Il mancato accordo dell’OPECPlus e la reazione del prezzo del petrolio

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La scorsa settimana il prezzo del petrolio ha chiuso leggermente in negativo rispetto a due settimane fa, pur rimanendo su livelli relativamente elevati, prossimi al massimo degli ultimi 3 anni. Il Brent ha chiuso a 75.5 dollari al barile (-0.6$) e il WTI a 74.6 (-0.6$).

Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Nel corso della settimana il prezzo del petrolio ha raggiunto un nuovo massimo a seguito del mancato accordo all’ultimo vertice dell’OPECPlus fissato per lo scorso 5 luglio. A causa di visioni differenti tra l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, il cartello non è stato in grado di trovare un accordo per aumentare l’offerta di petrolio. A questa notizia le quotazioni del petrolio hanno reagito accrescendo il loro valore fino a toccare il massimo nel giorno di martedì 6 luglio, attestandosi sui 77.2 dollari al barile per il Brent e 76.2 per il WTI.
L’aumento del prezzo è risultato, però, in controtendenza rispetto alle aspettative. All’alba del vertice si temeva che il rischio, in caso di mancato accordo, fosse quello che ciascun paese scegliesse liberamente l’ammontare di petrolio da produrre. A poche ore però dal vertice questa ipotesi si è fatta più reale e il giorno dopo il prezzo è tornato a calare. Ad oggi appare ancora più concreta la possibilità che alcuni paesi siano costretti da necessità finanziare ad aumentare la produzione domestica, immettendo più barili sul mercato internazionale.

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La settimana comunque si è conclusa con un leggero rialzo grazie alla riduzione delle scorte di petrolio statunitensi che battono le aspettative: era atteso un calo di 4 milioni quando invece è stato di 6.9.