Record del palladio che supera anche l’oro spot

I problemi negli impianti sudafricani stanno creando tensione sul mercato internazionale

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Preziosi Determinanti dei prezzi

Il prezzo di importazione europea del palladio (in polvere) si è attestato, a novembre, sui 48 dollari per grammo, facendo registrare il record assoluto da inizio secolo, superando addirittura la quotazione dell’oro spot quotato al London Bullion Market Association (LBMA), pari a 47 dollari al grammo.

Grafico 1: Confronto polvere di palladio e Oro Spot (LBMA)

Confronto polvere di palladio e Oro Spot (LBMA)

Analizzando la dinamica di lungo periodo emerge come il prezzo del palladio sia stato storicamente al di sotto del livello dell’oro spot, a parte i primi due anni del nuovo millennio. Dopo il 2002 la forchetta tra i due prezzi è stata piuttosto ampia, soprattutto nel periodo successivo alla crisi finanziaria del 2008, momento in cui la domanda di oro era cresciuta notevolmente perché impiegato come bene rifugio. Dopo il 2016 il prezzo del palladio ha dato origine a un trend positivo caratterizzato da un’alta volatilità e che non si è ancora concluso. Il trend ha assunto una connotazione ancora più marcata a partire dalla seconda metà del 2018: in circa un anno e mezzo il palladio ha quasi raddoppiato il suo valore, passando da 27 (media della prima metà del 2018) a 48 dollari del mese scorso (+78%). Grazie a quest’aumento repentino, a novembre, il prezzo del palladio ha addirittura superato quello dell’oro spot, che sembra aver rallentato la sua corsa negli ultimi periodi e che si attesta sui 47 dollari.

L’articolo del Financial Times, intitolato “Palladium hits record high amid South Africa power cuts”, attribuisce la causa principale della tensione su questo mercato al blocco della produzione in Sud Africa, paese che, insieme alla Russia, è uno dei principali produttori mondiali. Sibanye-Stillwater, tra i più grandi estrattori di metalli preziosi al mondo e il principale operante sul suolo sudafricano, ha dovuto fermare la produzione a causa dell’interruzione della fornitura di energia elettrica da parte della Eskom. La compagnia di stato ha richiesto il blocco della produzione estrattiva per evitare il collasso dell’intera rete elettrica.
Inoltre, i regolamenti, sempre più stringenti in materia di emissioni da autovetture, sostengono la crescita della domanda, seppur contenuta, di questo metallo prezioso impiegato nella costruzione delle marmitte. Le proprietà di permeabilità all’idrogeno hanno permesso a questo metallo di essere impiegato, oltre che nella lega di oro bianco, anche come catalizzatore, con impiego crescente nei veicoli ibridi.

A causare l’impennata del prezzo di un prezioso, questa volta, non ci sarebbe la speculazione o la copertura da incertezza bensì i fondamentali. L’offerta si trova in costante deficit da diversi mesi e questo ha ridotto le scorte internazionali tanto da legare ancor di più le sorti del prezzo agli accadimenti quotidiani nelle miniere. A ciò si somma la crescita della domanda per il bisogno di riduzione delle emissioni. Non essendoci ancora beni sostituti né approvvigionatori stabili, il 2020 per gli analisti (come Tyler Broda di RBC Capital Markets) non sarà esente da rischi di rialzi repentini.