Riciclo e rischio materie prime

L'economia circolare sta diventando una fonte sempre più importante di materie prime

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Lo shock materie prime del biennio 2021-22 ha posto al centro dell' attenzione delle istituzioni e delle imprese il relativo rischio, inteso sia come aumento dei prezzi che come mancanza di materiale.

Parallelamente, una crescente attenzione è stata rivolta all' economia circolare, quale nuovo modello di sviluppo economico che superi quello oggi dominante dell' economia lineare. Uno tra gli obiettivi che si pone l' economia circolare è, infatti, quello di contribuire alla soluzione della limitatezza delle materie prime e della volatilità dei loro prezzi.
In questo articolo, dopo aver descritto brevemente le caratteristiche dell'economia circolare, svilupperemo alcune analisi che ci possono aiutare a misurare in quali mercati di commodity è già possibile registrare un effetto "economia circolare".

L'economia circolare

L'immagine che segue riporta la rappresentazione generalmente utilizzata per descrivere le diverse fasi dell'economia circolare.

Economia Circolare
economia-circolare

In modo molto sintetico, le varie fasi dell'economia circolare riguardano:

  • la progettazione: ovvero progettare prodotti durevoli, riparabili e facili da smontare per il riciclo dei materiali.
  • la produzione e la fabbricazione: promuove processi efficienti che minimizzano il consumo di risorse e l'emissione di rifiuti.
  • la distribuzione: Per ottimizzare la logistica e ridurre le emissioni di carbonio associate al trasporto dei prodotti.
  • consumo, uso, riutilizzo e riparazione: aumentare la manutenzione e la riparazione dei prodotti in modo tale da estendere la loro "vita utile".
  • la raccolta: massimizzare la raccolta differenziata dei prodotti urbani e industriali
  • il riciclaggio: lavorazione dei materiali riciclabili al fine di riutilizzarli come materia prima per nuovi prodotti.

Dal punto di vista degli effetti che l'economia circolare può avere sui mercati delle materie prime è utile distinguere tre aspetti di questa circolarità:

  • scarti industriali, ottenuti dalla lavorazione della materie prime;
  • beni riciclabili: sono quei prodotti che, al termine del loro periodo di vita, possono essere trasformati in commodity riciclate;
  • commodity riciclate o commodity secondarie: sono le commodity ottenute dalla fase di riciclaggio.

Dal punto di vista dell'impiego, gli scarti industriali e le commodity riciclate possono essere visti come sostitutivi. Tuttavia, il loro potenziale di rimpiazzare le materie prime vergini differisce significativamente a seconda della specifica commodity. Questa capacità di sostituzione varia notevolmente, raggiungendo picchi elevati per metalli preziosi come l'oro e l'argento, mentre si riduce sensibilmente per materiali come il legno.

Un modo per misurare quanto l'economia circolare sta impattando sui mercati delle diverse commodity è quello di misurare:

  • il diverso livello del prezzo della commodity riciclata e della commodity vergine;
  • il grado di correlazione dei prezzi delle due commodity.

Più simili sono i livelli dei prezzi e più elevata è la loro correlazione, maggiore sarà la loro sostituibilità.
Di seguito è riportato il confronto tra il prezzo della commodity riciclata e quello della commodity vergine per otto diversi casi.

Confronto tra commodity riciclata e commodity vergine
PETKraft
Pet Kraft
AlluminioRame
Alluminio Rame
ZincoPiombo
Zinco Piombo
NichelMinerali di ferro
Nichel Minerali di ferro

Dall'analisi di questi grafici emerge chiaramente un grado di sostituibilità elevata per: PET, kraftliner, alluminio, rame e zinco. Viceversa la sostituibilità è limitata per nichel e minerali di ferro. Risulta invece in una posizione intermedia il piombo.
Poichè i costi di produzione della commodity riciclata sono generalmente minori, l'effetto di sostituibilità tra le due tipologie di commodity si traduce, per 5 materie prime sulle 8 analizzate, in un prezzo della commodity vergine minore di quello che si avrebbe nel coso di assenza della commodity riciclata.
Allo stesso modo se la percentuale di commodity riciclata è elevata, per 5 delle 8 commodity analizzate, l'esistenza della commodity riciclata riduce significativamente il rischio mancanza materia prima.

Un caso interessante è quello del PET, descritto nell'articolo Il prezzo del riciclato sta riducendo il differenziale rispetto al prodotto vergine, in cui si evidenzia come il prezzo del PET riciclato ha superato in alcuni mesi il prezzo del PET vergine sotto la spinta di un domanda "ambientale" di utilizzo di materie prime riciclate.

Conclusioni

Il rischio materie prime può trovare all'interno dell'economia del riciclo una sua mitigazione, attraverso la sostituzione delle commodity vergine con la corrispondente riciclata. Il confronto tra i prezzi di una commodity vergine con quelli della commodity riciclata segnala un importante effetto di sostituzione per molte delle materie prime analizzate, le quali: pet, kraftliner, alluminio, rame e zinco.
Questa sostituibilità tra mercato del riciclo e mercato vergine non si rileva invece per altre commodity come ad esempio: nichel e minerali di ferro.
La sfida dell'economia del riciclo è quella di cercare di aumentare il più possibile questa sostituibilità all'interno di tutto il mercato delle commodity in modo da riuscire a sfruttare al meglio le risorse a nostra disposizione.