Prezzi del petrolio per qualità

Perché il prezzo del petrolio di qualità minore può superare quello di qualità maggiore?

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In un articolo precedente si è segnalato come gli USA siano diventati esportatori netti di petrolio. L’aumento delle esportazioni è dovuto ad un aumento della produzione di circa 1.2 milioni di barili al giorno. La settimana scorsa due colossi nell’estrazione di shale oil, Exxon e Chevron, hanno annunciato un aumento dell'estrazione di petrolio dal bacino del Permian entro 2023-2024. Se da un lato l’offerta di shale oil è in aumento, dall’altro ci si imbatte nella riduzione dell’offerta dei paesi dell’OPEC.
In un precedente articolo si è sottolineato come esistono molte tipologie di petrolio, ma tutte riconducibili a 2/3 benchmark. Lo shale oil è una tipologia di petrolio leggera e a basso contenuto di zolfo (dolce), il cui benchmark di riferimento è il WTI. Dall’altro lato i paesi dell’ OPEC producono greggio pesante ed ad alto contenuto di zolfo, il cui prezzo fa riferimento alle quotazioni Dubai/Oman spot, quotate al Chicago Mercantile Exchange (CME).

E' possibile analizzare lo squilibrio tra domanda e offerta nei due mercati, comparando i loro prezzi di riferimento, dati dalle quotazioni del Brent e dell'Oman/Dubai.

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Dal grafico emerge come storicamente il Dubai/Oman ha avuto un livello di prezzo inferiore rispetto al Brent. Questo differenziale è sempre esistito perché il Brent è di una qualità superiore rispetto al Dubai/Oman, essendo più leggero e a basso contenuto di zolfo. Ad ottobre però quando c’è il stato il crollo del prezzo del petrolio, il gap ha iniziato a ridursi fino a diventare nullo nei primi mesi del 2019.

Il grafico che segue riporta la serie del Oman/Dubai-Brent spread, quotato al CME, che rappresenta il differenziale di prezzo tra le quotazioni del Brent e dell’Oman/Dubai.

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Il grafico mostra che il differenziale di prezzo è storicamente positivo. A febbraio il differenziale ha iniziato ad andare sotto lo zero e in questi giorni ha toccato i minimi storici dal 2014, fermandosi a -0.15. La motivazione dietro questa riduzione dello spread è nei tagli che l’OPEC sta applicando da inizio anno. La riduzione dell’offerta da parte dei paesi OPEC, ha causato un rincaro dei prezzi portando il differenziale in negativo.

Per quanto riguarda il Brent e il WTI, nella settimana passata le quotazioni sono rimaste relativamente stabili, anche se si sono registrati movimenti di breve legati alla divulgazione di notizie a cui il mercato può essere sensibile. Ad esempio, venerdì le quotazioni hanno subito una variazione al ribasso, rispettivamente del -1% e del -0.8%, chiudendo la settimana a 65.7$/bbl e 56. Il motivo di questa discesa è stato l’annuncio che il fondo sovrano norvegese (Government Pension Fund Global) non possederà più titoli di società che operano nel settore petrolifero.

Prezzo giornaliero del petrolio sui mercati finanziari
Brent Prezzo giornaliero del petrolio Brent
WTI Prezzo giornaliero del petrolio WTI