Dopo la Cina anche l’Europa alla guerra dei dazi con gli USA

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 07 ottobre 2019

.

Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

Nella scorsa settimana c’è stato un ribasso dei prezzi che ha interessato 2 metalli su 6. In evidenza il ribasso del rame e il rialzo del piombo. Le quotazioni dell’indice LMEX sono scese fino a toccare quota 2750 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra e in ribasso. La volatilità è scesa e attualmente è piuttosto bassa.

COMMENTO MACROECONOMICO

Dazi Usa-Unione Europea: Trump reagisce agli attacchi interni (richiesta di impeachment) spostando l’attenzione sull’estero. Mentre cerca di risolvere la diatriba sui dazi con la Cina, riapre il fronte con l’Unione Europea e, sulla scia della decisione favorevole del WTO, fa partire una raffica di dazi al 25% su moltissimi prodotti europei come ritorsione per gli aiuti di Stato alla società Airbus. Il conto è particolarmente salato per i paesi europei a cominciare dall’Italia. La Commissione Europea chiede un confronto aperto con lo storico alleato e intanto minaccia a sua volta dazi sui prodotti americani. Le tre aree economiche più importanti del pianeta continuano imperterrite a fronteggiarsi in questa singolar tenzone nonostante i venti di recessione che soffiano forti. I mercati non la prendono bene e reagiscono con forti perdite. Gli ultimi dati economici arrivati dagli USA sono un vero e proprio cataclisma. L’indice ISM del settore dei servizi è sceso a quota 52,6 da 56,4 segnato ad agosto. Ancora più pesante la discesa dell’ISM manifatturiero a quota 47,8 da 49,1 del precedente. Le possibilità di recessione anche in America cominciano ad aumentare e rendono più importante l’incontro delle due delegazioni (americana e cinese) per derimere la guerra dei dazi. Questa settimana ripartono i colloqui USA-Cina.

Capitolo Brexit: altro fattore pro recessione. Boris Johnson ha presentato un’offerta alla UE, prendere o lasciare altrimenti si va verso Brexit-No Deal. Le prime reazioni del Consiglio europeo, della Commissione Europea e dell’Irlanda (diretta interessata a “Brexit no deal” per via del problema delle barriere doganali) sono state negative perché la proposta appare fumosa in tanti punti a cominciare proprio dalle barriere in Irlanda. Un recente sondaggio pubblicato nei giorni scorsi evidenzia che il 52% dei britannici è favorevole ad un secondo referendum per decidere su Brexit, visto che il Parlamento non è in grado.

Italia: il governo Conte sta lavorando alla legge di bilancio 2020. Dalle prime misure rese pubbliche si intuisce che la preoccupazione maggiore è quella di evitare l’aumento dell’IVA (misura che da sola richiede 23 miliardi); poi c’è il finanziamento alle riforme del precedente governo (quota 100 e RDC) che assorbono un’altra parte di miliardi e poi resta qualche spicciolo per rivedere il cuneo fiscale che scatterebbe verso l’estate 2020. Critica l’Associazione delle imprese che chiede una grande politica anticiclica in Italia e in Europa con un’azione shock da 170 miliardi da destinare alle infrastrutture. Per Confindustria 70 miliardi sono già disponibili in Italia e altri 100 dovrebbero arrivare da un piano UE di 1000 miliardi da finanziare con Eurobond.

La settimana dei mercati: le news macroeconomiche e geopolitiche della settimana scorsa non hanno avuto un buon "sound" per i mercati (finanziari e delle materie prime) che hanno reagito con pesanti perdite.
CRB Index- Materie prime in generale: quotazioni in ribasso.
LMEX-Metalli non ferrosi: indice in ribasso; scendono i prezzi di rame e alluminio più sensibili all’andamento dell’economia.
Petroliferi: in ribasso i prezzi del Brent, del WTI e del gas naturale.
Valute (cross euro dollaro): ribasso del dollaro e leggero recupero dell’euro.
Borse: in ribasso Wall Street, gli indici europei e quelli asiatici.