L'equilibrio precario del prezzo del petrolio

Nelle ultime settimane il prezzo del petrolio ha trovato un equilibrio tra aspettative di rallentamento della domanda e annunci di controllo dell'offerta

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Il prezzo del petrolio ha chiuso la settimana a 63 $ e 56 $ al barile, rispettivamente per il Brent e per il WTI, mantenendo sostanzialmente i livelli raggiunti nei primi giorni di gennaio. Dopo la crescita registrata a cavallo della fine del 2018, il prezzo del petrolio sembra aver trovato un punto di equilibrio sostenuto da spinte contrapposte.

Prezzo giornaliero del petrolio sui mercati finanziari
Brent Prezzo giornaliero del petrolio Brent
WTI Prezzo giornaliero del petrolio WTI

 

Rallentamento della domanda

Il rallentamento dell’economia mondiale porta a prevedere una minor crescita tendenziale della domanda di petrolio nei prossimi mesi. Il recente scenario dell’EIA (US Energy Information Administration), pubblicato il 15 gennaio, prevede un progressivo rallentamento della domanda tendenziale di petrolio dai tassi superiori al 2% registrati nel 2017 e nei primi mesi del 2018, a ritmi prossimi all’1.5% previsti per il 2019. Tutte le informazioni sulla congiuntura mondiale, sulla perdita di dinamismo dell’economia cinese, sulla frenata dell’UE, sui rischi di un mancato accordo per la Brexit e sulla minor crescita degli scambi commerciali a causa della guerra dei dazi, rafforzano questa convinzione. I mercati del petrolio scontano questo scenario con un prezzo del Brent che da 15 giorni risulta in backwardation e un prezzo future del WTI che non segue completamente le breve fasi al rialzo del prezzo spot.

Controllo dell'offerta

Dal lato dell’offerta pesano le tante notizie riguardanti la produzione di alcuni paesi.
La crisi venezuelana e le nuove sanzioni americane potrebbero tradursi in un'ulteriore riduzione delle forniture del paese all’estero.
La Libia ha ridotto la produzione inaspettatamente a dicembre e alcune sue produzione non sono ancora a regime.
Le esenzioni dalle sanzioni per l'Iran scadranno a maggio e gli Stati Uniti sperano di costringere il paese ad ulteriori riduzioni delle sue esportazioni di petrolio.
La produzione di shale oil statunitense sta iniziando a rallentare. L’aumento della produzione nel 2019 potrebbe risultare significativamente minore di quanto realizzato negli ultimi anni.

Ma soprattutto i mercati sembrano scontare una diminuzione della produzione OPEC. Il mese scorso, la produzione dell'OPEC è diminuita di quasi un milione di barili. Secondo un sondaggio Reuters, questo risulta il calo mensile più grande dall'inizio del 2017, quando è entrato in vigore il primo round di tagli alla produzione OPEC. Solo l’Iraq ha prodotto al di sopra del suo tetto di produzione. Tutti gli altri produttori sono rimasti nei vincoli concordati. L’opinione di molti operatori finanziari è che l’Arabia Saudita sia determinata nel provare a guidare il mercato verso prezzi più alti, in modo da poter riequilibrare il proprio bilancio.

Quali forze prevarranno?

Pricepedia monitorerà settimanalmente le varie forze in campo per fornire un’informazione sintetica e aggiornata sull’evoluzione di questo precario equilibrio.