Maggio si chiude con una lieve ripresa della quotazione del greggio

La produzione statunitense subisce una frenata d’arresto contribuendo alla ripresa del prezzo

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Energetici Petrolio Determinanti dei prezzi

Maggio è stato il mese del recupero, seppur lieve, del prezzo del petrolio. Nel corso della settimana scorsa, e precisamente venerdì, il recupero si è confermato e il prezzo del petrolio ha chiuso in rialzo rispetto alla settimana precedente (venerdì 22 maggio). Il Brent chiude a 35.33 dollari al barile (+0.19), il WTI a 35.49 dollari al barile (+2.24) e l'Oman/Dubai a 38.03 dollari al barile (+2.4).

Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Il tanto agognato primato energetico, fortemente voluto dall’amministrazione Trump e raggiunto con difficoltà, rischia di diventare “il passo più lungo della gamba”. Gli USA sembrano infatti estremamente vulnerabili alle cadute del prezzo del greggio e questo è dovuto anche alle risicate marginalità dei produttori di shale oil: gli alti costi di produzione che necessita la tecnica del fracking, già nel recente passato, hanno messo in seria difficoltà diversi produttori privati, tanto che alcuni di essi sono vicini al tracollo finanziario, come Occidental, Apache e Cenovus. Ciò ha portato la produzione statunitense a operare tagli più importanti di quelli discussi dall’OPEC Plus - la maggior parte dei produttori statunitensi avrebbe ridotto del 50% i piani di investimento, alcuni di essi hanno interrotto temporaneamente l’estrazione per risparmiare sul personale e sul noleggio dei macchinari -, permettendo al prezzo di recuperare rispetto alle scorse settimane. Un ruolo importante nella lieve ripresa l’ha avuto anche la Cina e il suo sforzo rinnovato dagli investimenti infrastrutturali, che ha stimolato nuovamente la domanda.
Remano ancora in direzione opposta le proteste indipendentiste di Hong Kong, supportate da Washington e che potrebbero riportare le due super potenze alla ridiscussione della tregua nella guerra commerciale ancora in corso, innescando una nuova contrazione della domanda internazionale.

Se l’OPEC e gli Stati Uniti continueranno con i tagli, non ci saranno nuovi picchi pandemici e verrà risolta la crisi di Hong Kong, entro l’estate il mercato dovrebbe riassorbire il surplus di greggio, riequilibrando le condizioni di domanda/offerta.