Il WTO guarda le varie aree di crisi geopolitica e rivede al ribasso le stime del commercio

Metalli non ferrosi LME - Commento del 08 aprile 2019

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LME Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Performance dei singoli metalli (future 3 mesi $)
Da inizio anno Performance a 1 anno
Ultima settimana Performance a 1 settimana

 

Nella scorsa settimana c’è stato un deciso ribasso dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il ribasso dell’alluminio primario. La chiusura LMEX è scesa fino a toccare quota 3010 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto si trova in zona neutra ma in ribasso. La settimana scorsa è risultata buona la correlazione col cambio del dollaro (che è si è leggermente apprezzato su tutte le principali valute). La correlazione tra metalli e petrolio resta nella norma, ma il rialzo del prezzo del petrolio non sta contagiando allo stesso modo i singoli metalli come si è visto anche nell’ultima settimana.

COMMENTO MACROECONOMICO

In Venezuela è sempre più guerra aperta tra il Presidente in carica - Maduro e l’autoproclamato Guaidò a cui lo stesso Maduro ha revocato la carica di presidente del Parlamento. L’incertezza è totale: all’interno si respira aria di guerra civile mentre fuori dal paese si delineano gli schieramenti internazionali a favore dell’uno e dell’altro (Russia, Cina, USA, Europa). Intanto la situazione economica si aggrava, nonostante il rialzo dei prezzi delle materie prime di cui il paese è ricco (a cominciare dal petrolio che è fondamentale per l’economia venezuelana).
Situazione abbastanza analoga in un altro importante paese ricco di petrolio e geopoliticamente importantissimo per l’Italia e l’Europa: la Libia. Il generale Haftar (capo della Cerenaica e di altre zone) sta marciando sulla capitale Tripoli, dove risiede il Consiglio Presidenziale di cui il capo è Al Serraj sostenuto da gran parte della comunità internazionale. Anche qui si respira aria di guerra civile, mentre all’esterno si schierano i sostenitori delle due parti tra cui Francia e Italia su fronti esposti.

In Turchia (paese geopoliticamente strategico per l’Europa), dopo le elezioni amministrative che hanno registrato una buona affermazione dell’opposizione in particolare ad Ankara e Istanbul, il sultano Erdogan, dichiara che ci sono stati brogli e vorrebbe annullare le elezioni. Intanto gli USA interrompono le forniture di parti necessarie a costruire e a manutenere i caccia F35 destinati alla Turchia, dopo che questa ha siglato accordi con la Russia per l’acquisto di sistemi missilistici s-400.

Tra USA e Cina continua il “dialogo” per risolvere la guerra dei dazi , mentre il WTO -organizzazione mondiale del commercio- taglia le stime degli scambi commerciali per il 2019 dell’ 1% portandole al 2,7% dal 3,7% della precedente stima. Secondo il WTO i dazi, come le guerre civili sono un forte freno al commercio. Nello stesso tempo il suo Presidente Azevedo, invita a monitorare il cambio di modello economico della Cina che punterebbe meno sull’export dei suoi prodotti e più sullo sviluppo della sua domanda interna. Questo cambio di modello, ove attuato davvero, avrebbe forti ripercussioni non solo sul commercio mondiale, ma su tutto il comparto delle materie prime e dei prodotti semilavorati, a cominciare dall’acciaio di cui la Cina è il più grande produttore mondiale con un distacco enorme rispetto agli altri paesi.
In Europa, ancora nebbia fitta su Brexit, col premier inglese che sta cercando in tutti i modi, di evitare l’uscita senza accordo (No Deal) con l’Unione Europea.

La reazione dei mercati

Per il comparto dei non ferrosi si è registrato un generale storno dei prezzi rispetto alla settimana precedente che ha abbassato la performance da inizio anno. Il comparto petrolifero registra rialzi dei prezzi e nuovi massimi per i prezzi del Brent e del WTI. In rialzo anche i prezzi del gas naturale. Nel comparto dei preziosi prezzi in ribasso per oro e argento e in rialzo per platino e palladio, vera star di questo settore e più in generale delle materie prime. Sui mercati valutari si registrano ribassi per la lira turca, il bolivar venezuelano, mentre il dollaro resta vicino ai massimi annuali e l’euro cede ancora qualcosa nei confronti della valuta americana.