Il G20 di Osaka dominato dai bilaterali ha deluso le aspettative

Settimanale Metalli non ferrosi LME - Commento del 01 luglio 2019

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Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

Nella scorsa settimana c’è stato un buon rialzo dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il rialzo del nichel e il nuovo ribasso dello stagno. Le quotazioni dell’indice LMEX sono scese fino a toccare quota 2840 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra. La settimana scorsa è risultata buona la correlazione col cambio del dollaro (che si è deprezzato contro tutte le principali valute). La correlazione tra metalli e petrolio (in rialzo) resta nella norma; il rialzo del prezzo del petrolio ha favorito la risalita dei prezzi delle principali materie prime a cominciare dai metalli ed in particolare dell’alluminio che è sempre stato molto sensibile ai prezzi del greggio.

COMMENTO MACROECONOMICO

Una volta i “summit” internazionali come il G20 erano delle assise molto importanti per la discussione dei grandi temi politici, economici, militari che interessavano il mondo intero. C’era un confronto molto aperto fra tutti i vari leader e si cercava il giusto compromesso fra gli interessi contrapposti per arrivare alla conclusione ottimale per la soluzione dei problemi globali. Al G20 svoltosi ad Osaka (Giappone) il 28 e 29 giugno l’agenda era la seguente:

  • crescita economica e riduzione delle disuguaglianze
  • infrastrutture di qualità e salute
  • questioni globali come i cambiamenti climatici e i rifiuti di plastica negli oceani
  • economia digitale
  • sfide legate all'invecchiamento della società

Dall’agenda già si evince subito che il problema dei problemi a livello mondiale (cambiamenti climatici) è solo al terzo posto nonostante tutti i paesi presenti fossero firmatari degli accordi di Parigi sul clima. Cina, India e Giappone hanno addirittura aumentato i finanziamenti per la produzione di energia dal carbone, che è una delle fonti più inquinanti in assoluto. In realtà si è parlato soprattutto di guerre commerciali e dazi. D’altronde queste guerre stanno già facendo frenare l’economia mondiale e continuano ad incidere negativamente sul clima di fiducia di imprese e famiglie in tutti i principali paesi avanzati e nei mercati emergenti come dimostrano i vari PMI globali. “Le tensioni commerciali sono il singolo maggior fattore che pesa sulla fiducia delle aziende globali e sugli spiriti animali” , secondo Morgan Stanley.
I partecipanti del G20 sono le economie più sviluppate del mondo: Giappone (paese ospitante), Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa,Turchia, Unione Europea. Altri paesi invitati: Cile, Olanda, Egitto, Senegal, Singapore, Spagna, Thailandia, Vietnam. Tra le organizzazioni mondiali erano presenti : World Bank, FMI, ONU, OMC, OCSE. Il continente poco rappresentato, come sempre è l’Africa. Tra i paesi del Medio Oriente (area strategica a livello geopolitico specie dopo gli ultimi episodi) manca l’Iran, il paese più grande e influente. Il Presidente Trump non ha mai fatto mistero di non amare questi summit internazionali ritenuti inconcludenti. Lui preferisce quelli one to one dove può far valere tutto il suo peso di prima potenza mondiale.
Più che alle sessioni plenarie l’attenzione era focalizzata sugli incontri bilaterali a cominciare da quello più importante per l’economia mondiale, tra USA e Cina ovvero tra i due leader più potenti, Donald Trump e Xi Jinping.
Oggetto del bilaterale, la fine o il proseguimento della guerra commerciale tra i due paesi. A seguire questo incontro, annunciato e smentito più volte, i governi di tutto il mondo e non solo di quelli presenti al summit e, ovviamente tutti i media del pianeta. Altri bilaterali importanti hanno visto sempre al centro i due leader più potenti “dialogare” con lo zar russo Vladimir Putin, col primo ministro dell’India (potenza economica in ascesa) – Modi. Trump via twitter ha contattato il premier nord coreano, fino a poco tempo fa suo acerrimo nemico, e si sono incontrati al confine delle due Coree e così è stato il primo presidente americano a fare qualche passo in territorio nord coreano.
Anche per l’Italia è stato un G20 particolarmente importante dove il nostro Premier - Giuseppe Conte e il ministro dell’economia - Giovanni Tria hanno avuto molti incontri bilaterali con i rappresentati delle Istituzioni europee (Consiglio Europeo e Commissione Europea) e con gli altri leader europei (Angela Merkel e Emmanuel Macron) con i quali hanno discusso soprattutto della procedura d’infrazione a carico del nostro paese. Si profila un rinvio.
Risultati concreti del meeting: poco, quasi niente sui temi in agenda. C’erano molte attese visti i vari problemi sul tavolo ma, come al solito, i veti incrociati delle singole potenze mondiali hanno impedito il raggiungimento di accordi sulle questioni più rilevanti: clima, WTO, migranti. Sul clima i 19 paesi firmatari dell’accordo di Parigi del 2015 hanno ribadito la sua irreversibilità, ma gli USA si sono sfilati dal documento finale. Per il resto arrivederci al prossimo G20 in Arabia Saudita. Sul fronte della guerra commerciale USA e Cina hanno annunciato una tregua per far riprendere i negoziati. Vedremo se è la volta buona. I mercati (finanziari e delle materie prime) hanno atteso con trepidazione i risultati di questo meeting specie per quanto riguarda il bilaterale tra USA e Cina.