Legname: stabile quello UE, in calo quello statunitense

Il mercato americano e quello europeo continuano a non “contaminarsi” anche dopo l’introduzione delle tariffe del 20% sulle importazioni USA dal Canada.

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Legno e Carta Congiuntura

In un precedente articolo si era analizzato nel dettaglio il mercato del legname di conifera europeo, in particolare quello dei tronchi e del segato, e il mercato del legname di conifera americano. Dall’analisi era emersa l’esistenza di due mercati regionalizzati con dinamiche dei prezzi tra loro autonome.
Questa regionalizzazione trovava la sua giustificazione nella diversa provenienza del legname: quello europeo proviene dal commercio intraeuropeo (principalmente da Repubblica Ceca, Germania e Norvegia), mentre quello statunitense dalla produzione interna e dal Canada: la domanda di legname negli USA è superiore all’offerta domestica, attivando flussi significativi dal Canada.
L’articolo si concludeva segnalando l’imposizione da parte dall’amministrazione americana di una tariffa antidumping del 20% sulle importazioni dal Canada di legname da conifera. Nel corso degli ultimi due anni queste tariffe sono rimaste in vigore, anche se ad aprile 2019 il WTO ha dichiarato che esse violano le regole internazionali del commercio, sollecitando l’amministrazione americana a rimuoverle (fonte Bloomberg). Le recenti notizie parlano di una volontà da parte delle due controparti a cercare un accordo sul tema. A tutt’oggi, tuttavia, questo accordo non è stato ancora raggiunto.
In questo articolo ci proponiamo di verificare se l’imposizione delle tariffe sulle importazioni dal Canada hanno creato un effetto di contaminazione tra il mercato americano e quello europeo.

Nel grafico che segue è riportata la quotazione del legname di conifere del Chicago Mercantile Exchange (CME) e il prezzo doganale delle importazioni europee di legname da conifere (tronchi da conifera e segato). Le serie sono riportate in indice in euro per facilitarne il confronto. Andamento del prezzo del legname da conifera

Dal grafico emerge che l’andamento del prezzo americano e europeo continua ad essere significativamente diverso, segnalando l’esistenza di due mercati regionali, tra loro separati.

A regolare i flussi commerciali nordamericani del legname dal 2006 al 2015 c’è stato il Softwood Lumber Agreement (SLA). Quest’accordo ha garantito una disponibilità di offerta di legname all’industria americana, che si è riflessa in una bassa volatilità del prezzo del legname USA. Da quando lo SLA è scaduto (Ottobre 2015) la quotazione al CME ha intrapreso un forte sentiero di crescita. Nel 2014 il prezzo medio del legname era di 300 euro alla tonnellata, nel 2018 è aumentato circa del 50% pari a 460 euro alla tonnellata. Inoltre a contribuire al forte aumento del prezzo nel 2018 c’è stato:

  1. l’imposizione di tariffe antidumping sulle importazioni canadesi del 20%;
  2. incendi ed uragani che hanno distrutto acri di foreste.

Questo trend positivo si è interrotto a giugno 2018. Da maggio a ottobre 2018 il prezzo è crollato del 45%, passando da 615 a 340 euro alla tonnellata, toccando il minimo da due anni, per poi stabilizzarsi intorno a 370 euro alla tonnellata (a giugno 2019 il prezzo è di 384 dollari alla tonnellata). Questa caduta è dovuta da una diminuzione della domanda di legname nel settore dell’edilizia.

La dinamica del mercato prezzo americano non ha contaminato quello europeo.
Il prezzo doganale europeo del legname ha subito una forte flessione dopo la crisi economica del 2008, portando i prezzi in questo decennio a registrare livelli medi significativamente inferiori a quelli del decennio passato. Dal 2007 al 2010 il prezzo medio annuo è passato da 137 euro alla tonnellata per i tronchi di abete a 104 (-30%), per il segato da 220 a 120 euro alla tonnellata (-45%). Il prezzo poi si è stabilizzato su questo livello fino al 2017, fin quando i prezzi hanno subito un’ulteriore lieve diminuzione a causa di una riduzione della domanda - crisi dell’industria della segheria -. Nel 2018 il prezzo medio i tronchi è 93 euro alla tonnellata, mentre per i segati 100 euro alla tonnellata.