Lieve ripresa della quotazione spot del grano

La Russia approfitta della riduzione della produzione statunitense per diventare il primo esportatore

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Alimentari Determinanti dei prezzi

Il prezzo del grano quotato al Chicago Mercantile Exchange (CME), pur avendo recuperato negli ultimi due mesi, continua ad attestarsi su livelli piuttosto bassi, con un livello medio annuo di 180 dollari per tonnellata circa, in riduzione di 2 dollari rispetto al livello del 2018.

Grafico 1: Quotazione Spot grano (CME)

Quotazione Spot grano (CME)

Dopo il picco della seconda metà del 2012, momento in cui la quotazione ha raggiunto addirittura i 320 dollari, il prezzo del grano è stato interessato da un trend negativo che lo ha portato, nei mesi conclusivi del 2016, sui livelli di minimo da 10 anni, di poco inferiori ai 150 dollari. Dopo il 2017 il prezzo finanziario mensile è tornato a crescere, ma essendo caratterizzato da un’alta volatilità, il trend positivo di lungo periodo che ne risulta ha comunque un coefficiente angolare modesto. Il 2019, ad esempio, ha visto sia crolli che picchi repentini, movimenti che hanno accentuato la stagionalità propria di una commodity agricola. La quotazione spot di novembre si è attestata sui 188 dollari, livello raggiunto in seguito alla ripresa dello scorso ottobre (+6% rispetto a settembre). Questa, secondo il rapporto di novembre della USDA (United States Department of Agriculture), è imputabile ad un’intensa domanda internazionale di grano prodotto in USA, UE e Russia.

In un precedente articolo di luglio 2018, era stato analizzato il mercato globale del grano con le quote di mercato che risultavano dai dati relativi al 2017. Stati Uniti, Russia e Australia detenevano più del 40% dell’export mondiale, con i primi due che possedevano la stessa quota, pari al 15%. I principali importatori erano invece Egitto, Indonesia, Nigeria e Algeria. I dati del 2018 da un lato confermano quest’ultima classifica, dall’altro raccontano di un nuovo fenomeno: la Russia, con un export quasi doppio di quello statunitense, pari rispettivamente a 42 e 22 milioni di tonnellate, si è imposta come leader del mercato. Il Canada ha esportato poco più degli USA e scavalcandola ha raggiunto il secondo posto della classifica.

Mercato internazionale grano (2018)

Import internazionale di grano (2018)
Export internazionale di grano (2018)

L’export russo crescendo del +38% circa rispetto al 2017, segnala la chiara intenzione da parte degli operatori economici russi di aggredire il mercato del grano. Lo confermano le parole di Andrey Kostin, CEO della banca russa VTB (controllata dallo stato), che, qualche giorno fa, in un’intervista a Reuters riportata nell’articolo Exclusive: Russia's VTB plans to expand grain business and then exit – CEO, ha palesato l’intenzione di voler quotare, tra qualche anno, un campione di cereali. Ad oggi la VTB sembrerebbe in trattativa per l’acquisto di metà della proprietà di Taman1, un importante terminal per l’export di grano situato sulle rive del Mar Nero. La VTB già quest’anno, dopo aver acquistato grano locale, è stata protagonista di importanti trade internazionali. La scelta di operare su questo mercato deriva da valutazioni strategiche di lungo periodo, per Kostin infatti il petrolio è destinato a finire contrariamente al grano. L’obiettivo della banca russa è anche quello di recuperare la credibilità persa sul mercato internazionale e ripristinare la fiducia nei produttori: recentemente il Vietnam aveva interrotto le forniture di grano proveniente da Mosca perché ritenuto di bassa qualità.

Sul fronte statunitense, un sondaggio di Bloomberg rivela che secondo le previsioni di sei analisti, gli acri coltivati con grano invernale saranno 31.118 milioni, in calo rispetto ai 31.159 dell’anno scorso, risultando la semina più scarsa dal 1909. Dalle interviste riportate da Bloomberg nell'articolo "U.S. Winter-Wheat Acres Set to Drop to Lowest in 110 Years", emerge come la depressione dei prezzi negli USA abbia portato i grandi produttori verso colture con margini migliori, come il mais2. A concorrere nella determinazione di prezzi così bassi ci sarebbe la sovrapproduzione internazionale e, in parte, il rallentamento della domanda causato dalla guerra tariffaria -la Cina, nel 2017 era il quinto paese di destinazione dell’export statunitense, nel 2018 si è invece aggiudicata la decima posizione-.

Il mercato del grano suscita grande interesse per via dei continui movimenti sia tra le quote di mercato degli operatori internazionali, sia nella dinamica del prezzo. Con un’offerta internazionale comunque in crescita difficilmente si assisterà ad un cambio permanente del livello di prezzo, a meno che la Russia non raggiunga una quota di mercato tale da permetterle di operare da monopolista.


(1) L’altra metà del terminal è di proprietà di Glencore. (2) Ken Horton, coltivatore del Kansas ha affermato: “The price doesn’t get high enough to tell us to keep planting wheat (…) Any time you have cash corn higher than cash wheat, you’ll see more acres go to corn,”.