Siamo di fronte ad una svolta del ciclo economico?

Strumenti per analizzare il ciclo economico

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Il contenzioso tra Stati Uniti e Cina è l'elemento chiave che sta guidando per la maggior parte l’attuale fase di rallentamento del ciclo economico. Le aspettative negative sulla domanda globale hanno causato una riduzione degli investimenti.
Questo scontro si sta palesando come un confronto tra due superpotenze per dimostrare chi ha il dominio sulla tecnologia. Esso sta procedendo a più riprese e la prossima data attesa è il 15 dicembre, quando in teoria dovrà scattare un’altra tranche di tariffe da parte dell’amministrazione americana, salvo eventuali annunci dalle due controparti.
Un esempio della reattività della dinamica dei prezzi delle materie prime alle news sulle guerra commerciale, si è manifestata il mese scorso, quando sembrava che entro la fine dell’anno si sarebbe dovuto concludere un primo accordo commerciale per la risoluzione del conflitto. Sulla scia di questo ottimismo ad esempio il prezzo del petrolio, termometro del ciclo economico, è tornato a crescere in maniera significativa - in parte hanno anche contribuito le aspettative di riduzione dell’offerta dei paesi dell’OPEC Plus -.

Da quando è iniziata la guerra commerciale più volte le quotazioni delle materie prime sono schizzate o hanno ceduto in maniera repentina dopo qualche annuncio di Trump e/o di Xi Jiping. Le tensioni però sono rimaste circoscritte al breve periodo per poi riassestarsi. I prezzi sembrano infatti aver trovato un pavimento, sostenuto dal controllo dei produttori sull’offerta.
La guerra commerciale rimane comunque un rumore di fondo che i prezzi del commodity dovranno comunque affrontare.

Ma cosa raccontano gli indicatori sul ciclo economico? Per cercare di analizzarne l’andamento, in questo articolo si ricorre ai seguenti strumenti: il Manufacturing Purchasing Managers’ Index, l’Indice di Produzione Industriale e l’Indice dei Prezzi delle Commodity.

Il Purchasing Managers’ Index (PMI) è uno degli strumenti, per eccellenza, anticipatori del ciclo economico. Esso è sintetico dell’andamento degli acquisti, ovvero approssima il livello di attività di acquisto dei manager. La soglia critica è cinquanta. Quando questo indice è sotto il valore indica una fase di contrazione dell’economia mentre quando è sopra invece una fase di espansione. Nel grafico che segue è riportato lo scarto del PMI mondiale dal valore critico.

Grafico 1: Andamento del PMI
Andamento del PMI

E’ evidente come il PMI sia un buon indice e che sia sintetico dei punti di svolta del ciclo economico, come già espresso in un precedente articolo. Dopo mesi che il PMI segnalava un periodo di incertezza, da agosto l’indice ha invertito la rotta ma solo a novembre è ritornato leggermente in positivo (in livelli 50.43). Questo significa che il sentiment degli approvigionatori segnala una lieve ripresa in questa fase di incertezza.

Correlato al PMI c’è l’indice di produzione industriale mondiale. Questo indice è costruito sulla base degli indici di produzione industriale del settore manifatturiero per 150 paesi, pesati per la parità di potere d’acquisto. Questo indice approssima la domanda mondiale di materie prime. Nel grafico che segue ne è riportato il tasso di variazione tendenziale, confrontato con il PMI sempre come scarto da 50. La scala di destra è riferita all'indice di produzione industriale, mentre quella di sinistra al PMI.

Grafico 2: Andamento del PMI e produzione industriale
Andamento del PMI e produzione industriale

Il legame tra le serie è evidente ed è confermato anche da un indice di correlazione elevato pari a 0.74. In alcuni periodi, inoltre, il PMI ha anticipato i periodi di flessione ed espansione della produzione industriale. Un esempio è la forte fase di contrazione dell’economia iniziata nel 2007. Focalizzandosi sulle dinamiche più recenti, anche l’indice di produzione mondiale si trova in una fase di flessione che sembra però essersi leggermente attenuata nei mesi recenti: dopo essere passato da una crescita del +5% ad una variazione nulla, l’indice segnala una fase di leggera crescita.

Infine abbiamo aggiunto l’indice in dollari dei prezzi delle commodity. Questo è elaborato sulla base degli indici di prezzo delle materie prime, escludendo gli energetici, pesati per i valori delle importazioni europee. Nel grafico ne sono riportate le variazioni percentuali tendenziali. Sull’asse delle ordinate di destra si leggono i movimenti dell’indice dei prezzi delle commodity, su quello di sinistra i restanti.

Grafico 3: Andamento del PMI, produzione industriale e prezzi materie prime
Andamento del PMI, produzione industriale e prezzi materie prime

Dal grafico emerge che le variazioni nei prezzi sono state più intense rispetto a quelle degli altri indici.
La correlazione tra serie è elevata. Il confronto grafico mette in risalto che in periodi in cui il PMI segnala un valore negativo (un valore inferiore a cinquanta) corrisponde un trend negativo nei prezzi e viceversa. Anche in questo caso il PMI ha avuto un ruolo anticipatore rispetto all’indice dei prezzi delle commodity.
Così come nel caso dell’indice di produzione industriale, le variazioni dell’indice di prezzo sembrano aver incontrato un "pavimneto", rimanendo tuttavia negative.
Dall’analisi emerge quanto detto prima sul controllo dell’offerta da parte dei produttori. In questa fase la flessione massima annua dei prezzi (-5%) è risultata decisamente minore di quella registrata nel biennio 2015/2016 (-21%).

In conclusione gli indici analizzati sembrano segnalare una fase di stallo, che può prennunciare una svolta del ciclo economico, con una ripartenza della domanda di materie prime e quindi un aumento dei prezzi. Gli elementi di incertezza sono comunque ancora molti. Il primo indicatore che potrebbe segnalare questa svolta è il PMI, il cui monitoraggio diventa, in questa fase, particolarmente importante.
Gli approvvigionatori dovrebbero essere in grado di anticipare questa svolta. l'accelerazione della produzione industriale. Quest’ultima infatti potrebbe portare ad un'interruzione del trend negativo che sta riguardando i prezzi da ormai due anni.