Mercato dell’antimonio in fiamme
Analisi degli effetti del blocco delle esportazioni cinesi di ossidi di antimonio
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Antimonio Determinanti dei prezziL’antimonio è classificato come materia prima critica sia dall’Unione Europea sia dagli Stati Uniti, a causa della sua importanza economica e dall’elevata concentrazione delle fonti di approvvigionamento. Fino all’anno scorso, in termini di valore di mercato, la forma più commercializzata a livello mondiale era l’ossido di antimonio, un composto fondamentale sia per la produzione di ritardanti di fiamma, impiegati in materie plastiche, tessuti e altri materiali, sia come agente chiarificante nel vetro.
Nel settore del vetro fotovoltaico, l’ossido di antimonio contribuisce a migliorare l’efficienza dei pannelli solari, favorendo un assorbimento maggiore della luce e una conversione più efficace dell’energia. In Cina, si prevede che, nel prossimo futuro, l’uso degli ossidi di antimonio come agente chiarificante nel vetro fotovoltaico supererà addirittura il suo impiego come ritardante di fiamma, che nel 2020 rappresentava il 43% del consumo mondiale di antimonio.[1]
La Cina è di gran lunga il principale produttore ed esportatore mondiale di ossidi di antimonio, ma recentemente ha fortemente ridotto le proprie esportazioni, generando una vera e propria crisi di mercato.
In questo articolo analizzeremo innanzitutto il crollo delle esportazioni cinesi, esaminando i fattori che hanno determinato l’attuale stretta sull’offerta globale, per poi valutare gli effetti sulle dinamiche dei prezzi in Europa e in Cina.
Analisi della fornitura cinese di ossidi di antimonio
Il grafico che segue riporta la serie storica delle esportazioni cinesi di ossidi di antimonio dal 1995 al 2025, espresse in termini di quantità.
Dal grafico emerge un netto crollo delle esportazioni cinesi di ossidi di antimonio, particolarmente marcato per il 2025.
Nel 2021 le esportazioni cinesi di ossidi di antimonio erano pari a 50200 tonnellate, rappresentando quasi il 58% dell’intera fornitura mondiale.
Negli ultimi quattro anni, la produzione e le esportazioni cinesi di ossido di antimonio sono state influenzate da diversi fattori, tra cui sospensioni della produzione per cause di forza maggiore, vincoli amministrativi alle esportazioni e l’inserimento del settore da parte del governo cinese tra gli strumenti di contrapposizione nella guerra commerciale con gli Stati Uniti. Infatti, dal dicembre 2024, la Cina ha vietato ufficialmente le esportazioni di antimonio e terre rare verso gli Stati Uniti, in risposta alle restrizioni sulle vendite di chip imposte dagli Stati Uniti.
Gli effetti delle ultime restrizioni si sono manifestati nel 2025, con un calo delle esportazioni superiore all’80%, rispetto ai livelli del 2024. Infatti, se nel 2024 la Cina esportava ancora 34200 tonnellate di ossidi di antimonio, mantenendosi il principale fornitore mondiale ed esportando da sola il 47% delle esportazioni totali, le stime per il 2025 segnalano un crollo a sole 6000 tonnellate esportate, meno dell’11% della fornitura mondiale, posizionando la Cina come terzo esportatore dopo Belgio e Francia.
Da inizio 2025, il Belgio ha in parte cercato di colmare il gap creato dalla riduzione delle esportazioni cinesi di ossidi di antimonio, diventando il principale fornitore degli Stati Uniti, dopo che fino al 2024 questo ruolo era sempre stato coperto dalla Cina. Tuttavia, sebbene il Belgio sia un produttore di ossidi di antimonio, non può minimamente sostituire il ruolo della Cina, poiché non dispone di miniere estrattive e la sua produzione dipende interamente dall’importazione di minerali e dal riciclo di batterie al piombo.
L’8 novembre la Cina ha sospeso fino al 27 novembre 2026 il divieto di esportazione verso gli Stati Uniti di antimonio, gallio e germanio, a seguito dei nuovi compromessi raggiunti nell’incontro del 30 ottobre tra il presidente Xi Jinping e Donald Trump.
Analisi dei prezzi dell’ossidi di antimonio
Al fine di analizzare gli effetti del blocco delle esportazioni cinesi di ossidi di antimonio sui prezzi, si riportano le serie storiche dei prezzi doganali europei e dei prezzi cinesi di esportazione FOB.
Prezzi doganali europei e cinesi degli ossidi di antimonio, espressi in euro/tonnellata
Dall’analisi del grafico si evidenzia il forte rialzo dei prezzi degli ossidi di antimonio, specialmente in Europa, negli ultimi due anni. Se nel 2022 e nel 2023 la diminuzione delle esportazioni cinesi aveva inciso in misura contenuta sui prezzi, nel 2024 si osserva un primo aumento marcato: in Europa e in Cina i prezzi degli ossidi di antimonio arrivano a superano i 20000 euro/tonnellata alla fine dell’anno, più del doppio rispetto ai livelli di gennaio 2024.
Nel 2025 il mercato europeo ha registrato un’ulteriore accelerazione: i prezzi degli ossidi di antimonio sono più che raddoppiati rispetto alla fine del 2024, raggiungendo valori prossimi ai 47000 euro/tonnellata. Al contrario, i prezzi delle esportazioni cinesi sono rimasti relativamente stabili, attestandosi attorno ai 22000 euro/tonnellata, circa la metà dei valori europei. Questa divergenza dei prezzi da inizio 2025 sembra coerente con le dichiarazioni doganali cinesi che segnalano un azzeramento delle esportazioni di ossidi di antimonio verso l’Unione Europea, a partire da ottobre 2024.
Conclusioni
L’antimonio è una materia prima critica sia per l’Unione Europea che per gli Stati Uniti, la cui fornitura è sempre stata fortemente dipendente dalle esportazioni cinesi. I recenti blocchi delle esportazioni da parte della Cina di ossidi di antimonio hanno provocato rialzi significativi dei prezzi nei vari mercati mondiali.
Fino al 2024 i prezzi europei e cinesi degli ossidi di antimonio hanno seguito percorsi molto simili, sia in termini di dinamica sia di livello. Nel 2025, invece, i due mercati si sono divisi: in Europa i prezzi hanno continuato a salire, arrivando a valori doppi rispetto a quelli cinesi, mentre in Cina sono rimasti relativamente stabili.
Con la recente sospensione del divieto delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti fino a novembre 2027, è plausibile che i prezzi europei possano in parte ridimensionarsi, considerando che gli Stati Uniti potranno tornare ad importare dalla Cina anziché dipendere dal mercato europeo.
[1] Fonte: Factsheets 2025