Contratto energia elettrica a prezzo fisso o variabile?

L'incertezza sui prezzi ha reso complessa la decisione sul tipo di contratto più conveniente

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Caro energia Energia Elettrica Strumenti e Metodologie

Nella prima settimana del 2023 il Prezzo Unico Nazionale (PUN) dell'energia elettrica è risultato di 183 euro/MWh, riflettendo interamente la riduzione del prezzo del gas al Punto di Scambio Virtuale (PSV) italiano, diminuito a 71 euro/MWh. Bisogna risalire all'estate 2021 per ritrovare un prezzo del gas così basso, grazie alle temperature mediamente elevate e alla maggior attenzione posta da famiglie e imprese alla riduzione dei consumi di energia.
Nonostante questa forte riduzione, i prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica e del gas continuano ad essere un multiplo dei prezzi precedenti all'attuale crisi energetica europea. Rispetto ai prezzi medi del 2019, essi risultano maggiori, rispettivamente, del 250% e del 350%. Inoltre, l'esperienza del 2022, con prezzi con picchi mensili superiori per l'energia elettrica a 500 euro/MWh e, per il gas, a 200 euro/MWh, hanno notevolmente aumentato il rischio associato alla possibile variazione dei prezzi. Questo maggior rischio si è poi riflesso sui prezzi d'offerta dei fornitori di luce e gas.
E' possibile misurare questo rischio in termini di coefficiente di variazione[1] del prezzo nell'arco di un dato periodo di tempo, ad esempio un triennio. Nella tabella che segue è riportata questa misura per i prezzi PUN e PSV nei due trienni 2017-2019 e 2020-2022.

Rischio variazione prezzi: coefficiente di variazione
2017-20192020-2022
PUN energia elettrica0.21 1.00
PSV gas naturale 0.25 0.89

Per entrambi i prodotti, il rischio di variazione del prezzo è aumentato di 4 volte tra il triennio 2017-19 e il triennio 2020-22.
Naturalmente questo rischio ha portato una forte divaricazione tra i prezzi dei contratti di fornitura di energia a prezzo fisso e quelli a prezzo variabile. Di seguito considereremo il caso dei contratti di energia elettrica.

Contratti di fornitura di energia elettrica

L'Acquirente Unico[2] in collaborazione con ARERA[3] ha sviluppato il portale Offerte Luce e Gas per consentire il confronto tra le diverse offerte dei vari fornitori. Poichè i parametri delle diverse offerte sono pubblici, i dati contenuti nel portale consentono un'analisi comparata delle offerte della maggior parte degli operatori italiani. In questa analisi abbiamo considerato solo i contratti di offerta PLACET[4], perchè consentono una comparazione più precisa. Nel grafico che segue sono messi a confronto i prezzi medi unitari (euro/MWh al netto IVA) dei contratti PLACET a prezzo fisso e a prezzo variabile, presenti nel portale il 5 gennaio 2023, calcolati per un contratto con consumi mensili di 50 MWh e un livello di potenza di 20 KW.
I contratti sono raggruppati per intervalli di prezzo, riportati sull'asse delle ascisse. Sull'asse delle ordinate è riportata la numerosità dei contratti il cui prezzo è compreso nell'intervallo.

Distribuzione contratti Energia Elettrica

Dal grafico risulta chiaro come la distribuzione delle offerte è nettamente divisa in due aree. A sinistra, in corrispondenza dei prezzi più bassi, sono concentrate le offerte con prezzi variabili; a destra, in corrispondenza dei prezzi più elevati, prevalgono le offerte a prezzi fissi.
Nell'offerta a prezzi fissi, il rischio associato alle possibili variazioni del PUN sta in capo al venditore. Viceversa, nelle offerte a prezzi variabili, questo rischio sta in capo all'acquirente. La netta divisione tra i due tipi di offerta è una prima indicazione di come il mercato stia associando un costo elevato al rischio dovuto alle possibili variazioni del PUN. I fornitori di energia elettrica sono, infatti, disposti ad accollarsi questo rischio (stipulando un contrattio a prezzo fisso) solo ad un prezzo elevato. In seguito vedremo come questo costo è andato sempre aumentando nel corso del 2022.

