Massimo storico per il prezzo dei fluorocarburi

Le normative sulla riduzione dell’emissione di gas serra riducono l’offerta di HFC

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Chimici Organici Congiuntura

Il prezzo medio annuo in euro dei fluorocarburi dal 2015 è cresciuto a ritmi sostenuti, cumulando fino al 2018 un aumento di quasi il +290%, passando da circa 5200 euro per tonnellata ai 20200 euro dello scorso anno e raggiungendo negli scorsi mesi addirittura il massimo storico mensile a 25000 euro.

Dei fluorocarburi consideranti in quest'articolo fanno parte i clorofluorocarburi (CFC), gli idroclorofluorocarburi (HCFC), i perfluorocarburi (PFC) e gli idrofluorocarburi (HFC). Classificati come chimici organici, alla base di questi elementi vi è il legame fluoro-carbonio.
Gli HFC e PFC sono gas di origine sintetica, facenti parte della famiglia dei gas fluorati o F-gas. Grazie alle loro caratteristiche chimiche sono utilizzati (anche in miscela) per un ampia gamma di impieghi, in particolare sono adoperati per la climatizzazione, la refrigerazione e l’antincendio.
Attualmente gli unici fluorocarburi legalmente in commercio sono gli HFC, che si sono inseriti sul mercato negli anni '80, in sostituzione prima dei CFC e poi degli HCFC, perché altamente lesivi dell’ozono stratosferico (ODS). Gli HFC, pur non avendo nessun impatto sull’ozono, sono ritenuti “climalteranti”, essendo dei gas serra potenti (migliaia di volte più potenti dell’anidride carbonica).
Nell’ottobre del 2016, nel corso della 28a riunione del protocollo di Montreal1, a Kigali, in Ruanda, è stato approvato un emendamento che stabilisce l’eliminazione progressiva della produzione e dell’utilizzo degli HFC. I 197 paesi che hanno ratificato il protocollo di Montreal, si sono impegnati a ridurre dell’80% la produzione dei HFC nei prossimi 30 anni, in conformità con gli accordi di Parigi 2015.
Ne “Lo studio sulle alternative agli idrocarburi (HFC) in Italia” pubblicato lo scorso anno dall’ISPRA, è presente un focus sull'impatto del Regolamento (UE) n. 517/20142 sul mercato europeo di F-gas. Il Regolamento prevede una riduzione progressiva (phase-down) della quantità di idrofluorocarburi introdotti sul mercato europeo. Tali quantità sono espresse in tonnellate di CO2 equivalente e non sono specifiche per tipo di refrigerante. Il phase-down (riduzione progressiva) degli HFC sul mercato è regolato da un sistema di quote assegnate annualmente dalla Commissione Europea (a costo zero) ai produttori e importatori di refrigeranti per assicurare la riduzione dell’approvvigionamento di HFC. In questo scenario, è facile comprendere che le quote elargite assumono un valore strategico assai rilevante per gli operatori di questo mercato.
Per raggiungere l’obiettivo del protocollo, ovvero di ridurre dell’80% l’emissione di CO2, nel 2016 si è avuta la prima riduzione del 7% di HFC presenti sul mercato, quota che è salita al 37% nel gennaio 2018.

La drastica riduzione della disponibilità (offerta) di HFC sul mercato, considerato il valore del suo GWP3, ha condotto a un incremento esponenziale del prezzo degli idrofluorocarburi fino ad oggi utilizzati. Il grafico proposto mostra l’evoluzione del prezzo europeo di import in euro delle miscele di fluorocarburi (CFC, HCFC, PFC e HFC) dal 2007 ai mesi scorsi.

Grafico 1: Prezzo miscele di fluorocarburi (CFC, HCFC, PFC e HFC)

Prezzo miscele di fluorocarburi (CFC, HCFC, PFC e HFC)

Tra il 2007 e il 2015 il prezzo dei fluorocarburi ha avuto volatilità relativamente contenuta, oscillando tra i 4000 e i 6000 euro per tonnellata. Nonostante ciò, in quest’arco temporale si è realizzato un breve ciclo, con picchi nella seconda metà del 2011 prossimi a 8800 euro, e che si concluso definitivamente nel 2015, con un livello medio di prezzo prossimo ai 5200 euro. Nel 2016 si è originato un trend positivo, ancora in corso, che ha quasi quintuplicato il livello del prezzo, raggiungendo, nei primi mesi del 2019, il suo record storico a quota 25000 euro. Nel corso di questo trend ci sono state delle flessioni, alcune anche recenti, come quella che ha caratterizzato la seconda metà del 2018, in cui il prezzo da 21800 euro è passato a circa 18200 (-16,5%) per poi recuperare fino al suo massimo storico.

Ad oggi, pur essendo ormai da tempo avviati gli studi sui sostituti degli HFC (idrofluoroolefine o HFO, refrigeranti naturali, ecc.), non sono ancora presenti sul mercato alternative valide. Secondo il rapporto dell’ISPRA (di cui sopra), l’effetto di medio-breve periodo, sul mercato dei refrigeranti, dovrebbe essere di graduale scomparsa di HFC con alto GWP a favore di quelli a basso impatto. Nel lungo periodo ci dovrebbe essere la sostituzione definitiva da HFC a basso GWP con refrigeranti naturali (ammoniaca, idrocarburi, anidride carbonica, acqua e aria) o alternative non climalteranti.
A meno di innovazioni tecnologiche, nell’immediato futuro il prezzo dell’HFC price premium, come soprannominato dalla Commissione Europea, sembra destinato a rimanere su livelli elevati se non addirittura a raggiungere nuovi massimi.


(1) Strumento operativo dell’UNEP (Programma Ambientale delle Nazioni Unite) per l'attuazione della Convenzione di Vienna finalizzato alla protezione dell'ozono. E’ entrato in vigore nel gennaio 1989 ed è stato ratificato da 197, tra cui l’Italia nel 1988 (https://www.minambiente.it/pagina/il-protocollo-di-montreal).
(2) Entrato in vigore il 9 giugno 2014, il Regolamento F-gas con applicazione a decorrere dal 1 gennaio 2015, punta a ridurre le emissioni dei gas fluorurati a effetto serra entro il 2030. A tal fine il regolamento introduce una serie di misure volte a ridurre nel tempo l’utilizzo di gas fluorurati ad alto GWP.
(3) Global Warming Potential o GWP è la misura della capacità di assorbire la radiazione infrarossa emessa dalla superficie del pianeta intrappolandola nell’atmosfera, il cosiddetto effetto serra.