Continua la corsa del petrolio

Il prezzo del petrolio sui massimi degli ultimi due anni

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La scorsa settimana le quotazioni del petrolio hanno raggiunto livelli massimi mai registrati negli ultimi 2 anni. Alla chiusura di venerdì 24 settembre il Brent si è attestato a 78.1 dollari al barile (+2.8$), il WTI a 74 dollari al barile (+2$) e l’Oman/Dubai a 75 dollari al barile (+2.6$).


Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Nel corso del mese di settembre, il prezzo del petrolio ha raggiunto livelli sempre più alti rispetto alle settimane precedenti. Si è infatti ulteriormente allargato il mismatch tra domanda e offerta mondiale. Dal lato dell’offerta, ciò è stato principalmente dovuto alle continue interruzioni della produzione, causate dalle avverse condizioni meteorologiche nel Golfo del Messico, che hanno costretto le società energetiche ad attingere le grandi quantità di greggio necessarie dalle scorte. L’offerta, infatti, non è stata in grado di seguire i ritmi di crescita della domanda, soprattutto in virtù del rallentamento della diffusione della variante Delta.

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Inoltre, a fronte del rimbalzo della domanda, alcuni membri dell'OPEC+ hanno avuto difficoltà ad aumentare la produzione anche a causa dei persisenti sottoinvestimenti e ritardi nella manutenzione dovuti alla pandemia, come nel caso di Nigeria, Angola e Kazakistan.
Dal lato della domanda oltre al rimbalzo dovuto dall’irrobustirsi della ripresa, un’ulteriore causa che sta contribuendo alla crescita del prezzo del petrolio è l'aumento del prezzo del gas. Dal momento in cui il prezzo di quest’ultimo sta raggiungendo dei massimi storici, il petrolio viene scelto come sostituto nella produzione di energia, essendo economicamente più vantaggioso.


Conclusioni

Nonostante l’aumento della produzione di petrolio da parte dell’OPEC+ a luglio, gli effetti dell’uragano IDA, definito “l’uragano più rialzista” della storia americana, insieme all’aumento della domanda di petrolio ha portato il prezzo su livelli record. Inoltre, Goldman Sachs ha previsto che il prezzo del petrolio continuerà ad aumentare, probabilmente raggiungendo, entro la fine del 2021, la quota di 90 dollari al barile.
Tuttavia, la società di investimenti ha abbassato le sue previsioni a partire dal secondo trimestre 2022, passando da 85 dollari al barile a 80, dal momento che ritengono possibile il raggiungimento di un accordo tra gli Stati Uniti e l’Iran sul nucleare, che porterebbe alla rimozione delle sanzioni sull’industria petrolifera iraniana e quindi a una maggiore disponibilità di barili sui mercati internazionali.
Infine, il 4 ottobre è previsto l’incontro tra tutti i paesi esporatori di petrolio e alleati, OPEC+, in cui probabilmente il gruppo deciderà di allentare i tagli all'offerta con un conseguente aumento di barili di petrolio disponibili, passando dagli attuali 27.4 milioni al giorno ai 27.8.