Manganese: possibili effetti del colpo di stato in Gabon

L'industria del manganese è saldamente presidiata dalla Cina che vanta un quasi monopolio nella produzione del metallo grezzo

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Ferrosi Non Ferrosi Determinanti dei prezzi

Anche se l'attività delle miniere sembra ritornata normale, il recente colpo di stato in Gabon ha generato un allarme per una possibile futura mancanza sul mercato mondiale di manganese, un metallo largamente utilizzato in siderurgia come agente disossidante e desolforante. L'aggiunta di manganese all'acciaio consente inoltre di migliorare la sua durezza, resistenza e lavorabilità. Ma soprattutto il manganese è previsto svolgere un ruolo strategico nel processo di transizione energica. Secondo le previsioni dell'International Energy Agency l'offerta di manganese nei prossimi 20 anni dovrà crescere di oltre il 700% per consentire di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 definiti nel 2015 a Parigi[1].

Il Gabon è infatti uno tra i principali produttori di minerali di manganese. Secondo l'Istituto Geologico degli Stati Uniti (USGS, United States Geological Survey), il Gabon ha prodotto nel 2022 4.4 milioni di tonnellate, con un quota del 23% sul totale della produzione mondiale. Il primo paese produttore è stato il Sud Africa con 7.2 milioni di tonnellate. L'Australia con 3.3 milioni di tonnellate è risultato il terzo maggio produttore. Se si considera che nessun altro paese ha superato il milione di tonnellate di produzione (Cina e Ghana si sono molto avvicinati con 990 e 940 migliaia di tonnellate), l'offerta di minerali di manganese risulta relativamente concentrata.
La concentrazione dell'offerta mondiale di minerali di manganese emerge in modo ancora più rilevante se si considerano i principali paesi esportatori, riportati nella tree-map che segue.

Principali esportatori mondiali di minerali di manganese 2022

Quattro produttori mondiali esportano oltre l'80% dei minerali di manganese.
In questa situazione sarebbe logico attendesi un elevato potere contrattuale da parte dei paesi produttori di minerali. Invece l'analisi della dinamica dei prezzi segnala un minor potere contrattuale degli operatori a monte della filiera produttiva (produttori di minerali) rispetto a quelli a valle (produttori del metallo e di ferro-manganese).
L'attuale maggior potere contrattuale dei produttori di metallo e ferro-manganese emerge analizzando la dinamica dei prezzi di questi beni.

Confronto prezzo manganese greggio e ferro-manganese

Nella primavera del 2022, il prezzo in dollari del ferro-manganese e del metallo puro, hanno raggiungo picchi elevati. Il prezzo del manganese in particolare a marzo 2022 si è avvicinato ai 7000 dollari alla tonnellata, registrando una massimo storico assoluto. Viceversa, non si segnalano aumenti di questa entità dal lato del prezzo dei minerali di manganese.

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Se analizziamo la struttura delle esportazioni del ferro-manganese e del metallo puro emergono alcuni fatti che possono contribuire a fornire una spiegazione a queste dinamiche.


L'offerta sul mercato mondiale di ferro-manganese è molto diversificata. Viceversa, l'offerta del metallo manganese è molto concentrata, con la Cina che rappresenta oltre il 50% delle esportazioni mondiali. Nell'ambito della filiera del manganese sembra essere la Cina lo stato con maggior potere di mercato, in grado di condizionare le dinamiche globali del mercato. Solo il Sud Africa può risultare competitivo, data la prima posizione che vanta tra i produttori di minerali di manganese.

Conclusioni

Il Gabon ha certamente un ruolo importante nella produzione di minerali di manganese. Se si osserva tuttavia l'intera filiera, dal minerale al metallo grezzo, emerge il ruolo dominante della Cina. Solo il Sud Africa e, in maniera minore, l'Australia sembrano avere le risorse e le potenzialità per competere con la Cina. Da questo punto di vista il colpo di stato in Gabon sembra risultare un cambiamento marginale nello scacchiere mondiale della filiera del manganese, saldamente presidiata dalla Cina.


[1] Si veda The Role of Critical Minerals in Clean Energy Transitions