Aumenta l’interesse per le terre rare ed anche il loro prezzo

Analisi dell'andamento del prezzo delle principali terre rare e del loro mercato internazionale

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Chimici Organici Chimici Inorganici Non Ferrosi Congiuntura

Che si tratti di auto elettriche o ibride, smartphone o pc, microfoni o magneti alla base delle tecnologie che ne hanno permesso il loro sviluppo ci sono 17 elementi denominati terre rare (“rare earth elements”). In realtà, a discapito del loro nome, non si tratta di terre ma di metalli e sembra che non siano neanche rare ma piuttosto comuni. L’appellativo deriva dal fatto che si trovano in natura legati con altri elementi (minerali soprattutto) e che la loro estrazione è estremamente complicata in termini di processi oltre all'alto sacrificio ambientale richiesto.

La dinamica dei prezzi

Scandio, ittrio, lantanio e cerio sono i nomi di alcune terre rare1. Di seguito è mostrato l’andamento storico dal 2000 del prezzo europeo di import (in euro) di questi elementi.

Dal grafico emerge come le terre rare siano rimaste sostanzialmente stabili fino al 2007, momento in cui è iniziato un trend positivo di debole intensità, che ha portato il cerio e lo scandio-ittrio a passare da 4 e 5 mila euro per tonnellata a circa 7 mila euro nel 2010. Nella metà dello stesso anno ha avuto origine una tensione culminata tra il 2011-12 con il prezzo del cerio che ha toccato quota 56 mila euro e quello dello scandio-ittrio circa 53 mila euro. Nel 2012 ha poi avuto origine un trend negativo che ha riportato queste due categorie di prodotti sui livelli precedenti al 2011, anche se tra la fine dello scorso anno e i primi mesi del 2019 sembra essersi ripresa la domanda per questi elementi. La serie dei lantanoidi (lantanio, praseodimio, neodimio e samario) parte invece nel 2016 e sembra attestarsi su livelli di prezzo più alti rispetto alle altre due categorie. Dopo un trend durato circa 2 anni, il prezzo ha subito una contrazione nella prima parte del 2018 che ha portato il prezzo da 27 mila euro a 13 circa (-51 %) in pochi mesi. Nell'ultimo trimestre del 2018, il comparto automotive ha generato una rinnovata attenzione per il neodimio, un lantanoide che permette la creazione di magneti estremamente efficienti, impiegati nelle auto elettriche. Ciò ha generato una nuova tensione su questo mercato che si è esplicata nel nuovo picco a 27 mila euro dello scorso dicembre.

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Gli shock di prezzo analizzati suggeriscono che questo tipo di mercato è chiaramente governato dalle innovazioni tecnologiche a cui non riescono a seguire gli aggiustamenti dell’offerta, che resta piuttosto rigida e concentrata.

Le dimensioni del mercato internazionale

Di seguito il grafico dei principali paesi importatori ed esportatori di terre rare. Sono stati considerati due mercati: il primo si riferisce al mercato formato dai principali composti di terre rare mentre il secondo si riferisce ai composti derivanti dal cerio.
E’ possibile cambiare il mercato di riferimento selezionandolo dal “menù a tendina” in alto a sinistra.

Il mercato delle terre rare (2017)

Maggiori Esportatori

Maggiori Importatori

Analizzando le dimensioni delle transazioni mondiali emergono dei risvolti inattesi. La Cina è si il principale esportatore mondiale di terre rare - primo sul mercato dei composti di terre rare e secondo sul quello del cerio - ma è anche il quarto maggior importatore di composti di terre rare, come confermato anche dall’articolo di reuters intitolato “China becomes world's biggest importer of rare earths: analysts ”. Ciò che non emerge dai dati di commercio internazionale e che attenua le dimensioni delle quote di mercato è il fatto che la Cina è allo stesso tempo il primo produttore e utilizzatore, indirizzando gran parte dell’offerta di terre rare sul mercato interno. Il Giappone invece è il principale importatore mondiale (primo importatore sui 2 mercati), possedendo una quota del 22% della domanda internazionale dei composti di terre rare e del 20% di quella del cerio.

La Cina continua a sbaragliare la concorrenza anche su questo versante, dal momento che possiede, ad oggi, quasi il 90% delle riserve minerarie di questi elementi, dislocate nelle zone più remote del paese: la sola miniera di Bayan Obo nella parte occidentale della mongolia interna estraeva nel 2005 circa il 45% dell’offerta mondiale di terre rare. Nel ‘92 Deng Xiaoping, l’allora leader del partito comunista, avendo compreso il valore strategico delle terre rare, affermò “se il Medio Oriente ha il petrolio, la Cina ha le terre rare” a dimostrazione del fatto che l’attenzione cinese verso questi elementi è nata un trentennio fa. Sono state infatti proprio le terre rare, insieme alle politiche di favoreggiamento della produzione a basso costo, che hanno permesso alla Cina di assorbire il know-how delle principali imprese mondiali a trazione high-tech come Apple e Samsung.


(1) Sia il fatto che l’attenzione verso questi beni è piuttosto recente sia i bassi volumi di commercio, sono il motivo per cui alcuni codici si riferiscono all’aggregazione di più prodotti. Va precisato inoltre che lo scandio e ittrio considerato si trovano sotto forma di metalli anche legati tra loro, il cerio nei suoi vari composti mentre i lantanoidi si riferiscono al lantanio, praseodimio, neodimio e samario.