L’influenza della domanda cinese sul prezzo del rame

Un confronto tra il rallentamento del 2016 e quello del 2019

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LME Non Ferrosi Congiuntura

Ad agosto la quotazione media del rame al London Metal Exchange (LME) ha toccato i 5708 dollari alla tonnellata, un livello medio mensile così basso non si vedeva da maggio 2017.
Il prezzo del rame si trova su un trend negativo dalla scorsa estate: da giugno 2018 ha perso circa il -20% del suo valore, passando dai 7000 dollari alla tonnellata ai 5700 del mese appena passato.
Osservando il grafico qui sotto, che riporta la quotazione spot mensile del rame al LME, emerge che in questa fase di decrescita ci sono stati due rimbalzi il primo sul concludersi del 2018 e il secondo nei primi mesi del 2019.

Grafico 1: Quotazione del rame
Quotazione del rame

Alla base di questa dinamica c’è stato uno stimolo della domanda di rame guidato da un lato da aspettative positive per quanto riguarda la risoluzione del conflitto commerciale USA-Cina e dall’altro una serie di investimenti infrastrutturali cinesi, come già segnalato in un precedente articolo.
La Cina infatti è centrale nel mercato del rame. Essa è tra i più grandi produttori di rame al mondo (fonte USGS) e anche il più grande importatore al mondo. Data l’elevata richiesta è costretta a rivolgersi all’esterno per soddisfare la domanda. Nel 2018 il valore delle importazioni è stato di circa 36 miliardi di dollari, seguita dagli USA con 9 miliardi. Ne deriva quindi che variazioni della domanda cinese influiscono in maniera importante sul prezzo del rame (da evidenziare che il più grande produttore di rame al mondo, il Cile, ha come principale mercato d'esportazione la Cina).
Attualmente la Cina si trova in una fase di rallentamento dell’economia in conseguenza ai dazi e agli squilibri provocati dalla guerra commerciale. La decelerazione si palesa in una riduzione delle importazioni cinesi, sopratutto quelle dei metalli e in particolar modo del rame.
Il grafico che segue riporta le importazioni di rame cinesi dal mondo in milioni di chili.

Grafico 2: Importazioni cinesi di rame

Il grafico mostra che le importazioni sono in calo dal quarto trimestre 2018, toccando il minimo nel primo trimestre 2019 a 760 milioni di chili. Questo livello rimane comunque superiore alla precedente flessione del 2016. All’epoca la Cina si trovava in forte rallentamento, generato da una crisi finanziaria che si è protratta nel biennio 2015 e 2016 e che ha coinvolto poi anche settori industriali. Nel 2016 le importazioni di rame si sono ridotte, con il minimo nel terzo trimestre sotto i 700 milioni di chili. Questa fase di rallentamento si è palesata anche nei prezzi; il valore medio annuo del rame nel 2016 risultò inferiore a 5000 dollari alla tonnellata.

Da quando la guerra commerciale è iniziata nel 2018 il prezzo del rame ha perso circa il 20% del suo valore, toccando il minimo di 5700 dollari alla tonnellata ad agosto 2019. Va evidenziato che questo livello rimane comunque superiore a quello del 2016. La sua tenuta quindi segnala che l’attuale fase di rallentamento della Cina risulta meno intensa di quella del ciclo precedente. In altre parole, i fattori che hanno determinato il prezzo del rame nel 2016 sono diversi da quelli che oggi riguardano il rallentamento della domanda, per cui gli effetti si stanno palesando in modo e con intensità differente sul prezzo del rame.