Dove eravamo rimasti?

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 26 agosto 2019

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

Nella scorsa settimana c’è stato un deciso ribasso dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il rialzo del piombo e il ribasso dello stagno. Le quotazioni dell’indice LMEX sono scese fino a toccare quota 2700 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra. La settimana scorsa è risultata molto buona la correlazione col cambio del dollaro (che si è apprezzato contro tutte le principali valute). La correlazione tra metalli e petrolio (in rialzo) resta nella norma.

COMMENTO MACROECONOMICO

Il 29 luglio, data dell’ultimo report prima delle ferie estive, ci eravamo soffermati su alcuni punti importanti:

  • la situazione macroeconomica internazionale in evidente fase di rallentamento;
  • la turbolenza dei mercati valutari conseguente alle manovre delle varie banche centrali;
  • la guerra dei dazi tra USA e Cina e tra USA e resto del mondo;
  • la Brexit verso l’epilogo finale senza accordo;
  • la crisi politica del nostro paese.

Al ritorno delle ferie ritroviamo ancora la stessa agenda senza variazioni particolari. Il presidente americano rimarca le solite questioni che vanno dai migranti ai dazi (adesso vuole abolire lo Ius Soli che in America è un diritto sancito dalla Costituzione). Il suo omologo cinese gli risponde aumentando i dazi sui prodotti made in USA e intanto manovra con la Russia e la Corea del Nord (entrambi presi dal lancio dei rispettivi nuovi missili) e con la sua colonia di Hong Kong, dove i dissidenti continuano a protestare, nonostante la dura repressione della polizia. La guerra dei dazi sembra ben lontana dal momento di risoluzione con tutti i riflessi negativi sul commercio mondiale e sui mercati che registrano ribassi pesanti. Le valute continuano ad oscillare parecchio e alcune toccano minimi storici (vedi yuan, sterlina, lira argentina, ecc) e l’euro che agli inizi di agosto scende fino a quota 1,10 contro dollaro (valore che non si vedeva dall’aprile del 2017). Lo yuan contro il dollaro precipita ai minimi del 2008 e a quanto pare la banca centrale cinese non appare particolarmente preoccupata. I banchieri che si sono incontrati a Jackson Hole (Wyoming-USA) dal 22 al 24 agosto hanno preso atto dei venti di recessione a livello mondiale e si accingono a varare politiche monetarie espansive (senza chiedersi se da sole serviranno veramente a rilanciare l’economia e non invece ad aumentare il debito pubblico dei vari Stati, già molto alto per USA, Cina, Giappone, Italia, ecc).
Intanto a Biarritz in Francia si svolge il 45° G7 che si ritrova sul tavolo, oltre i temi soliti, l’incendio che sta devastando l’Amazzonia (polmone di ossigeno per il mondo intero) col presidente francese che accusa quello brasiliano di portare avanti insieme agli altri stati sudamericani, un’intensa opera di deforestazione fatta con gli incendi che distruggono la foresta per fare pascoli per gli allevamenti bovini (questo non è considerato reato in nessun paese del Sud America). Tra i vari leader presenti fanno notizie più i punti discordanti (a cominciare da quelli relativi al clima e ai dazi) che quelli su cui si verificano convergenze reali. Al summit è presente (forse per l’ultima volta) il nuovo premier inglese che vuole negoziare con la UE un nuovo accordo per Brexit ma alle sue condizioni, inaccettabili per l’Europa. Infine la crisi politica in Italia. In agosto la Lega decide di staccare la spina al Governo Conte e apre la crisi.

La reazione dei mercati

L’indice generale dei prezzi delle principali commodity -CRB Index- è in calo per il 2° mese consecutivo a conferma di come i mercati delle merci temano la recessione che già interessa gran parte dell’economia mondiale a cominciare da quella europea. Stesso discorso per l’indice generale dei prezzi dei metalli non ferrosi quotati al LME -LMEX index-. In ribasso anche i prezzi del petrolio e del gas naturale, mentre volano i prezzi dei metalli preziosi con quelli dell’oro che toccano i massimi del 2013 (c’è timore di crisi e perciò ritornano gli investimenti nei beni rifugio). Il dollaro americano è sui massimi dal maggio 2017.