I mercati finanziari guidati da prese di profitto

Una overview sulle tendenze in atto nel panorama delle commodity

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Energetici Carbone Acciaio Legato Alluminio Settimana Finanziaria Materie Prime
Nuova settimana d'incertezza sulle piazze affari di tutto il mondo, che ha visto i principali listini europei cambiare più volte rotta.
In linea generale, risulta ormai evidente che il timore di una recessione economica accompagnata ad un'elevata inflazione stia pesando sul sentiment degli operatori.
A ciò si somma l’attesa di un ulteriore intervento aggressivo da parte della Fed sui tassi d’interesse, determinando un clima di avversione al rischio che anche nella settimana odierna si è rispecchiato in primis sugli indici d’oltreoceano. Il Nasdaq guida questa tendenza, scivolando di un ulteriore -2.6% tra lunedì e venerdì; seguono Dow Jones e S&P500, che perdono rispettivamente il -1.7% e -1.6%.
Nel panorama delle borse europee, dopo i cali registrati la scorsa settimana, segnano un frazionale recupero Francoforte ( +2.8%), Parigi (+1.7%) e piazza Affari (+2.6%).
Sulla piazza londinese preoccupa il debole risultato del Pil britannico, in flessione del -0.1% a marzo.

Grafico 1: Confronto indici azionari europei
Performance dei principali principali indici azionari

Dopo la fase di assestamento della scorsa settimana, il cambio euro-dollaro guarda a nuovi rischi di deprezzamento registrando, nella giornata di giovedì 10 maggio, una riduzione del -1.9%, avvicinandosi sempre più alla parità tra dollaro e euro.
Nonostante l’inflazione core sia attualmente meno elevata in Europa che negli Stati Uniti, la moneta unica sta mostrando evidenti segnali di sofferenza causati dal differente approccio alla politica monetaria dei due istituti. Infatti, mentre Fed, Bank of England e le altre grandi banche centrali si stanno muovendo in direzione di interventi più aggressivi, l’orientamento della Banca centrale europea rimane ancora accomodante, mostrando una certa indecisione nel frenare le pressioni inflazionistiche.

Hard commodity


Grafico 2: Performance dei prezzi giornalieri delle hard commodity

variazione (%) settimanale
Posizionandosi con il mouse su ciascun trapezio, appare un tooltip con le relative informazioni.

Sul fronte dei Petrolio, Brent e WTI chiudono la settimana finanziaria con una variazione settimanale prossima al -1%, con l’accordo sull’embargo dell’oro nero russo che non riesce ancora a raggiungere l’unanimità tra i rappresentanti dell’Unione Europea.
Considerata la recrudescenza della crisi energetica mondiale, si assiste ad un aumento dei prezzi spot del Carbone quotati all’Intercontinental Exchange, confermando il trend rialzista della settimana scorsa. Nonostante molti paesi abbiano da tempo puntato su energie rinnovabili, la Cina continua a pianificare la costruzione di centrali a carbone spingendo la domanda del combustibile fossile. Per quanto riguarda il prezzo del Gas naturale, sebbene su base settimanale abbia registrato una flessione, nella giornata di giovedì il prezzo del gas è aumentato, un giorno dopo che la Russia aveva presentato una serie di sanzioni contro le società energetiche che operano nel continente, che potrebbero minacciare ulteriormente l'approvvigionamento.
Al London Metal Exchange, così come allo Shanghai Futures Exchange, i prezzi di metalli ferrosi e non ferrosi perdono terreno, rispecchiando quanto accaduto nei mercati azionari che stanno reagendo negativamente all’attuale contesto di incertezza macroeconomico. Per quanto riguarda i contratti spot, la performance peggiore viene registrata dal prezzo dello stagno, che segna una contrazione settimanale della media mobile a 3 giorni del -7.8%. Performance molto negative anche sui contratti a scadenze più lunghe, a testimonianza che gli operatori si aspettano che la caduta dei prezzi si protrarrà anche nel medio termine.

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Soft commodity

Grafico 3: Performance dei prezzi giornalieri delle soft commodity

variazione (%) settimanale
Posizionandosi con il mouse su ciascun trapezio, appare un tooltip con le relative informazioni.

In particolare, si segnalano nuove tensioni sui prezzi del Frumento, che sulla media a tre giorni si muove al rialzo di oltre il 3%.
Durante la settimana si sono incontrati a Washington il Premier Draghi e la controparte statunitense Joe Biden, e, tra i vari temi, si è trattato del pericolo di una crisi alimentare in Africa legata a doppio filo alle scorte del grano ucraino, con milioni di tonnellate ancora bloccate nei porti del Mar Nero.
Inoltre, questa settimana l’USDA ha rilasciato le previsioni sulla coltivazione di mais, grano e soia per la stagione 2022-23. Le ultime previsioni sui raccolti di grano fornite dall’USDA stimano che il bilancio globale si restringerà ulteriormente, con un calo delle scorte da 279.7 a 267 milioni di tonnellate al termine della stagione.
Per quanto riguarda la produzione statunitense di Mais, l'USDA prevede un calo a 1.4 miliardi di bushel nel 2022/23, a causa soprattutto della riduzione delle superfici coltivate. L'agenzia stima che una parte delle superfici coltivate a mais verrà spostata verso la soia, a causa dei migliori margini di guadagno e della carenza di fertilizzanti. Infine, l'agenzia americana prevede che la produzione globale di Soia aumenterà del 13% su base annua a 394.7 milioni (+45.3 milioni su base annua), guidata dalla maggiori forniture provenienti dal Sud America (Brasile, Argentina e Paraguay) e Stati Uniti. Al CME, i derivati sui semi di Soia e sulla Farina di Soia chiudono la settimana in ribasso. In controtendenza il prezzo spot dell’Olio di soia, che, in linea con la performance dell’Olio di canola, sale del +1%.