I dati riportati nel grafico dipendono naturalmente dai prezzi utilizzati per il calcolo dei contratti a prezzo variabile, di seguito descritti.

Calcolo del PUN 2023 per i contratti a prezzo variabile

Il prezzo medio unitario 2023 per i contratti a prezzo variabile dipende dai parametri definiti dal venditore in termini di componente mensile fissa e spread sul PUN. Ma dipende anche dall'ipotesi sul PUN medio del 2023. Se si confrontano tra loro tutti i contratti a prezzo variabile, l'ipotesi sul PUN medio del 2023 è importante, ma non cruciale. Essa diventa cruciale quando si vuole comparare, come nel nostro caso, i prezzi di contratti a prezzo variabile con contratti a prezzo fisso.

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Per le elaborazioni contenute in questo articolo abbiamo utilizzato la media dei prezzi future quotati alla Borsa Italiana, relativi ai 12 mesi successivi alla data di calcolo. Al netto dei costi finanziari, tramite l'acquisto di future un acquirente può annullare il rischio associato alle possibili variazioni del PUN. Se, infatti, acquista future divisi per scadenza tale da replicare i sui possibili consumi futuri di energia elettrica, potrà trovarsi nel 2023 in due diverse situazioni:

  • alla scadenza del future di un mese, il prezzo medio mensile del PUN potrebbe risultare più elevato del prezzo future. In questo caso l'acquirente riceverà dalla controparte finanziaria come liquidazione un importo dato dalla differenza tra il prezzo PUN e il prezzo future, riequilibrando i suoi costi di energia elettrica al livello del prezzo del future;
  • alla scadenza del future di un mese, il prezzo medio mensile del PUN potrebbe risultare più basso del prezzo future. In questo caso l'acquirente dovrà liquidare la controparte finanziaria per un importo pari alla differenza tra il prezzo future e il prezzo PUN. Questo costo sarà equivalente al risparmio che l'acquirente ha avuto in termini di minori costi dell'energia, dato il minor prezzo del PUN. Il costo complessivo sarà quindi pari al prezzo del future per i KWh consumati.

Il grafico che segue riporta i prezzi dei future Baseload relativi alle scadenze trimestrali del 2023, quotati alla Borsa Italiana dal gennaio 2022. Per confronto, il grafico riporta anche il PUN rilevato nei diversi giorni.

Prezzo Future Energia Elettrica

Dall'analisi di questo grafico emergono chiaramente alcuni fatti:

  • ad esclusione del periodo di fine febbraio 2022 e inizio marzo, relativi alla prima fase dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, il prezzo del future relativo al primo trimestre 2023 è sempre stato superiore o uguale al prezzo del PUN e al prezzo degli altri contratti future, segnalando come per gli operatori questo trimestre sia sempre stato considerato come il più critico;
  • le quotazioni degli altri tre trimestri sono state tra loro sempre molto vicine;
  • dalla fine del 2022 si registra un progressivo riavvicinamento delle quotazioni dei quattro diversi future sia tra loro che rispetto al PUN. In particolare all'inizio di gennaio 2023 le quotazioni dei quattro contratti future risultano comprese tra i 200-240 euro/KWh, solo di qualche euro superiori al PUN. Gli operatori finzanziari non si attendono quindi nel 2023 un significativo aumento del prezzo del PUN rispetto agli attuali livelli.

Le attuali quotazioni dei future sul PUN del 2023 portano ad un prezzo medio per quest'anno inferiore a 250 euro/KWh, rendendo i contratti a prezzo variabile molto più convenienti rispetto ai contratti a prezzo fisso. Naturalmente questa è una convenienza ex ante. Essa può, tuttavia, essere trasformata, al netto dei costi finanziari, in una convenienza anche ex-post tramite opportune operazioni compensative sul mercato dei future.

