Il minerale di ferro potrebbe aver concluso il suo trend da record

Dopo 8 mesi di crescita ininterrotta la quotazione del minerale di ferro subisce una flessione e torna sui 100 dollari

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Ferrosi Determinanti dei prezzi

La quotazione in dollari del minerale di ferro nel 2019 è stata investita (fino a luglio) da un trend positivo molto accentuato, tanto da registrare addirittura un livello medio mensile di 120 dollari per tonnellata. Non si raggiungeva un livello simile da febbraio 2014, quando si era attestato sui 122 dollari. A luglio il minerale di ferro ha fatto registrare un incremento di valore in dollari del +15,3% rispetto al giugno scorso e del +88,7% rispetto a un anno fa.

Grafico 1: Quotazione minerale di ferro spot (CME)

Quotazione minerale di ferro spot (CME)

Il minerale quotato al Chicago Mercantile Exchange (CME), che si riferisce al minerale che passa nel porto cinese di Tianjin e che risulta essere il benchmark mondiale, durante il 2018 ha oscillato tra i 75 e i 65 dollari circa, evidenziando una volatilità piuttosto contenuta (varianza e deviazione standard pari a 18 e 4,2). E’ solo all’inizio dell’anno in corso che il prezzo ha iniziato a crescere costantemente, tranne a marzo, e a ritmi sostenuti, fino quasi a raddoppiare il suo valore. A generare l’escalation è stata la riduzione repentina nell’offerta internazionale a causa sia degli incidenti sugli impianti della brasiliana Vale sia del ciclone che si è abbattuto sugli impianti australiani della BHP Billiton, di cui si è parlato in un precedente articolo. L’aumento della domanda cinese degli ultimi mesi ("China churns out record daily steel output in June - Reuters calculation"), con produzioni record di acciaio a giugno, ha contribuito ad accrescere la tensione su questo mercato.

Questa settimana si potrebbe però essere interrotto il trend che ha portato il minerale di ferro ai livelli record di luglio. Le tensioni degli scorsi giorni tra USA e Cina donano nuova linfa alla logorante guerra commerciale, in corso da più di un anno ormai, con l’annuncio della Casa Bianca riguardante nuovi rincari del 10% dei dazi sui beni cinesi (di largo consumo questa volta) per un valore di 300 miliardi e che entreranno in vigore a partire dal primo settembre. Tanto basta a rallentare la domanda internazionale di acciaio (cinese soprattutto) e quindi di minerale di ferro, il suo principale feedstock. La domanda è stata ulteriormente colpita anche dalle aspettative future di consumo che si riducono, oltre che per gli effetti diretti della guerra, anche a causa della svalutazione dello yuan sul dollaro: il cambio è salito sopra la soglia dei 7 yuan per dollaro. Tutto ciò, lo scorso lunedì, ha generato una caduta importante del prezzo del minerale, che scende sotto quota 100 dollari (-17%), come descritto nell’articolo di Bloomberg “Iron Ore Bulls Take to Their Heels as Futures Plummet Below $100”.

Grafico 2: Quotazione (giornaliera) minerale di ferro spot (CME)

Quotazione (giornaliera) minerale di ferro spot (CME)

Dal lato dell’offerta c’è stata una ripresa importante della produzione internazionale. La brasiliana Vale infatti, secondo l’articolo “Vale mine resumption lifts Brazil July iron ore exports to nine-month high” pubblicato da Reuters, a giugno è stata autorizzata a riprendere le attività nella miniera di Brucutu, il principale sito nello stato di Minas Gerais. Il Brasile ha fatto registrare un aumento dell’export del +16,6% a giugno rispetto al mese precedente, con la vendita all’estero di 37,2 milioni di tonnellate di minerale di ferro, registrando il record dallo scorso ottobre. Anche le previsioni di Morgan Stanley vedono un prezzo inferiore ai livelli degli scorsi mesi e pari a circa 90 dollari nel quarto trimestre 2019, giustificando il ribasso con uno scenario che vede il calo della domanda cinese e l’aumento dell’offerta mondiale.

La combinazione di ripresa dell’offerta e di riduzione attesa della domanda ha interrotto, negli scorsi giorni, un trend che perdurava da inizio anno e che ha visto raddoppiare il valore della materia. Se la produzione brasiliana dovesse riprendere a pieno regime anche il prezzo mensile medio di agosto dovrebbe rientrare rispetto ai 120 dollari di luglio, considerati eccessivi anche dagli esperti del settore.