Segnali di ripresa delle attività industriali

Differenze tra Cina ed Europa

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Ferrosi LME Non Ferrosi Determinanti dei prezzi

L’impatto che il Covid19 sta avendo sull’economia mondiale risulta diverso a seconda dell’area colpita.
La Cina è stata la prima a dover fare i conti con la pandemia e la prima a riprendere l’attività manifatturiera.
L’Europa invece è rimasta più indietro: sebbene i primi contagiati risalgano a febbraio, il Vecchio Continente sta recuperando in maniera più lenta rispetto al gigante asiatico, facendo registrare ogni mese variazioni tendenziali dell’indice di produzione industriale, rispetto agli stessi mesi del 2019, negative ma progressivamente meno importanti in valore assoluto.

Import di materie prime

Un indicatore significativo della ripresa dell’attività manifatturiera è dato dalle importazioni a prezzi costanti delle principali commodity industriali.
La Cina ha da subito ripreso ad importare sia minerali metalliferi sia commodity industriali come rame e alluminio.
Dopo essere stato fino al 2019 un paese esportatore netto, nel 2020 le importazioni cinesi di alluminio greggio sono quadruplicate rispetto ai livelli del 2019.
Per quanto riguarda i minerali di alluminio, inoltre, la Cina ha registrato nel secondo e nel terzo trimestre variazioni tendenziali, rispetto ai corrispondenti trimestri del 2019, in media pari al +25%.
Anche per quanto riguarda i minerali di ferro le variazioni tendenziali registrate negli ultimi due trimestri sono positive e pari in media al +10% rispetto agli stessi trimestri del 2019.

Una commodity che è stata protagonista dei mercati fino ad ora è sicuramente il rame. Da inizio aprile fino ad oggi, infatti, il metallo rosso ha registrato un aumento del prezzo spot in $ quotato al LME pari al +42%.
Il grafico che segue mostra il confronto tra il prezzo giornaliero del rame quotato al London Metal Exchange e quello quotato allo Shanghai Futures Exchange, entrambi in dollari.

Prezzi giornalieri quotati al LME e al SHFE
Prezzi giornalieri quotati al LME e al SHFE

Dal grafico si può notare come i due prezzi abbiano una dinamica pressoché identica, testimoniata anche dalla forte correlazione, che nel periodo considerato è pari a 0.99. Dalla seconda metà di aprile entrambi i prezzi hanno ripreso a salire, toccando punti di massimo nell'arco temporale considerato. Uno dei fattori che ha favorito gli aumenti dl prezzo del rame è sicuramente la domanda cinese. Per la Cina, infatti, l’import del metallo non ferroso è cresciuto in tutti i trimestri del 2020 rispetto ai relativi trimestri del 2019, facendo registrare negli ultimi due variazioni tendenziali a doppia cifra. Attraverso la relazione tra prezzo al LME e prezzo al SHFE gli effetti della domanda cinese tendono ad essere trasferiti al prezzo doganale del rame.
Nel grafico che segue viene raffigurata la dinamica dei prezzi mensili del rame spot e di quello doganale.

Confronto dati mensili, Indici in € (2017=100)

Dal grafico si può notare come la dinamica dei prezzi sia molto simile e, soprattutto, come il prezzo doganale ripercorra con un ritardo di alcuni periodi l’andamento del prezzo spot.

Gli Indici PricePedia

Per confrontare la ripresa cinese con quanto sta accadendo in Europa, è utile fare riferimento anche alla dinamica degli indici PricePedia. Essi sono un utile strumento di benchmark per capire come stanno evolvendo i prezzi delle principali categorie di commodity nelle due economie considerate.
Il grafico che segue mostra gli indici in € dei prezzi di riferimento cinesi per le commodity dei metalli ferrosi e dei non ferrosi.

Confronto dati mensili, Indici in € (2017=100)

Dal grafico si può notare come entrambi gli indici considerati siano ritornati ai livelli precedenti alla pandemia. Da aprile, inoltre, gli indici sono in crescita: l’indice dei ferrosi registra un +22%, mentre l’indice dei non ferrosi un +16%.

Nel grafico seguente vengono mostrati i due indici PricePedia riferiti al mercato europeo.

Confronto dati mensili, Indici in € (2017=100)

La situazione appare diversa da quella degli indici cinesi.
Da inizio anno l’indice dei metalli ferrosi è caratterizzato da una sostanziale stabilità.
L’indice dei non ferrosi da inizio anno ha subìto una variazione di prezzo complessiva pari al -4.3%. Tuttavia, dopo il mese di maggio ha iniziato a mostrare dei segnali di leggero aumento dei prezzi.

Il fatto che gli indici dei prezzi europei siano su livelli relativamente stabili rispetto a quelli cinesi è un segnale di come la domanda in Europa stia risalendo più lentamente rispetto a quanto fatto da quella cinese.
Nei prossimi mesi la produzione manifatturiera europea potrebbe continuare sul lieve trend che si sta verificando dopo il rimbalzo post-lockdown (al netto di clamorosi capovolgimenti dovuti a nuove ondate del virus) e ciò potrebbe far registrare degli aumenti più o meno contenuti dei prezzi delle commodity europee.
Un ulteriore fattore di sostegno ai prezzi, inoltre, potrebbe arrivare dal legame “finanziario” tra i prezzi cinesi e quelli europei, così come visto per il prezzo del rame.