Globalizzazione del virus e psicosi globale: prezzi a picco ed economia in zona rossa

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 02 marzo 2020

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La scorsa settimana c’è stato un ribasso dei prezzi che ha interessato 6 metalli su 6. In evidenza il ribasso dello zinco, seguito dal rame. Le quotazioni dell’indice LMEX sono scese fino quota 2600 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è vicino alla zona di ipervenduto. La chiusura settimanale è sotto le medie mobili a 10, 20, 40 giorni (indicazione ribassista). La volatilità è alta.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

In un contesto in cui gli analisti paventano già la possibilità di una recessione a livello globale, la psicosi da coronavirus sta portando l’economia italiana in zona rossa, con danni economici al momento incalcolabili. Non c’è settore economico che sia stato risparmiato dalla crisi e assieme al calo del fatturato, si avranno ripercussioni negative anche sui livelli occupazionali.

L’entità della crisi, inoltre, è soggetta alla durata dello stato di emergenza, che frena la ripartenza del settore produttivo e dei servizi. Dopo una sola settimana di chiusure generalizzate, la ripresa è più probabile. Ma periodi di saracinesche abbassate più lunghi creerebbero danni più difficili da recuperare nel corso dell’anno.

Per questo motivo, è inevitabile che, per tornare alla normale attività economica e produttiva, non potrà bastare tornare alla “normalità”. Governi e Unione Europea dovranno rivedere le proprie politiche ed esiste la necessità di privilegiare la catena del valore a livello europeo.

Infatti, lo stop produttivo di Pechino e la chiusura totale o parziale di decine di migliaia di aziende sta creando effetti collaterali evidenti sul mercato globale, mettendo sotto pressione le catene di fornitura di numerosi settori produttivi negli Stati Uniti e in Europa. Per non fermare la propria produzione, l’Occidente è costretto a cercare nuovi fornitori e, forse, in questo momento, le maggiori garanzie possono essere offerte soltanto da una filiera corta. Questo potrebbe essere, insomma, il momento in cui si inizierà a ripensare l’attuale modello di globalizzazione e delocalizzazione.

Andamento dei mercati finanziari e delle materie prime
Tutti i mercati, da quelli finanziari a quelli delle materie prime, temono i possibili effetti recessivi della crisi, con cadute della domanda almeno nel primo trimestre dell’anno. L’indice generale dei prezzi delle commodity-CRB Index, dal 17 gennaio, è sceso di oltre il 10% e del 12% da inizio anno. Dalla stessa data, sono calati tantissimo i prezzi del petrolio: Brent –24% e WTI –30%. Il dollaro si è apprezzato, così come il franco svizzero (porti sicuri per i capitali). Le quotazioni dell’oro sono salite di oltre il 7% (bene rifugio) e sono sui massimi dal 2013. Per il comparto dei metalli non ferrosi, dal 17 gennaio a oggi, il ribasso dei prezzi è consistente: rame –11%, alluminio –7. 5%, nichel –13%, piombo –8.6%, stagno –9%, zinco –19%. Le cose non vanno diversamente nel comparto dei rottami (ferrosi e non ferrosi) e in quello dell’acciaio. In campo valutario c’è stato un leggero recupero dello yuan e dell’euro e un rialzo del dollaro. Le Borse sono tutte in forte ribasso ed è risalito lo spread BTP-BUBD, che dal 25 al 28 febbraio è passato da 125 a 180 punti, per poi scendere verso quota 170.