La pressione delle aspettative negative sul prezzo del petrolio

Il prezzo del petrolio cala per la seconda settimana consecutiva

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La settimana scorsa c’è stata un ribasso del prezzo del petrolio. Venerdì 04 ottobre le quotazioni del Brent e dell’Oman/Dubai si sono fermate a 58 dollari al barile e il WTI a 52, segnalando una diminuzione rispettivamente del -6.3%, del -5% e del -7%. Un livello così basso non si registrava da agosto 2019, quando i ribassi dei mesi precedenti (-13% in dollari dai livelli di maggio) avevano azzerato la ripresa della prima parte dell'anno.

Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Il motivo di questo ribasso è da ricercare nelle aspettative negative del rallentamento della domanda, che ormai stanno influenzando i mercati finanziari da molti mesi. Questa settimana ci sono i dazi sulle importazioni americane dall’UE e l’escalation delle tensioni USA-Iran.

  • L’Organizzazione mondiale del commercio ha consentito agli USA di applicare dei dazi alle importazioni dall’Europa per un valore pari a 7.5 miliardi di dollari. Le tariffe scatteranno il 18 ottobre e riguarderanno principalmente il settore alimentare e aerei commerciali.

  • Iran e USA sembrano non riuscire a trovare un accordo. La Francia che fa da mediatore tra le parti riporta che i due paesi hanno un mese di tempo per incontrarsi al tavolo delle trattative, prima che Teheran proceda con il piano di incremento delle attività nucleari a novembre. Se questo si dovesse avverare la diretta conseguenza sarebbe l’ennesimo inasprimento delle tensioni USA-Iran (fonte Reuters). Il documento su cui si sono scontrati nelle settimane scorse era articolato in quattro punti e si snodava principalmente sull’impegno dell’Iran a non dotarsi di armi nucleari e l’astensione da comportamenti aggressivi (fonte ISPI). In cambio gli Stati Uniti avrebbero dovuto acconsentire a rimuovere le sanzioni.

Le tensioni Usa-Iran sembrano intrecciarsi a quelle di USA-Cina. Gli USA hanno imposto delle sanzioni a Cosco Shipping Tanker e Cosco Shipping Tanker Seaman and Ship Management, due controllate della compagnia di stato cinese China Ocean Shipping Company (COSCO), accusate di aver trasportato petrolio iraniano. Queste sanzioni hanno generato un incremento dei costi di nolo delle imbarcazioni e rischiano di ripercuotersi anche sui petrolieri americani che esportano in Asia. L’export potrebbe diminuire in assenza di disponibilità di imbarcazioni.

Per quanto riguarda l’offerta da un lato il ministro dell’energia saudita, Bin Salman, ha confermato che il regno ha completamente ripristinato la produzione di petrolio. Dall’altro continua la chiusura delle piattaforme petrolifere americane, per la settima settimana consecutiva, portando il numero di quelle attive a 710 – il più basso da maggio 2017 - (fonte Reuters).

Infine si segnala che la settimana scorsa la Russia ha fatto un ulteriore passo verso la dedollarizzazione, iniziata nel 2014. Rosneft, il più grande esportatore di petrolio russo, ha deciso di utilizzare l’euro come valuta di riferimento in tutti i nuovi contratti.