L’impatto della pandemia sulle due quotazioni principali dell’acciaio

I coils statunitensi accusano il rallentamento della domanda già scontata dai tondini cinesi

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Ferrosi Determinanti dei prezzi

La quotazione mensile in dollari CME del coils laminato a caldo ad aprile ha fatto registrare una variazione negativa superiore al -9%, attestandosi sui 570 dollari per tonnellata, concludendo un rimbalzo che nella fase iniziale, tra la fine del 2019 e gennaio 2020, aveva fatto sperare in una ripresa importante del settore siderurgico ed una conclusione del trend negativo originatosi nella seconda metà del 2018, in corrispondenza dello “scoppio” della guerra dei dazi.

Quotazione Coils lamininati a caldo spot (CME) e Tondini (SHFE)

Quotazione Coils lamininati a caldo spot (CME) e tondini (SHFE)

Negli ultimi mesi del 2019, con l’accordo USA-Cina e l’ingresso nella cosiddetta “fase 1” degli effetti della risoluzione delle tensioni, l’acciaio sembrava aver messo alle spalle il trend negativo che aveva portato la quotazione del coils a passare dai poco più di 1000 dollari per tonnellata di luglio 2018 ai 540 dollari dello scorso novembre (-46%). Gli effetti dell’accordo avevano portato la quotazione ad incrementare il proprio valore di circa 100 dollari in due mesi circa. Dopo gennaio i primi effetti della contrazione della domanda e i timori sui mercati internazionali dovuti alla pandemia hanno annullato la ripresa, facendo risultare un rimbalzo della dinamica e portando il prezzo su livelli poco sopra quelli di novembre 2019. L’altro benchamrk internazionale, i tondini quotati a Shanghai, ha avuto una dinamica molto simile a quella dei coils, con l’unica differenza di aver accusato già a febbraio l’effetto del coronavirus, essendo stata la Cina l’epicentro mondiale del virus. Con il susseguirsi delle notizie del contagio infatti l’acciaio made in China ha perso in un mese il -10%, passando da 540 a 485 dollari, per poi stabilizzarsi nei mesi successivi di marzo ed aprile, grazie anche all’immediata risposta del governo di Pechino sul rilancio degli investimenti e delle grandi opere.

Quotazione Minerali di ferro spot (CME)

Quotazione Minerali di ferro spot (CME)

Dall’altra parte però il minerale di ferro a causa degli shock produttivi già esistenti prima della pandemia, come raccontato in un articolo di qualche settimana fa, nonostante il virus, ha tenuto un livello di prezzo alto. Gli alti costi degli input produttivi potrebbero far ricadere in stato emergenziale un settore già ampiamente martoriato dal rallentamento dell’automotive europeo (dieselgate), riducendo le marginalità dei produttori. Essi potrebbero decidere di continuare a spostarsi nelle aree con basso costo della manodopera e dalle maglie legislative più ampie pur di recuperare parte della marginalità persa invece che reinvestire nella conversione e revisione di impianti ormai logori.