Prezzo dello zolfo: un nuovo ciclo globale di rialzo?

Dopo i picchi del 2008 e del 2022, le quotazioni internazionali superano i 250 €/tonnellata, segnalando l’avvio di una fase intensa trainata da offerta rigida e domanda turbolenta.

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Fertilizzanti Industria dell'acido solforico Congiuntura

Durante l’estate è proseguita la fase di rialzo dei prezzi internazionali dello zolfo.
Come mostra il grafico riportato, l’aumento riguarda sia i prezzi degli scambi intra-UE sia quelli delle importazioni cinesi. Il forte allineamento tra i prezzi europei e quelli cinesi suggerisce inoltre l’esistenza di un unico prezzo di riferimento a livello mondiale.

Confronto tra i prezzi dello zolfo in Europa e in Cina

Confronto tra i prezzi dello zolfo in Europa e in Cina

Nell’articolo Tensioni nel mercato globale dello zolfo e impatti sulla filiera chimica, pubblicato lo scorso maggio, gli aumenti osservati nella prima parte dell’anno erano stati interpretati come una fase di rialzo tipica dei cicli di breve durata che storicamente caratterizzano il mercato dello zolfo, lasciando ipotizzare un possibile rientro dei prezzi nella seconda metà del 2025.
I dati più recenti, con le quotazioni salite oltre i 250 euro/tonnellata, delineano invece uno scenario differente: il mercato sembra essere entrato in un ciclo di maggiore intensità, paragonabile a quello del 2008 – quando i prezzi si avvicinarono alla soglia dei 250 euro/tonnellata – o a quello del 2022, che condusse al massimo storico di 370 euro/tonnellata.

Alla luce di questi sviluppi, appare utile approfondire l’analisi del precedente articolo per comprendere meglio le determinanti attualmente in gioco. I fattori principali da considerare sono tre:

  • l’esistenza di un prezzo unico a livello mondiale, in un contesto in cui l’elevata incidenza dei costi di trasporto potrebbe invece favorire una progressiva regionalizzazione del mercato;
  • l’offerta inelastica rispetto ai prezzi, poiché gran parte dello zolfo deriva come sottoprodotto sia dalla lavorazione dei minerali non ferrosi sia dai processi di desolforazione del petrolio e del gas naturale. A questo si è aggiunta un crollo delle esportazioni del Kazakistan e del Turkmenistan, principali paesi esportatori di zolfo;
  • la turbolenza della domanda, legata alla profonda riorganizzazione in corso nel mercato globale dei fertilizzanti. Lo zolfo è infatti impiegato soprattutto nella produzione di acido solforico, a sua volta utilizzato per ottenere acido fosforico, input chiave dei fertilizzanti fosfatici.

Ricomposizione dell'offerta mondiale di zolfo

La disponibilità di zolfo sul mercato mondiale sta subendo limitazioni a causa della forte riduzione delle esportazioni dal Kazakistan e dal Turkmenistan.
Nel caso del Kazakistan, le esportazioni provengono in larga parte dal giacimento petrolifero di Kashagan, sul mar Caspio, uno dei giacimenti di petrolio con il più alto contenuto di zolfo al mondo. Tre sono i principali fattori alla base di questa contrazione:

  • l’esaurimento delle scorte accumulate negli anni passati;
  • la controversia legale in corso tra il consorzio NCOC, che gestisce il giacimento, e le autorità kazake, le quali nel 2022 hanno inflitto una sanzione per l’eccessivo stoccaggio di zolfo sul campo;
  • le crescenti difficoltà logistiche nel trasporto verso i porti russi sul mar Baltico e sul mar Nero, principali snodi per l’export di zolfo kazako.

Le difficoltà nelle esportazioni del Turkmenistan sono anch’esse legate a problematiche logistiche connesse alle attuali tensioni geopolitiche. Una quota significativa delle spedizioni turkmene avveniva attraverso il porto iraniano di Bandar Abbas, sul golfo Persico.

La riduzione delle esportazioni da Kazakistan e Turkmenistan ha drasticamente ridotto l’offerta asiatica sul mercato mondiale dello zolfo. Tale calo è stato solo in parte compensato dal forte aumento delle esportazioni dei paesi dell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa), guidati dagli Emirati Arabi Uniti e dall’Arabia Saudita. Tuttavia, l’incremento proveniente da quest’area non è stato sufficiente a colmare integralmente la contrazione dell’offerta centroasiatica.

Esportazioni mondiali di zolfo dall'Asia e dall'area Mena (Medio Oriente e Nord Africa)

 

Turbolenza dal lato della domanda

La domanda industriale di zolfo è strettamente legata all’andamento dell’industria dei fertilizzanti, che può essere suddivisa in quattro grandi segmenti:

  • Fertilizzanti azotati: tra i principali rientrano urea, nitrato di ammonio e solfato di ammonio;
  • Fertilizzanti fosforici, tra cui il fosfato monoammonico (MAP) e il fosfato diammonico (DAP);
  • Fertilizzanti potassici: il più rilevante è il cloruro di potassio (noto in agricoltura come muriato di potassio – MOP); meno rilevante, ma comunque oggetto di scambi globali superiori al milione di tonnellate, è il solfato di potassio (SOP);
  • Fertilizzanti ternari, in grado di fornire al terreno tutti e tre gli elementi nutritivi principali (azoto, fosforo e potassio).

Lo zolfo, tramite l’acido solforico utilizzato per la produzione di acido fosforico, è alla base della produzione dei fertilizzanti fosforici[1]. La sua domanda è quindi fortemente dipendente dallo sviluppo di questo comparto.
L’industria dei fertilizzanti fosforici, insieme a quella degli azotati, sta attraversando una fase di forte turbolenza dovuta principalmente a due fattori:

  • le sanzioni imposte dai paesi occidentali alle esportazioni di Russia e Bielorussia;
  • i dazi alle esportazioni introdotti dal governo cinese, volti a ridurre le proprie vendite all’estero e a incrementare l’offerta sul mercato interno.

La minore disponibilità di fertilizzanti sul mercato globale da parte di Cina, Russia e Bielorussia sta spingendo altri paesi ad aumentare la produzione anche di fertilizzanti fosforici, determinando di conseguenza un maggiore utilizzo e domanda di zolfo.

In sintesi

I recenti livelli raggiunti dal prezzo internazionale dello zolfo suggeriscono l’ipotesi che il mercato stia attraversando un terzo grande ciclo di rialzo, dopo quelli del 2008 e del 2022.
I processi in atto di ricomposizione dell’offerta mondiale – con la parziale sostituzione delle esportazioni di Kazakistan e Turkmenistan da parte di Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita – insieme alla crescita della domanda proveniente dai paesi che stanno aumentando la produzione di fertilizzanti fosforici, sembrano rafforzare questa prospettiva.


Per un approfondimento si veda l'articolo L’industria del fosforo: oltre i fertilizzanti