L’OPEC sposa la linea dura, il prezzo del petrolio sfiora i 70 dollari

A seguito della decisione dell’OPEC di non allentare i tagli alla produzione, il prezzo del petrolio segna un nuovo record

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Dopo un inizio settimana in leggera flessione, il prezzo del petrolio chiude con un nuovo record ed in netto rialzo rispetto alla precedente chiusura: venerdì 5 marzo il Brent si ferma a 69.4 dollari al barile (+4.9$), il WTI a 66.1 (+4.6$) e l’Oman/Dubai a 67.3 (+4.8$).

Questi livelli risultano superiori a quelli di gennaio 2020, nonchè i più elevati da maggio 2019.
Il rally dei prezzi non sembra fermarsi nemmeno in queste ore, a seguito del lancio di missili nel golfo Persico. Le tensioni tra Arabia Saudita e ribelli Houthi sembrano infatti riaccendersi; questi attacchi fanno tornare indietro al 2019, quando il prezzo del petrolio registrò aumenti giornalieri prossimi ai due dollari a seguito degli attacchi nello stretto di Hormuz (fonte: PricePedia).

Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Il prezzo del petrolio conferma quindi, negli ultimi 7 giorni, il trend di forte rialzo già manifestato nelle settimane precedenti. A sostegno del prezzo troviamo:

  1. Le aspettative positive per un’uscita dalla pandemia nel corso dell’anno grazie alle campagne vaccinali. In settimana è attesa l’approvazione da parte dell’agenzia del farmaco europeo dell vaccino di Johnson&Johnson, che potrebbe segnare una svolta nella vaccinazione di massa europea.
  2. I tagli all’offerta dell’OPECPlus. Contrariamente a quanto si presumeva nell’articolo della scorsa settimana, il cartello ha confermato la linea dura, negando l’allentamento delle politiche restrittive a partire da aprile. Ha prevalso quindi la linea saudita, in opposizione a quella russa che teme per una carenza produttiva a causa del rinnovo dei tagli (fonte: Reuters).

In merito ai fattori che stanno supportando l'ascesa del prezzo del barile si è recentemente espressa anche l’OPECPlus: in una nota della scorsa settimana, l'organizzazione ha dichiarato che il rally del petrolio è sostenuto da movimenti finanziari piuttosto che da miglioramenti nei fondamentali. A margine dell’incontro, il principe saudita ha affermato che al momento le compagnie petrolifere sono principalmente focalizzate sullo stacco del dividendo (fonte: Bloomberg).
Indipendentemente dalla possibilità della speculazione, i recenti movimenti al rialzo nel prezzo del petrolio sono stati tali da indurre alcune delle più grandi agenzie di rating ad una revisione delle previsioni per i prossimi mesi: ad esempio Goldman Sachs ha rivisto la stima per il terzo trimestre da 55 dollari a 80 dollari al barile. Sarà interessante analizzare le previsioni dell'Energy Information Administration americana, che saranno rilasciate il 9 marzo.