L’ottimismo ha illuso il mercato del petrolio

Il prezzo del greggio inverte la rotta e torna a diminuire

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Il greggio perde quanto recuperato nelle settimane precedenti ma forse la spinta era stata sostenuta dal troppo ottimismo sui mercati, che ha portato il prezzo del petrolio a raddoppiare il suo valore di aprile.
La frenata più dura è stata registrata giovedì 11 giugno a seguito della riunione della FED, quest'ultima infatti sembra aver deluso i mercati. Il WTI perde 10 punti percentuali, il Brent 8 e l’Oman/Dubai 7; si tratta della variazione giornaliera negativa più intensa da aprile. La caduta ha riportato la quotazione del Brent e dell’Oman/Dubai sotto i 39 dollari al barile e quella del WTI sull’ordine di 36 dollari.
La settimana si chiude con Il Brent che si attesta su 38.7 dollari al barile (-3.6), il WTI a 36.3 (-3.3) e l’Oman/Dubai a 38.3 (-3.3).

Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Il vertice OPEC+ aveva dato una spinta alla quotazione del greggio ma dopo che l’Arabia Saudita, Emirati Arabi e Kuwait hanno annunciato che sospenderanno i tagli extra alla produzione, il barile ha invertito la rotta. I tagli, al di fuori dell’accordo, erano volti a dimostrare l’impegno dell’asse arabo nelle politiche prese dal cartello. Nel mese di luglio i paesi quindi ridurranno la produzione come gli alleati.

La scorsa settimana non sono stati i fondamentali a scuotere il mercato del petrolio ma la paura di una seconda ondata e gli annunci della FED.
La Banca Centrale ha dichiarato di mantenere i tassi di interesse bassi per i prossimi anni e fino all’uscita della crisi. Non sono state annunciate ulteriori iniezioni di liquidità. I mercati quindi che avevano scommesso su un veloce recupero dell’economia globale dovranno aspettare. Esemplare di questa ondata di ottimismo è stata la repentina ripresa del barile.

All’apertura dei mercati di questa mattina la flessione sembra essere confermata: il WTI ha toccato i 34 dollari al barile e il Brent 37. A spaventare sono i nuovi focolai in Cina, il rischio è quello di una seconda ondata e quindi di un’ulteriore depressione di una domanda già sotto pressione.

In conclusione, la reattività degli operatori finanziari evidenzia che, forse, il mercato del petrolio ha beneficiato di un eccesso di ottimismo.