Calma “apparente” nel comparto gas: la preoccupante siccità sulle Alpi minaccia una possibile risalita dei prezzi

Analisi settimanale delle commodity energetiche

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Gas Naturale

Alla chiusura di venerdì 24 marzo sul mercato del gas naturale si sono registrati i seguenti livelli di prezzo1:

  • TTF Olanda 41.1 €/MWh (-1.8 €/MWh)
  • HenryHub USA 7.1 €/MWh (-0.5 €/MWh)
  • NBP Regno Unito 39.5 €/MWh (-1.5 €/MWh)
  • JKM Asia 40.3 €/MWh (-2 €/MWh)
  • PSV Italia 45.3 €/MWh (-1.1 €/MWh)

Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari

A seguito dell’anomala volatilità degli indicatori del Gas degli ultimi 2 anni, il TTF per la prima volta da giugno 2021 è rientrato ai livelli di prezzi del gas indicizzato al petrolio. L’indice TTF è infatti sceso di quasi il 90% rispetto ai picchi raggiunti ad agosto, grazie a un inverno mite, un'offerta di GNL record e i livelli di stoccaggio ben al di sopra della media quinquennale. Fattori cruciali per esercitare una pressione al ribasso sui prezzi del gas sono stati anche l’intervento tempestivo delle politiche regolatorie di Bruxelles e la scelta dei consumatori di risparmiare sul gas.
Mentre ci avviciniamo verso la fine della stagione invernale, i siti di stoccaggio del gas hanno registrato un aumento netto dei loro livelli, nonostante gli scioperi francesi che ancora bloccano 3 dei 4 terminali di GNL nazionali.
Persiste la siccità sull’arco alpino, con i bacini idroelettrici e i livelli d'acqua nei sistemi fluviali sui valori minimi storici. Quest'ultimo aspetto avrà molto probabilmente un impatto sulla produzione di energia nucleare francese a causa delle restrizioni sull'acqua di raffreddamento.
Un ulteriore fattore di preoccupazione è l'eliminazione delle restrizioni Covid in Cina, che ha importato circa il 12% in meno di GNL nei mesi di gennaio e febbraio rispetto all'anno precedente. Ciò ha contribuito ad abbassare i prezzi del GNL.

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Petrolio

Lo scorso venerdì il Brent è stato quotato a 75 $ al barile (+2 $), il WTI ha chiuso a 60.3 $ al barile, registrando un aumento rispetto alla scorsa settimana di 2.5 $ e infine l’Oman/Dubai che ha registrato un livello di 74 $ al barile (+2.3 $).

Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio

La settimana è iniziata coi benchmark petroliferi in rialzo a causa delle tensioni geopolitiche sorte in seguito al commento del presidente russo Putin nel weekend sull'installazione di armi tattiche nucleari in Bielorussia. Tale dichiarazione ha generato forti preoccupazioni sul fronte occidentale, comportando un aumento dei prezzi.
Sul fronte orientale novità degna di nota è la stipula del contratto tra la compagnia petrolifera Saudi Aramco e i suoi partner cinesi per la realizzazione di una raffineria nel nord-est della Cina, il cui inizio è previsto per il 2026. Saudi Aramco ha firmato tale accordo per soddisfare il crescente fabbisogno cinese di idrocarburi. Il secondo grande investimento petrolchimico di Aramco in Cina prevede la costruzione di una raffineria di petrolio da 300.000 bpd e di un cracker con una capacità produttiva annua di 1,65 milioni di tonnellate di etilene e 2 milioni di tonnellate di paraxilene.
Le esportazioni di benzina dall'Europa nord-occidentale (NWE) verso l'altra sponda dell'Atlantico sono aumentate nella settimana conclusasi a seguito di cinque prelievi consecutivi verso gli Stati Uniti, riducendo di conseguenza l'offerta verso l'Africa occidentale. La domanda USA di gasolio resta tuttavia ancora inferiore a quella del 2022 e il consumo potrebbe ridursi ulteriormente a causa delle preoccupazioni dovute alla potenziale recessione statunitense.

Carbone Termico

Infine, la scorsa settimana il carbone termico spot Europa è stato quotato a 125.8 €/Ton, registrando una lieve flessione pari a -0.8 €/Ton, mentre il prezzo del carbone termico spot Australia ha chiuso a 163.2 €/Ton, registrando un leggero incremento, pari a 0.4 €/Ton.

Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa

Continua inesorabile il crollo delle prospettive di consumo del carbone in Europa. L'ulteriore calo dei prezzi dell’indice TTF ha indebolito le prospettive di combustione di coke in Europa, date le probabili implicazioni di un maggiore passaggio dal carbone al gas nel settore energetico.
Le scorte di carbone presso i terminali di importazione ARA sono diminuite per la seconda settimana consecutiva (-1,4% su base annua) a 5,30 Mton. Le scorte rimangono comunque elevate, con un livello più che doppio rispetto al 2022.
In prospettiva, la previsione di temperature più basse della media in Europa continentale all'inizio della prossima settimana dovrebbe garantire un certo sostegno al consumo di carbone, ma ci si aspetta che se il mercato del gas continuerà ad avere un tono ribassista, il driver dominante dei prezzi API2 nel breve termine resterà quello attuale, aggirandosi sulla soglia dei 130 $/ton in netto calo rispetto ai 280 $/ton dell’anno precedente.
Lato extra-UE: La società australiana di estrazione del carbone New Hope ha registrato un forte aumento dei profitti, grazie all'aumento dei prezzi che ha più che compensato l'impatto dei minori volumi e dell'aumento dei costi. L'utile semestrale è più che raddoppiato a 668,6 milioni di dollari australiani mentre i ricavi sono aumentati del 54% a 1,425 miliardi di dollari australiani.
In Giappone secondo i dati doganali le importazioni di carbone termico sono aumentate dell'1,2% su base mensile nel mese di gennaio, raggiungendo 12,91 Mton, con un incremento del 5,5% rispetto allo stesso mese del 2022,. Su base annua invece le importazioni di carbone termico sono diminuite del 2,8%. Tale calo è in parte dovuto a un inverno particolarmente mite che ha frenato il consumo di carbone, nonché agli sforzi compiuti nel 2022 per accumulare scorte in seguito alle preoccupazioni del conflitto in Ucraina e le conseguenti ripercussioni sul commercio di carbone russo.


1. Il prezzo del gas naturale nei diversi mercati finanziari fa riferimento al prezzo registrato venerdì 24 marzo 2023. Il valore in parentesi indica la differenza con il venerdì precedente.