del 3.3%.
Su base mensile l'IPC è rimasto invariato, contro lo 0.1% delle attese degli analisti.
Il core rate, ossia l'indice dei prezzi al consumo depurato dai beni più volatili come energia e almentari, ha registrato un aumento del +0.2% su base mensile e del 4% su base annuale, contro le attese di un +0.3% m/m e di un 4.1% a/a.
Questo abbassamento dell'infalzione è causato principalmente dal calo dei prezzi degli energitici nel mese di ottobre, mentre, secondo il Senior Market Strategist Filippo Diodovich, la riduzione dell'indice core è da attribuire al calo dei prezzi delle macchine usate e dei servizi nel campo medico.
Altre notizia importante riguarda il calo dell'inflazione della Gran Bretagna, in cui si registra un'altra riduzione dei prezzi al di sopra delle aspettative.
L'indice dei prezzi al consumo ha registrato il minor incremento da ottobre 2021 segnalando un tasso del 4.6%, in forte calo rispetto al 6.7% di settembre. L'IPC dei servizi si attesta ora al 6.6% su base annua, al di sotto delle previsioni della BoE del 6.9%.
Queste informazioni hanno rafforzato ulteriormente le aspettative sulla conclusione delle politiche monetarie restrittive, generando un rialzo nei principali indici di borsa. Tuttavia, per quanto riguarda il mercato delle commodity, non si sono rilevate particolari variazioni a fronte della riduzione dell'inflazione.
Anche questa settimana il fronte di maggiore incertezza riguarda il prezzo del petrolio.
L'incertezza dei prezzi petroliferi
Questa settimana i mercati energetici sono stati messi sotto pressione dalla volatilità del prezzo del Brent, che ha iniziato
la settimana a 82.5 $/barile per poi crollare giovedì a 77.5 e recuperare significativamente il giorno successivo.
La determinante principale dietro a questi movimenti dei prezzi del petrolio sembra essere l'aumento delle scorte statunitense che sono salite di 3.59 milioni di barili nell'ultima settimana, raggiungendo poco più di 439 milioni di barili, il livello più alto da agosto 2023.
La dinamica erratica dei prezzi del petrolio sembra aver preoccupato i membri dell' OPEC, in particolare l'Arabia Saudita.
La probabilità di una proposta dei sauditi a favore di un taglio di 1 milione di barili al giorno all’inizio del prossimo anno
sembra, quindi, sempre più probabile.
Dal confronto tra il prezzo spot e future emerge una situazione di backwardation, ci si aspetta quindi una riduzione futura dei prezzi del petrolio per la fine del 2025, con un prezzo che potrebbe scendere sotto ai 75$.
I marcati finanziari non sembrano quindi esprimere molta fiducia nella capacità dell'OPEC+ di dar seguito al suo
obiettivo di un prezzo target del petrolio di 85$ al barile.
ENERGIA
Questa settimana il calo dei prezzi petroliferi ha trainato verso il basso l'indice dei prezzi dell'energia.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia
La Heatmap delle commodity energetiche evidenzia un calo generale dei prezzi che ha colpito maggiormente i prezzi del petrolio e del carbone termico.
Continuano invece a rimanere in rialzo le medie mobili a tre giorni dei prezzi del PSV e del PUN, anche se registrano delle variazioni molto inferiori rispetto a quelle verificatesi la scorsa settimana.
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro
MATERIE PLASTICHE
Questa settimana l'indice finanziario delle materie plastiche torna a registrare una crescita.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche
Nella heatmap che segue si riportano i prezzi in euro delle materie plastiche contenute nell'indice.
HeatMap dei prezzi delle materie plastiche in euro
Dalla heatmap si rileva un aumento dei prezzi della gomma naturale RSS3.
FERROSI
Gli indici in dollari dei ferrosi Europa continuano a registrare spostamenti di prezzo laterali, mentre arrivano segnali di crescita dall'indice del ferrosi cinese.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi
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Dato l'apprezzamento registrato dall'euro nei confronti del dollaro, i prezzi in euro riportati nella heatmap che segue non si presentano variazioni di prezzo significative. Tra i prezzi in riduzione, da segnalare la diminuzione dei prezzi del molibdeno.
HeatMap dei prezzi dei metalli ferrosi in euro
NON FERROSI
Questa settimana entrambi gli indici dei non ferrosi sono rimasti stabili reallizando variazioni poco significative.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi
Dalla heatmap si rileva un calo dei prezzi di nichel e alluminio, a fronte di un incremento dell'argento.
HeatMap dei prezzi dei metalli non ferrosi in euro
ALIMENTARI
Questa settimana registrano segnali di leggero aumento l'indice in dollari degli oli e dei tropicali, mentre l'indice dei cereali continua nel suo sentiero di stabilità che dura ormai dalla metà di agosto.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari
CEREALI
Dalla heatmap si rileva una riduzione dei prezzi del grano.
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali
ALIMENTARI TROPICALI
Dalla heatmap si evince un lieve calo dei prezzi dello zucchero, a fronte di un leggero aumento dei future sul caffè.
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali
OLI
La heatmap degli oli segnala un piccolo incremento dei prezzi, ma con tassi molto modesti.