Filiera dei polimeri: il ruolo crescente della Cina

Il caso della trasformazione green dell'epicloridrina

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Il guadagno della Cina nelle quote di commercio mondiale della filiera dei polimeri

La filiera dei polimeri comprende l’insieme delle attività industriali e dei processi chimici che, a partire da materie prime di origine fossile (petrolio, gas naturale) o rinnovabile (biomasse, oli vegetali, scarti cellulosici), conducono alla produzione di polimeri e materiali polimerici finiti – inclusi termoplastici, termoindurenti ed elastomeri – destinati a un’ampia gamma di applicazioni industriali e di consumo.
Si tratta di un comparto che rappresenta oltre l’80% dell’intera industria chimica mondiale, costituendone la componente più estesa e strategica.

Nel corso di questo secolo, la Cina ha progressivamente scalato le diverse fasi della filiera fino a divenire uno dei principali protagonisti globali. Le due treemap che seguono illustrano chiaramente questa evoluzione, mostrando la distribuzione dei principali paesi esportatori della filiera dei polimeri nel 2000 e nel 2025. L’ampliamento della quota cinese evidenzia un cambiamento strutturale di lungo periodo negli equilibri del commercio mondiale dei polimeri.

Filiera dei polimeri: principali paesi esportatori

Nel 2000 Nel 2024
Filiera dei polimeri: principali paesi esportatori nel 2000 Filiera dei polimeri: principali paesi esportatori nel 2024

Nel 2000, la Cina era uno dei numerosi paesi asiatici che iniziavano ad affacciarsi all’industria dei polimeri, ancora molto indietro rispetto a diversi paesi europei, agli Stati Uniti e persino ad altre economie asiatiche. Nel 2024, invece, la Cina risulta non solo il principale esportatore asiatico, ma anche il primo esportatore mondiale, avendo ormai superato sia gli Stati Uniti sia la Germania.

Il successo dell’industria cinese nella filiera dei polimeri è stato oggetto di numerose analisi. Le principali determinanti vengono individuate nella forte espansione del mercato interno dei prodotti chimici e nei vincoli ambientali relativamente meno stringenti cui l’industria chimica cinese è stata soggetta. A fronte di un trend di innovazione green, l’industria chimica dei paesi sviluppati – in particolare dell’Unione Europea – sembra essersi concentrata sullo sviluppo tecnologico e sull’innovazione sostenibile, delegando (quando non delocalizzando) alla Cina le produzioni meno avanzate.

Pur non disponendo di dati sistematici sull’evoluzione complessiva dei processi di innovazione dell’industria chimica mondiale, appare utile presentare un caso di studio in cui la tradizionale contrapposizione tra un’industria europea più orientata all’innovazione green e un’industria cinese meno attenta a questi processi viene messa in discussione, se non addirittura rovesciata.

Il caso dell'epicloridrina

L’epicloridrina è un intermedio chimico fondamentale nella produzione di polimeri speciali, tra cui le resine epossidiche.
Fino al primo decennio di questo secolo, la produzione di epicloridrina avveniva esclusivamente attraverso il processo “cloroidrina”, che combina cloro e propilene. Negli ultimi quindici anni, la crescente disponibilità di glicerolo derivante dalla produzione di biodiesel [1] ha favorito lo sviluppo di un processo alternativo basato sul glicerolo, considerato “green” e molto più sostenibile rispetto al processo tradizionale basato sul propilene.

Poiché il codice doganale CN291030.00 include tutta l’epicloridrina, indipendentemente dal processo produttivo utilizzato, non è possibile misurare direttamente quale quota derivi dal processo tradizionale e quale da quello “green”. Tuttavia, è possibile stimare in modo indiretto questo cambiamento analizzando la correlazione tra il prezzo dell’epicloridrina e i prezzi delle due materie prime: propilene e glicerolo. Se si considerano le correlazioni parziali – ovvero depurate dagli effetti indiretti – tra i prezzi europei di epicloridrina, glicerolo e propilene, prima e dopo il 2015, emerge chiaramente il cambiamento strutturale intervenuto negli ultimi dieci anni.

Correlazioni parziali: Epicloridrina, Glicerolo, Propilene

Gennaio 2000 - Dicembre 2014 Gennaio 2015 - Ottobre 2025
Correlazioni parziali 2000-2014: Epicloridrina, Glicerolo, Propilene Correlazioni parziali 2015-2025: Epicloridrina, Glicerolo, Propilene

Nei primi quindici anni di questo secolo, il prezzo dell’epicloridrina risulta fortemente correlato con quello del propilene, segnalando un effetto di cost pass-through tra le due variabili. Viceversa, nello stesso periodo non emerge alcuna correlazione significativa tra il prezzo del glicerolo e quello dell’epicloridrina.
Negli ultimi dieci anni, la situazione si è invece quasi completamente ribaltata: la correlazione tra il prezzo dell’epicloridrina e quello del glicerolo è divenuta molto elevata, mentre quella con il prezzo del propilene si è praticamente annullata.

La crescente domanda di prodotti “green” nei paesi sviluppati, unita alla maggiore disponibilità di glicerolo sul mercato asiatico, ha posto le basi per un forte sviluppo, nell’ultimo decennio, della produzione cinese di epicloridrina da glicerolo. Questo processo ha ricevuto un impulso decisivo nel 2017, quando il governo cinese ha disposto la chiusura di numerosi impianti di epicloridrina basati sul processo cloroidrina, al fine di ridurre il rilascio incontrollato di acque reflue clorurate.
L’evidenza di questo successo è testimoniata dalla rapidità con cui la Cina – e più in generale l’Asia – ha scalato le posizioni tra i principali esportatori mondiali di epicloridrina. Come mostrano le due graduatorie seguenti, relative ai primi dieci paesi esportatori di epicloridrina, nel 2000 la Cina non compariva ancora tra i leader di mercato. Il primo paese asiatico era la Corea del Sud, in quinta posizione. Nel 2024 la situazione appare completamente diversa: il podio è occupato da tre paesi asiatici, con la Cina al secondo posto.

Epicloridrina: top 10 paesi esportatori

Nel 2000 Nel 2024
Epicloridrina: top 10 paesi esportatori nel 2000 Epicloridrina: top 10 paesi esportatori nel 2024

Conclusioni

Uno dei principali driver della transizione ambientale dell’industria chimica è il crescente impiego di materie prime naturali nella produzione di polimeri. La diversa capacità dei sistemi nazionali di innovazione può generare cambiamenti significativi nel posizionamento competitivo delle rispettive industrie chimiche. Un caso emblematico è rappresentato dal maggiore utilizzo del glicerolo – sottoprodotto della produzione di biodiesel – per la sintesi di epicloridrina.
Questa innovazione, introdotta e sostenuta in Cina anche attraverso interventi di natura amministrativa, ha permesso all’industria chimica cinese di scalare rapidamente le classifiche mondiali degli esportatori di epicloridrina, fino a raggiungere la seconda posizione dietro la Thailandia, superando diversi paesi che in passato dominavano il mercato quando la produzione era basata sul propilene.


[1] il glicerolo è un sottoprodotto della produzione di biodisel da oli vegetali o grassi animali.