Effetto Cina sul mercato UE: il caso della lisina

La UE tenta di arginare l'eccesso di offerta cinese sul mercato interno attraverso misure antidumping

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Chimici Organici Dazi UE Industria cinese

Dagli inizi degli anni 2000 la Cina è diventata il principale produttore di numerosissime commodity, rispondendo sia alle esigenze del proprio mercato interno, sia a quelle del mercato internazionale. Di fatto, negli ultimi 25 anni la Cina è diventata per molte commodity la "fabbrica del mondo". Come conseguenza di tale ruolo, nelle fasi in cui la domanda proveniente dal mercato interno è risultata stagnante, l'eccesso di capacità produttiva cinese si è riversato in maniera più o meno abbondante sui mercati internazionali. Tale fenomeno, inoltre, tende a verificarsi ancor di più in una fase, come quella attuale, in cui alcuni partner internazionali, come gli USA, stanno alzando barriere tariffarie, portando la Cina a reindirizzare le maggiori esportazioni, non assorbite dagli USA, verso le altre aree geografiche.

L'eccesso di offerta cinese è noto principalmente sul mercato europeo dei prodotti siderurgici, come descritto nell'articolo La competitività dei prezzi cinesi sta influenzando il mercato europeo dei lamierini magnetici. Tuttavia, anche altri settori industriali, come quello dei prodotti della chimica organica, risultano altrettanto esposti al surplus produttivo cinese, così come argomentato nell'articolo La Cina conquista anche la chimica organica: un nuovo scenario per l’approvvigionamento europeo).

Un prodotto chimico emblematico da questo punto di vista è rappresentato dalla Lisina, che è un amminoacido utilizzato in un'ampia serie di applicazioni (mangimi, settore farmaceutico e quello dei prodotti alimentari). Così come riportato nell'articolo Lisina: un caso di studio sulla crescente dipendenza dell'Europa dalle importazioni di chimica di base dalla Cina, la Cina risulta essere il principale produttore ed esportatore mondiale dell'amminoacido.

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Esportazioni cinesi di lisina: una minaccia all'industria europea

Il 10 luglio 2025, la Commissione Europea ha adottato misure antidumping definitive contro le importazioni europee di lisina provenienti dalla Cina. Secondo l'organo esecutivo della UE, nel corso del 2023 la Cina ha esportato lisina sul mercato europeo a prezzi artificiosamente bassi, provocando un danno all'industria dell'Unione. I dazi approvati a luglio nei confronti della lisina made in China vanno da un minimo del 43.7% fino a un massimo del 58.2%[1].

L'importanza della Cina come price-setter sui mercati globali si può notare osservando, nel grafico che segue, il confronto tra i seguenti prezzi:

  1. prezzo delle esportazioni cinesi (Cina FOB);
  2. prezzo delle importazioni UE da paesi terzi ((misura Extra-EU CIF), al netto dei dazi doganali;
  3. prezzo interno europeo degli scambi tra i paesi membri della UE, indicativo del prezzo sul mercato interno, rappresentato dalla misura Last Price EU.
Prezzi della Lisina: confronto Cina vs. Europa
Prezzi della Lisina: confronto Cina vs. Europa

Dal grafico si può notare come i tre prezzi siano quasi perfettamente allineati lungo tutto l'arco temporale considerato, tranne nell'ultimo semestre.. Il prezzo cinese tende ad anticipare mediamente di un periodo la dinamica dei prezzi europei.
A partire da febbraio 2025, all'indomani dell'attuazione delle misure antidumping provvisorie[2] da parte della UE, comprese tra il 53% e l'85% nei confronti delle importazioni di lisina cinese, il prezzo Cina FOB ha subito una caduta particolarmente accentuata di quasi il 30%. Il prezzo Extra-EU CIF ha intrapreso il medesimo andamento a partire, invece, dal mese successivo, sebbene ad un ritmo meno intenso rispetto al corrispondente prezzo cinese (quasi -11%).

Tale relazione è confermata dalla correlazione lineare tra i prezzi, illustrata nella tabella di seguito riportata.

Correlazione tra i prezzi europei e cinesi della Lisina
Correlazione tra i prezzi europei e cinesi della Lisina

La correlazione tra il prezzo Cina FOB e il prezzo europeo Extra EU CIF risulta particolarmente elevata, e raggiunge quasi lo 0.90 se si considera il ritardo di un periodo del prezzo Cina FOB.

Sebbene la correlazione risulti elevata anche tra il prezzo cinese e il prezzo relativo al mercato interno UE, quest'ultimo, proprio a partire dall'entrata in vigore dei dazi antidumping provvisori, presenta una dinamica temporaneamente disallineata dal sentiero tracciato dal prezzo cinese. Poiché gli scambi intra-UE non sono soggetti a dazi, i relativi prezzi tendono ad allinearsi a quelli dei concorrenti extra-UE, rappresentati dai prezzi CIF delle importazioni (in particolare dalla Cina) maggiorati dei dazi.

Conclusioni

Il caso della lisina rappresenta un esempio di come la centralità della Cina nelle catene globali di fornitura non riguardi più soltanto alcuni settori come l'acciaio, ma si estenda anche ai prodotti chimici di base, strategici per numerose filiere.
Le misure antidumping introdotte dalla Commissione UE testimoniano la volontà di proteggere l’industria interna, ma comportano al tempo stesso un aumento dei costi di approvvigionamento per gli utilizzatori europei.
Nei prossimi mesi sarà quindi cruciale monitorare l’andamento dei prezzi cinesi per capire se la loro eventuale riduzione riuscirà a compensare l’effetto dei dazi, determinando così un calo anche dei prezzi europei, o se invece la protezione garantita dalle misure UE favorirà una stabilizzazione del mercato interno.


1. Regolamento UE 2025/1330 che istituisce i dazi antidumping definitivi relativi alle importazioni europee di lisina dalla Cina.
2. Regolamento UE 2025/74 che istituisce i dazi antidumping provvisori relativi alle importazioni europee di lisina dalla Cina.