Double dip nel ciclo industriale globale

Cina prima ed Europa poi hanno prodotto due fasi ravvicinate di riduzione dei livelli industriali mondiali

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Indicatori Congiunturali Congiuntura

Il peso dell'industria sulla domanda totale di materie prime è certamente preponderante. Sono poche, infatti, le materie prime che possono essere consumate senza un precedente processo di trasformazione. Lo sono certamente il gas naturale e l'energia elettrica che sono acquistati anche da famiglie e servizi, ma non è il caso, ad esempio, del petrolio che per essere utilizzato deve essere trasformato dall'industria petrolifera in benzina, gasolio o olio combustibile oppure, dall'industria petrolchimica, in materie plastiche. Allo stesso modo, se l'oro può essere acquistato in lingotti da soggetti, diversi dall'industria, quale forma di investimento finanziario, la quasi totalità dei metalli diversi dai preziosi è utilizzata come input per la produzione di altri beni o nell'industria delle costruzioni. La stessa situazione caratterizza, invariata, tutte le altre famiglie di commodity: dai prodotti chimici, alla carta, dal legno ai prodotti tessili.

È possibile quindi utilizzare l'indice della produzione industriale mondiale (IPIM) quale proxy della domanda globale di materie prime. L'analisi congiunturale della dinamica dell'IPIM assume, quindi, un ruolo particolarmente importante per analizzare le condizioni di mercato globale delle materie prime. In questo ambito, negli ultimi due anni si sono verificati fatti che rappresentano un unicum, almeno in questo secolo: l'IPIM ha registrato un double dip, ossia due fasi ravvicinate di diminuzione, la prima nell'estate e autunno del 2022 e la seconda iniziata nell'estate 2023 e attualmente in corso.

Il grafico che segue riporta l'idice IPIM da ottobre 2021 a ottobre 2023.

Indice della produzione industriale mondiale

Indice della produzione industriale mondiale

Il double-dip è evidente in modo chiaro dal grafico. A causa di questo double-dip, la produzione industriale mondiale a ottobre 2023 presenta lo stesso livello registrato a gennaio 2022.

Sono quindi 22 mesi che la produzione industriale mondiale e, di conseguenza, la domanda globale di materie prime non crescono.

I fattori alla base del double-dip

Politica zero-Covid cinese

La prima riduzione dei livelli di attività nella seconda parte del 2022 è stata determinata dall'introduzione della politica zero-covid da parte del governo cinese tra il marzo 2022 e la fine del 2022.
La politica cinese zero-Covid è stato il tentativo di prevenire la diffusione del coronavirus attraverso misure draconiane, attuando una strategia che prevedeva l'uso di chiusure rigorose associate a test di massa. Dalla fine di marzo 2022, interi quartieri sono stati isolati in tutto il Paese. Il 28 marzo è iniziato il lockdown a Shanghai. La città è stata chiusa per condurre un test di massa e controllare il focolaio da Omicron in crescita. Per oltre un mese, fino all'inizio di maggio, i residenti hanno dovuto rimane in casa e tutte le attività non essenziali sono state chiuse e il trasporto pubblico sospeso.
Le politica zero-Covid cinese è proseguita nel corso dell'estate 2022 coinvolgendo molte città del Paese, fino a provocare nell'autunno proteste di piazza, sempre più estese. In novembre, il governo cinese è arrivaro a schierare le forze dell’ordine per disperdere gli assembramenti di protesta, ma senza successo. Preoccupato per le proteste, alla fine del 2022, il governo di Xi Jinping ha messo fine alla politica zero Covid, dando priorità alla ripresa economica e creando i presupposti per un recupero dei livelli di attività.

