Il prezzo del piombo si trova su trend negativo da più di un anno

Nonostante una lieve ripresa nel mese di giugno il prezzo del piombo si trova su un trend negativo

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Non Ferrosi Congiuntura

All’inizio di giugno c’è stata una riduzione dell’offerta di piombo, a causa della chiusura di una fonderia in Australia1. Questo ha favorito il rialzo delle quotazioni del piombo al London Metal Exchange (LME), segnalando un aumento del +4% in questo ultimo mese. Il grafico che segue riporta la quotazione del piombo al LME e il prezzo doganale delle importazioni europee del piombo raffinato2.

Andamento piombo

Dal grafico emerge chiaramente:

  1. che il prezzo doganale segue perfettamente, con un certo ritardo, la dinamica del prezzo finanziario;
  2. il lieve recupero del mese di giugno del prezzo spot. Questo recupero è, tuttavia, marginale rispetto al trend negativo iniziato nei primi mesi del 2018. Complessivamente, a giugno il prezzo del piombo è risultato inferiore del 23% rispetto al prezzo di un anno fa;
  3. una fase di forti aumenti tra l’inizio del 2016 e i primi mesi del 2018, seguita da trend ribassista. Nella fase di crescita il prezzo del piombo ha registrato un aumento del +52%, passando da 1700 a 2600 dollari alla tonnellata, sfiorando il massimo storico degli ultimi 10 anni (luglio 2011) di 2700 dollari alla tonnellata, sostenuto dalla ripresa generale del ciclo economico e dei prezzi delle commodity.

La flessione iniziata a marzo 2018 ha caratterizzato tutto il comparto dei non ferrosi. Alla base di questo andamento ribassista ci sono state inizialmente le aspettative di riduzione della domanda indotte dalle tensioni USA-Cina, che si sono successivamente concretizzate in una effettiva minor domanda: nell’estate 2018, momento d’inizio della guerra commerciale tra USA e Cina, il prezzo del piombo è diminuito del -15% proseguendo quest’andamento al ribasso fino a toccare 1820 dollari alla tonnellata a maggio 2019.
Molto importante è l’effetto del rallentamento del settore dell’automotive e la minor domanda di accumulatori al piombo per motori a pistone, ancora largamente utilizzati poiché hanno dei costi produttivi bassi (per un approfondimento sul tema degli accumulatori clicca qui). Tra i primi importatori di accumulatori al piombo a livello mondiale ci sono USA e Germania, che sono anche tra i primi produttori nel settore dell’automotive.
La domanda di accumulatori al piombo sta diminuendo in parte per effetto della minor produzione di auto ed in parte perché sostituiti da accumulatori più moderni, ad esempio quelli al litio.


(1) L’Australia è il secondo esportatore a livello mondiale di piombo raffinato
(2) Il dato di giugno 2019 del LME è la media dei prezzi giornalieri fino al 25 giugno