Gli Indici StudiaBo a dicembre segnalano una nuova flessione per i prezzi delle commodities

Gli Energetici guidano la flessione generale dei prezzi nell'ultimo mese del 2018

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Petrolio Congiuntura

A dicembre 2018 si segnala un ulteriore rallentamento generale dei prezzi in euro delle commodities, guidato dal crollo degli energetici e in particolare dal petrolio, che continua ad attraversare un periodo controverso, con il prezzo del Brent che galleggia poco sopra la soglia dei 50 euro al barile (360 €/ton).

Grafico 1: Confronto Indice totale commodities e No Energetici (Dicembre 2018)

Confronto Indice totale commodities e No Energetici (Dicembre 2018)

Il confronto tra l’indice totale delle commodities e quello che esclude gli energetici (Indice No Energetici) sintetizza la situazione sui mercati di materie prime e semilavorati: una variazione negativa di intensità importante e pari a -5,23% per il primo indice e una più modesta, pari a -1,21%, per il secondo.

Grafico 2: Dicembre 2018, variazioni % in euro rispetto ad Novembre 2018

Fonte: PricePedia

Analizzando le variazioni congiunturali delle singole categorie merceologiche, si conferma quanto affermato sopra: gli Energetici registrano la variazione più importante perdendo valore per un totale di quasi 9 punti percentuali; seguono i Chimici Organici, Plastiche ed Elastomeri e Non Ferrosi con variazioni tra il -3% e il -2% rispetto a novembre; perdite prossime al punto percentuale per Legno e Carta e Fibre Tessili. Variazioni minime (inferiori all’1%) invece per Alimentari, Ferrosi e Prodotti dell’Industria Chimica, mentre gli unici a registrare incrementi nel mese di dicembre sono stati i Preziosi, che registrano +1,27% rispetto a novembre.

Grafico 3: Dicembre 2018, variazioni % in euro rispetto a Dicembre 2017

Fonte: PricePedia

Guardando invece le variazioni tendenziali emerge un quadro del tutto simile a quanto visto nell’ articolo di analisi congiunturale di novembre. Gli unici indici che hanno un livello inferiore rispetto a 12 mesi fa sono Preziosi, Alimentari e Non Ferrosi, con variazioni negative tra i 3 e i 4 punti percentuali. Restano sostanzialmente stabili le Fibre Tessili con una variazione di poco superiore al +1%, mentre crescono molto i Ferrosi e i Prodotti dell’Industria Chimica che registrano un livello maggiore rispetto a dicembre 2017 di circa 9 punti percentuali. Seguono Chimici Organici e Legno e Carta con variazioni tra il 6 e il 7%. Infine anche Plastiche ed Elastomeri ed Energetici accrescono leggermente il proprio valore con un aumento del +4% rispetto a un anno fa. Si evidenzia, tuttavia, che buona parte degli incrementi tendenziali appena analizzati deriva dai forti incrementi registrati nella prima metà del 2018 e solo in parte riassorbiti negli ultimi mesi.

Il petrolio è un “prodotto termometro” che tende a registrare le aspettative del mercato e trasmettere parte della sua dinamica a varie tipologie di prodotti. Il barile sta vivendo un periodo di forte contrazione dovuto sia a questioni di mercato (aspettative, domanda/offerta, etc.) che geopolitiche (OPEC, shale oil, etc.). Questa è una delle motivazioni dietro la flessione che ha interessato gran parte delle commodities e che emerge dagli Indici Aggregati StudiaBo.