Crisi industriale europea

A settembre 2022, l'indice dei responsabili degli acquisti (Purchasing Managers Index: PMI) europeo[1] è sceso sotto la soglia critica di 50[2], per poi crollare sotto a 45 a maggio 2023 e mantenersi ben al di sotto di questo livello per tutta l'estate. Ad ottobre 2023 il PMI europeo ha registrato un livello pari a 43, indicando una valutazione da parte dei responsabili acquisti di prosecuzione dell'attuale fase di significativa riduzione dei livelli di attività industriali in Europa.
Le motivazioni di questa crisi industriale europea vanno ricercate nella perdita di competitività dell'industria europea, soprattutto tedesca, a fronte dello shock energetico del 2021 e 2022 e nell'aumento dei tassi di interesse di intervento della BCE, aumentati tra luglio 2022 e settembre 2023 da 0 a 4.5%.

Il grafico che segue mette in prospettiva storica l'evoluzione recente del PMI e consente di valutare l'attuale fase confrontandola con le precedenti fasi di crisi. Non vi sono dubbi che l'attuale fase di crisi industriale europea sta assumendo un peso sempre più significativo.

Purchasing Managers Index: PMI - Europa

Gli effetti del double dip sui mercati delle commodity

L'effetto prodotto dal double dip dell'IPIM è una fase di incertezza nella domanda mondiale di materie prime. In tutti i periodi storici passati, è sempre stato abbastanza chiaro quando l'industria mondiale stava seguendo un trend di crescita o di diminuzione. La difficoltà di analisi è sempre stata quella di cogliere i momenti di svolta, ma in ogni momento è sempre stato abbastanza evidente la direzione verso cui si stava muovendo l'industria mondiale. Negli ultimi due anni è venuta meno questa evidenza. Di conseguenza, la domanda complessiva di materie prime si sta muovendo a singhiozzo, rendendo difficile interpretare le reali condizioni dei diversi mercati.
L'effetto di questa situazione è un movimento "laterale" generalizzato dei prezzi delle materie prime sui mercati finanziari. Nel grafico che segue sono riportati i tre indici di prezzi finanziari di commodity maggiormente legate alla domanda mondiale:

  1. l'indice finanziario dei prezzi dei metalli non ferrosi quotati al London Metal Exchange;
  2. l'indice finanziario dei prezzi dei metalli ferrosi in Europa;
  3. l'indice finanziario dei prezzi delle materie plastiche ed elastomeri, quotate nelle borse cinesi.
Indici PricePedia di prezzi finanziari delle commodity

Tutti e tre gli indici, dopo la forte flessione registrata nella primavera e nell'estate 2022, da oltre 15 mesi si stanno muovendo solo lateralmente con fasi di aumento o calo dei prezzi molto limitate. Dietro ad una volatilità dei prezzi finanziari di breve periodo che si mantiene molto elevata, la volatilità di medio/lungo periodo negli ultimi 15 mesi si è fortemente ridotta. Naturalmente, le dinamiche dei prezzi delle singole commodity possono essere molto diverse, ma il fenomeno nel suo complesso è ben rappresentato dagli indici riportati nel grafico.

Conclusioni

La relazione esistente tra dinamica dell'IPIM e la dinamica dei prezzi finanziari delle materie prime suggerisce l'importanza di monitorare le dinamiche del livelli industriali mondiali per cogliere il possibile momento in cui le condizioni di domanda si caratterizzeranno in modo tale da determinare dei cicli significativi di variazioni dei prezzi. Le previsioni contenute nello scenario PricePedia di novembre 2023 posticipano al 2025 una possibile fase di crescita della produzione industriale mondiale tale da caratterizzare anche la domanda globale di materie prime, con l'effetto di avviare un nuovo ciclo di aumenti dei prezzi delle commodity. Le variabili in gioco sono, tuttavia, molte e di difficile valutazione: guerre e tensioni commerciali, inflazione e politiche monetarie, politiche industriali e riorganizzazione delle catene del valore. I rischi di previsione sono pertanto elevati, rendendo l'informazione aggiornata un fattore sempre più importante del successo aziendale.


[1] L'indice considerato riguarda i risultati dell'indagine presso i responsabili di acquisto di imprese manifatturiere.
[2] Un indice PMI pari a 50 indica che sono equivalenti le quote di responsabili di acquisto che giudicano in crescita o in diminuzione i livelli di attività della loro impresa. Valori superiori/inferiori a 50 indicano una prevalenza di giudizi positivi/negativi.