L’OPEC+ rinnova il suo impegno, sarà sufficiente a favorire il recupero del prezzo del petrolio?

Il prezzo del petrolio continua a recuperare

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La scorsa settimana il prezzo del petrolio chiude in positivo rispetto a due settimana fa. Gli impegni presi dall’OPEC+ nello scorso vertice hanno sostenuto questa dinamica. Il Brent chiude a 42.3 dollari al barile (+4.5), il WTI a 39.6 (+4) e l’Oman/Dubai a 41.6 (+3.6).

Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Nel corso della scorsa settimana il prezzo del petrolio ha registrato un aumento sulla scia delle aspettative positive per il vertice dell’OPEC. Gli operatori si attendevano un rinnovamento degli impegni presi ad aprile, così è stato.
Nell’ultimo incontro tutti i paesi del cartello hanno rinnovato la loro volontà ad attuare i tagli promessi, impegno preso anche da quei paesi che non stavano rispettando le quote produttive imposte dal cartello. Si tratta di Iraq e Nigeria, ovvero quei paesi la cui economia è fortemente dipendente dalla produzione e dalle esportazioni di petrolio.
La storia però insegna che non è mai successo che tutti i paesi dell’OPEC+ abbiano rispettato gli impegni presi, sopratutto se si tratta di economie basate sul petrolio.
Se tutti i membri dell’OPEC+ rispettassero l’accordo, entro l’estate ci potrebbero essere tagli pari a 11 milioni di barili al giorno. Quest’azione potrebbe essere in grado di assorbire il crollo della domanda.

La scorsa settimana la Libia, membro dell’OPEC+ ma esente dalle recenti politiche, ha ripreso parte della sua produzione. Questo è avvenuto dopo la ritirata delle truppe di Haftar dalla capitale, la fine dell’assedio ha infatti coinciso con la riapertura dei rubinetti nel Fezzan, che il generale Haftar aveva chiuso dopo la conferenza di Berlino a gennaio 2020. Un cessate il fuoco però sembra ancora lontano.
Esenti dai tagli alla produzione sono anche Venezuela e Iran, che sembrano cooperare. Nelle recenti settimane infatti Teheran ha esportato greggio a Caracas.

Lo scenario Pricepedia per il prezzo del petrolio

Alla luce quindi del rinnovamento degli impegni presi dall’OPEC+ e della lieve ripresa dei consumi, quale potrebbe essere lo scenario per il prezzo del petrolio per i prossimi mesi? Il grafico che segue riporta la previsione per il prezzo del WTI fino a maggio 2021. Il primo mese di previsione è giugno 2020.

previsione WTI

La settimana scorsa la quotazione del WTI ha sfiorato i 40 dollari al barile, per poi stabilizzarsi sui 38 dollari al barile. Gli operatori finanziari ritengono quindi che gli impegni presi dall’OPEC+ siano credibili.
Ipotizzando che nei prossimi mesi le condizioni sul mercato del petrolio rimangano quelle attuali, tagli alla produzione e lieve ripresa dei consumi, insieme ad una ripresa della produzione industriale è possibile che la quotazione rimanga stabile sui 38/39 dollari al barile per tutta l'estate per poi registrare un recupero nella parte finale del 2020 e nei primi mesi del 2021, attestandosi sui 40 dollari al barile.
Inoltre, in questo scenario è da considerare che la relativa stabilità di questa estate è sostenuta dalla possibile riduzione dell’incertezza sui mercati, che potrebbe aumentare nuovamente in concomitanza delle prossime elezioni presidenziali negli USA. Superata l'incertezza elettorale, il prezzo del petrolio potrebbe superare i 40 dollari al barile. Questa dinamica è catturata dal tasso di cambio effettivo del dollaro, per il quale si ipotizza un deprezzamento nel corso dell'estate ed un successivo apprezzamento in clima elettorale.
Date tutte queste ipotesi, ne deriva che dopo un anno e cinque mesi dai primi effetti della pandemia sui mercati, il prezzo del petrolio potrebbe non tornare sui livelli antecedenti a quelli di gennaio e attestarsi su un livello leggermente superiore ai 40 dollari.