La settimana della politica monetaria

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

.

LME Indicatori Congiunturali Rame Macroeconomia Doctor Copper Says

Rispetto alla chiusura dello scorso venerdì, negli ultimi giorni dal prezzo del rame quotato a Londra e a Shanghai non sono giunti significativi segnali di movimento, quanto piuttosto una sostanziale stabilità. Se i mercati inglesi sono rimasti chiusi in occasione del primo maggio, per poi tornare operativi a partire da martedì 2, in Cina le festività si sono protratte invece fino al 3 maggio. Lo Shanghai Futures Exchange (SHFE) è tornato operativo nella giornata di giovedì, quando il prezzo del rame si è confermato su livelli pressochè equivalenti rispetto alla chiusura di venerdì 28 aprile (+0.15%); lieve calo, invece, al London Metal Exchange (-0.36%).

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

Non si percepisce, dunque, una reazione significativa sul fronte del rame alle ultime notizie di politica monetaria diffuse questa settimana. Nel nostro quadro di un periodico monitoraggio dello stato di salute dell’economia, non possiamo infatti tralasciare gli ultimi incontri di politica monetaria di Banca Centrale Europea e Federal Reserve americana – eventi che, tanto più in questo momento storico di elevata inflazione e tassi di interesse in crescita, sono al centro dell’attenzione dei mercati.

Due rialzi e due visioni

Le decisioni di maggio sulle due sponde dell’Atlantico hanno portato ad un verdetto comune da parte di FED e BCE, quantomeno in merito all’entità del rialzo, che è stato in entrambi i casi pari a 25 punti base, andando tendenzialmente a confermare le aspettative dei mercati.
Il tasso USA passa quindi a 5-5.25%, mentre nell’Eurozona sale al 3.75% il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali; salgono di 25 punti base anche gli altri due tassi di riferimento della BCE, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale.

chart

Diversa è risultata invece la linea dei due interventi in merito alle future manovre. Si segnala infatti come la FED, rispetto al precedente meeting di marzo in cui aveva anticipato l’intenzione di successivi rialzi, nell’incontro di questa settimana abbia preferito optare un approccio data dependent: “Our future policy actions will depend on how events unfold”. Come sottolineato dallo stesso presidente Powell, si tratta di un cambiamento significativo.
Non sono state rilasciate esplicite dichiarazioni in merito ad una pausa nei rialzi, ma questa possibilità sembra ormai cominciare a definirsi con chiarezza. Sempre dalle parole di Powell: “We're much closer to the end of this than to the beginning […] you know, we're getting close or maybe even there”.

chart

Dall’annuncio della BCE, invece, la prospettiva di una pausa nel ciclo dei rialzi non è sembrata altrettanto prossima: come emerso dalle dichiarazioni della presidente Lagarde, “we are not pausing, that’s very clear”. L’istituto di Francoforte ha quindi preferito optare per una linea che rimane vaga in merito all’andamento dei tassi; anche in questo caso l’approccio si dichiara dipendente dai dati economici, ma sono visti come probabili ulteriori rialzi “alla luce delle perduranti alte pressioni inflazionistiche”, per perseguire l’obiettivo di un’inflazione al 2%.

Anche in Cina vacilla l’industria manifatturiera

Allargando lo sguardo ad Oriente, si segnala l’uscita questa settimana dei dati di aprile per il Caixin China PMI per il settore manifatturiero ed i servizi. L’indice per i servizi si è confermato ampiamente sopra la soglia di neutralità (50), collocandosi a 56.4. Il settore ha continuato, dunque, la sua fase di espansione nel mese di aprile, principalmente dovuta, secondo le imprese intervistate, ad un miglioramento nelle condizioni di mercato e ad un incremento nel numero dei clienti. Si segnala però un rallentamento dei ritmi di crescita tanto in termini di output che di nuovi ordini rispetto a marzo. Il fronte dei servizi conferma quindi una progressiva normalizzazione, con l’uscita dall’emergenza pandemica.
Non è risultata altrettanto dinamica la performance del manifatturiero, per il quale si segnala, ad aprile, un marginale deterioramento nelle condizioni di business. Le aziende hanno infatti riportato un aumento solo parziale della produzione; l’indice è passato dal livello medio di 50 nel mese di marzo, al 49.5 di aprile. Benchè nel complesso marginale, si è trattato del primo peggioramento della salute del settore manifatturiero da tre mesi a questa parte – elemento che ha a sua volta pesato sul prezzo del rame.

In questa fase, industria e servizi sembrano quindi muoversi in direzioni divergenti: sulla stessa linea anche l’Eurozona, come emerso dai relativi indici PMI, e come segnalato anche dalla BCE nelle sue ultime dichiarazioni di politica monetaria.


Vuoi restare aggiornato sull’andamento dei mercati delle commodity?
Iscriviti gratuitamente alla newsletter PricePedia!
Visualizza le ultime newsletter PricePedia