Andamento del prezzo del petrolio nel 2021 e possibili scenari futuri

Breve sintesi dei risvolti del mercato petrolifero nell’anno appena concluso

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Il 2021 è stato un anno decisamente significativo per il mercato petrolifero. Esattamente un anno fa, il prezzo di un barile di petrolio si aggirava attorno ai 50 dollari, per poi registrare nel corso dei mesi successivi incrementi di prezzo sempre maggiori, come dimostra il grafico 1. Il livello di prezzo più alto del 2021 si è registrato alla fine di ottobre, in cui un barile veniva scambiato attorno agli 86 dollari, per poi calare alla fine dell'anno. Negli ultimi 12 mesi la crescita registrata dei prezzi è stata di oltre il 25%, riuscendo quindi a superare nettamente la crisi del 2020 e oltrepassare quindi i livelli pre-pandemici.

Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio nel 2021
Andamento prezzo del petrolio nel 2021

Ciò che ha spinto così in alto il prezzo del petrolio è stato lo squilibrio registrato tra la domanda e l’offerta. Nel 2021 la domanda globale di petrolio è aumentata a seguito della ripresa delle attività economiche dopo il blocco imposto dalla pandemia, ma anche grazie alla ripresa degli spostamenti prima vietati, in virtù del rallentamento della diffusione del Covid-19. Un’ulteriore causa che contribuito alla crescita del prezzo del petrolio è stato l'aumento del prezzo del gas. Dal momento in cui il prezzo di quest’ultimo ha raggiunto dei massimi storici, il petrolio è stato scelto come sostituto nella produzione di energia, essendo economicamente più vantaggioso.
I principali produttori di greggio sono stati sorpresi dall’improvviso rimbalzo della domanda, non riuscendo a seguirne i ritmi di crescita a causa di diverse difficoltà.
In primo luogo per le continue interruzioni alla produzione, dovute alle avverse condizioni meteorologiche negli Stati Uniti, che hanno costretto le società energetiche ad attingere le grandi quantità di greggio necessarie dalle scorte. In secondo luogo, a causa dei persistenti sottoinvestimenti e ritardi nella manutenzione dovuti alla pandemia, come nel caso di Nigeria,Angola e Kazakistan, alcuni membri dell'OpecPlus hanno avuto difficoltà ad aumentare la produzione.

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Il rimbalzo dei prezzi ha incrementato le tensioni tra i grandi paesi produttori e i maggiori consumatori mondiali come Stati Uniti, Cina e India. Con i prezzi in forte aumento, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto all'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e ai suoi alleati, noti come OpecPlus, un incremento nella produzione complessiva di petrolio per consentirne così una flessione dei prezzi. Ma ciò che ha spinto maggiormente i prezzi al ribasso è stata la diffusione di una nuova variante di Covid-19 altamente contagiosa, chiamata Omicron e il timore ad essa collegato.

Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Tuttavia, l’Omicron sembrerebbe produrre sintomi meno gravi rispetto alle precedenti varianti e il sentimento di fiducia si riflette nell’incremento dei prezzi registrati nelle ultime settimane. L'OpecPlus prevede che l'impatto sul mercato petrolifero della variante sarà lieve e temporaneo, mantenendo la porta aperta per un ulteriore aumento della produzione nei prossimi mesi.
Secondo l’Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) nel 2022, il consumo di greggio dovrebbe raggiungere i 99.5 milioni di barili al giorno, rispetto ai 96.2 milioni di barili di quest'anno nonostante gli sforzi per ridurre il consumo di combustibili fossili per mitigare cambiamento climatico.
Altri studi però affermano che i prezzi potrebbero riprendere il loro percorso al rialzo nel 2022, con un prezzo medio di 85 dollari per ogni barile di Brent, a meno che l'offerta non aumenti più di quanto previsto.

L'ignoto resta comunque l’Omicron e i futuri risvolti: attualmente, nonostante il sentimento di fiducia prevalente, è difficile affermare con certezza la sua intensità. Se l’ondata si dimostrerà potente come le precedenti allora si registreranno rallentamenti alla crescita economica nel primo trimestre del 2022, ma se invece tenderà velocemente a scomparire, la domanda di petrolio potrà raggiungere livelli record nel 2022.
Alla chiusura di venerdì 31 dicembre il Brent ha raggiunto il prezzo di 77.8 dollari al barile, registrando una variazione di +4.3$ rispetto alla chiusura di venerdì 17, il WTI di 75.2 dollari al barile con una variazione di +4.4$ mentre l’Oman/Dubai ha raggiunto il livello di 75.7 dollari al barile, con una variazione pari a +4.1 $.