Evoluzione delle convenienza dei diversi contratti nel 2022

Per comprendere le politiche di offerta dei fornitori di energia elettrica sul mercato italiano può essere utile analizzare come si sono modificate, nel corso del 2022, le loro offerte.
Abbiamo quindi analizzato tutte le offerte a prezzo fisso per un campione di oltre 30 date nel corso del 2022 e tutte le offerte a prezzo variabile per le ultime 5 date considerate. Per ogni data abbiamo considerato la distribuzione delle offerte e isolato le due offerte relative al primo e nono decile (indicandole con le sigle Q10% e Q90%). Questi due prezzi consentono di identificare l'intervallo di prezzo all'interno del quale ricadono l'80% dei contratti di offerta.
Nel grafico che segue sono riportati questi due decili, calcolati sia sulle distribuzioni dei contratti a prezzo fisso che su quelle relative ai contratti a prezzo variabile.

Prezzo contratti Energia Elettrica

Dall'analisi di questi dati emergono alcuni fatti di particolare interesse.

  • il livello di prezzo dei contratti fissi è sempre aumentato nel corso del 2022, anche quando il PUN è diminuito fortemente da 740 euro/MWh della fine di agosto a 112 euro/MWh di fine novembre. Per i fornitori di energia elettrica il costo attribuito al rischio di variazioni del PUN è andato costantemente aumentando, indicando una loro politica di prezzo finalizzata a non farsi carico di questo rischio, se non a fronte di una remunerazione molto elevata;
  • per i contratti a prezzo fisso, l'intervallo tra i prezzi più o meno convenienti, dato dalla differenza Q90%-Q10%, è aumentato nel tempo. Prima della crisi energetica esso era prossimo a 30 euro/MWh; all'inizio del 2023 esso è superiore a 500 euro/MWh.
  • all'inizio del 2023, i contratti più onerosi a prezzo variabile risultano più convenienti dei contatti più vantaggiosi a prezzo fisso, a conferma di come le politiche di offerta dei fornitori di energia elettrica siano orientate a rendere proibitivi i contratti a prezzo fisso, portando i potenziali clienti a scegliere contratti a prezzo variabile e a farsi carico del rischio di variazioni di prezzo.

Conclusioni

Dal punto di vista dei prezzi dell'energia elettrica per famiglie e imprese, il 2023 si porta dietro due eredità pesanti del 2022:
  • prezzi ancora pari ad un multiplo dei livelli pre-crisi, nonostante la forte riduzione dei prezzi avvenuta negli ultimi mesi;
  • politiche di offerta dei fornitori di energia elettrica mirate a trasferire agli utenti il rischio associato alla variabilità dei prezzi.

Da questo punto di vista il 2023 si presenta, per famiglie e imprese, potenzialmente più vulnerabile rispetto al 2022. Per coloro che hanno competenze finanziarie, questa maggior vulnerabilità può però essere mitigata con specifici strumenti finanziari.


[1] Il coefficiente di variazione è calcolato come rapporto tra la deviazione standard e la media di una distribuzione. Esso permette di valutare la dispersione dei valori attorno alla media, indipendentemente dall'unità di misura del fenomeno studiato. E' molto utilizzato in finanza per valutare, ad esempio, il rischio di un investimento.
[2] Acquirente unico è la società pubblica nata per approvvigionare l’energia elettrica per i clienti domestici e le PMI che ancora non sono passate al mercato libero (https://www.acquirenteunico.it/)
[3] ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) è un'autorità amministrativa indipendente della Repubblica Italiana, che ha la funzione di favorire lo sviluppo di mercati concorrenziali nelle filiere energetiche, tramite la regolazione tariffaria e la tutela dei clienti e degli utenti finali.
[4] I contratti di offerta PLACET (Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela) sono contratti derivati da uno standard contrattuale prodotto da ARERA. In questi contratti solo il prezzo è definito dal venditore, mentre sia la struttura del prezzo che le condizioni contrattuali sono stabilite da ARERA. La legge n. 124/2017 stabilisce per tutti i venditori l'obbligo di offrire ai clienti almeno una proposta "standard" di fornitura a prezzo fisso (in cui il prezzo dell'energia è mantenuto fisso per un certo periodo di tempo) e almeno una proposta a prezzo variabile (in cui il prezzo varia automaticamente in base alle variazioni di un indice di riferimento).