Il rallentamento dei prezzi segnalato dagli indici aggregati StudiaBo

Il rallentamento di novembre guidato dagli Energetici e dai Non Ferrosi

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Energetici Petrolio Congiuntura

Novembre è stato il mese in cui si è manifestato anche sui prezzi reali in euro il rallentamento dell’economia globale, guidato dalle aspettative di riduzione della domanda da parte degli operatori economici. L’indice totale delle commodities ha fatto registrare infatti una riduzione del -3,53% rispetto a ottobre, mentre l’indice delle commodities non energetiche (Indice No Energetici) ha subito una riduzione appena superiore al punto percentuale (-1,22%).

Grafico 1: Confronto Indice totale commodities e No Energetici (Novembre 2018)

Confronto Indice totale commodities e No Energetici (Novembre 2018)

Come emerge anche dal grafico sopra riportato, l’Indice No Energetici è sostanzialmente stabile dalla seconda metà del 2017; l’indice totale che include anche i prodotti energetici invece si trova su un trend crescente iniziato nel febbraio 2016, e che sembra aver invertito la rotta nel mese di novembre, in linea con l’inversione del “sentiment” del mercato. La variazione tendenziale risulta lievemente positiva per il primo indice (+1,88%) mentre raggiunge la doppia cifra per il secondo (+11%).

Grafico 2: Novembre 2018, variazioni % in euro rispetto ad Ottobre 2018

Fonte: PricePedia

Analizzando le variazioni congiunturali degli indici aggregati delle tipologie di commodities, emerge che molte ( Preziosi, Alimentari, Ferrosi, Prodotti dell’industria chimica, Legno e Carta ) hanno sperimentato movimenti inferiori al punto percentuale e che quindi possono essere considerati costanti rispetto a ottobre. I restanti indici hanno fatto registrare variazioni negative tra l’1 e il 2%, ad eccezione degli Energetici che hanno subito una vera e propria inversione di rotta, con una riduzione in euro del -5,81%. La riduzione in dollari è di circa un punto percentuale più ampia di quella in euro. La svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro ha infatti permesso un contenimento dell’1% nella riduzione dei prezzi in euro.

Gli Energetici sono stati trascinati verso il basso dal prezzo del barile che si trovava da circa un anno in una situazione di backwardation, sia sul mercato del Brent che su quello del WTI. Precedentemente, l’ultima situazione di backwardation si è realizzata tra il 2010 e il 2013, culminata con il crollo del greggio all’inizio del 2014. Anche nella fase appena trascorsa, un prezzo “spot” superiore a quello di lunga scadenza indicava chiaramente una sfiducia degli operatori nella “sostenibilità” del livello, che si attendeva, già da qualche tempo, che dovesse rientrare.

Grafico 3: Situazione di backwardation sul mercato del Brent

Situazione di backwardation sul mercato del Brent

Le variazioni tendenziali dei prezzi riflettono invece il trend positivo che, parallelamente al periodo di crescita economica globale, ha interessato trasversalmente la totalità delle commodities fino al mese scorso. Gli Energetici, nonostante abbiano subito un’importante perdita di valore a novembre, registrano comunque un livello del 20% superiore rispetto a un anno fa. Si attestano su livelli decisamente superiori rispetto al novembre 2017 anche i Chimici Organici (+13,75%); seguono Legno e Carta, Ferrosi e Prodotti dell’industria chimica con variazioni tra il +8 e il +9%; infine le Plastiche e le Fibre tessili registrano un livello rispettivamente più alto del +6,89 e +5,01% rispetto a 12 mesi fa.

Grafico 4: Novembre 2018, variazioni % in euro rispetto a Novembre 2017

Fonte: PricePedia

I Preziosi restano sostanzialmente stabili (-1,61%), mentre le uniche tipologie a far registrare variazioni tendenziali negative sono risultate Non Ferrosi e Alimentari, con una perdita del valore in euro rispettivamente del -3,13% e -4,11%.

Grafico 5: Confronto Indice Aggregato Non Ferrosi e Alimentari

Confronto Indice Aggregato Non Ferrosi e Alimentari

Il Grafico 5 sopra riportato evidenzia la differenza tra gli andamenti degli indici di queste due tipologie: i Non Ferrosi a giugno di quest’anno hanno interrotto un trend positivo che durava da circa due anni (giugno 2016), investiti soprattutto dal rallentamento della crescita globale e dalla guerra commerciale, mentre gli Alimentari si trovano tutt’ora sul trend negativo originatosi nel gennaio del 2017 e che ha avuto una temporanea e lieve ripresa tra marzo e agosto di quest’anno per poi scontare gli effetti della guerra delle tariffe.